L’emergenza sanitaria per il diffondersi del Covid-19 da coronavirus dovrebbe essere anche un momento per pensare a come rilanciare la cultura e il turismo. Lo ha detto il sottosegretario ai beni culturali Anna Laura Orrico partecipando a una diretta Facebook nell’ambito dell’evento La panchina dei versi. Festival della condivisione contro il coronavirus, organizzato dal poeta ed editore Giuseppe Aletti nell’ambito della Giornata mondiale della poesia del 21 marzo. Orrico, dopo aver ringraziato medici, operatori sanitari, forze dell’ordine, imprenditori e lavoratori che sono “in prima linea” e “garantiscono che il nostro paese affronti a testa alta questa emergenza”, e dopo aver ricordato a tutti l’obbligo di rimanere a casa, ha analizzato l’emergenza dal punto di vista della cultura e del turismo.
Dapprima, Orrico ha analizzato le misure messe a punto dal governo per consentire al settore di limitare i danni in questa brutta situazione: “uno sforzo importante”, lo ha definito Orrico, che ha ricordato le misure prese (il bonus di 600 euro per i lavoratori dello spettacolo e per i lavoratori stagionali del turismo, il rimborso dei soggiorni di viaggio e dei biglietti per teatri, concerti, musei e mostre, la creazione del fondo da 130 milioni di euro per l’emergenza che supporterà gli operatori del cinema, dell’audiovisivo e dello spettacolo). Orrico ha poi ricordato come il Ministero dei Beni Culturali abbia messo in campo un importante impegno per arrivare al pubblico attraverso i social, con approfondimenti, video e visite virtuali.
Passando ai fatti d’attualità, l’emergenza, secondo Orrico, può essere “un’occasione per rinsaldare il legame col nostro patrimonio culturale, per studiare, per leggere, per dedicarci alle forme di arte che abbiamo dovuto trascurare nella nostra vita quotidiana”. È dunque il momento per pensare al rilancio del paese: “dobbiamo già iniziare a pensare al futuro”, ha detto Orrico, “dobbiamo proiettarci verso il futuro. Uno di questi futuri è certamente il rilancio dei nostri borghi, dei centri storici, di quello che capillarmente è un patrimonio culturale, materiale e immateriale, diffuso per tutta le penisola”. Orrico propone “un festival dedicato ai borghi che possa mettere insieme tutte le buone pratiche di rigenerazione dei borghi attraverso la cultura, l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, la costruzione di piccole smart cities, ovvero villaggi resi intelligenti attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. Ma anche un festival che ci possa raccontare come un nuovo sistema di benessere e di comunità possa essere riattivato”. La comunità, per Orrico, “è la parola chiave che dobbiamo cominciare a riscoprire nel nostro tempo quotidiano, quel senso di comunità che vuol dire appartenere a un territorio e di conseguenza di di prendersene cura: quando si ristabilisce un legame forte e identitario col territorio scatta automaticamente il desiderio di prendersene cura, e noi abbiamo bisogno di prenderci cura dei nostri borghi e delle meraviglie paesaggistiche e culturali che caratterizzano i nostri paesini”.
Per Orrico sarà anche importante rilanciare il turismo, e questo, ha affermato, “è strettamente collegato al prendersi cura del nostro patrimonio culturale e naturalistico”. Occorrerà dunque “rilanciare una forma di turismo che non impatti negativamente sul territorio, ma che ci aiuti a prenderci cura dei nostri territori, quindi quel turismo responsabile e sostenibile, che abbia voglia di viaggiare attraverso la cultura, di riscoprire le nostre tradizioni, il nostro patrimonio intellettuale, filosofico e letterario, perché capace di soffermarsi, e non quel turismo mordi e fuggi, che spesso e volentieri ha causato danni piuttosto che portare benessere”.
Infine, secondo Orrico, “abbiamo bisogno di una narrazione del paese e di alcune aree del nostro paese che sia positiva, che abbia un’energia dettata dalla nostra immensa creatività. Non dobbiamo dimenticare di essere un popolo di creativi, di artisti, di poeti, un popolo che sa rimboccarsi le maniche e che sa prendersi cura di quello che ha e sa trasformarlo in un dono da fare al resto del mondo. Un popolo così ricco di cultura come quello italiano, un paese così largamente disseminato di un’immensa eredità culturale, non può non elargire e far propagare questa sua cultura in tutto il mondo. Per fare questo abbiamo bisogno di valorizzare anche questo momento difficile, di prenderci il tempo di riflettere, magari di pensare e strutturare un piano di quello che faremo quando potremo uscire di casa”.
Il sottosegretario ha infine concluso il suo intervento con una poesia di Pablo Neruda, Mi piaci silenziosa, per omaggiare la Giornata mondiale della Poesia.
Il sottosegretario ai beni culturali Orrico: pensiamo a come rilanciare cultura e turismo |