Riaprire i musei e riaprirli gratis: è questa la proposta che l’archeologo Salvatore Settis, già rettore della Normale di Pisa, rivolge al presidente del consiglio Giuseppe Conte, dalle colonne del Corriere della Sera, con una lettera aperta pubblicata nell’edizione di oggi. “Il suo dpcm”, scrive Settis rivolgendosi direttamente a Conte, “prevede la chiusura dei musei, considerati sotto la specie dell’assembramento e non come insostituibili fonti di nutrimento culturale. Non è chiaro come mai cinque persone in una stanza di museo rischino il contagio più di cinque persone in un negozio di alimentari di identica superficie”.
Secondo Settis, la chiusura dei musei stabilita dal dpcm dello scorso 3 novembre “parte da un postulato tutto dimostrato”, ovvero che tutto tornerà “come prima”: secondo lo studioso occorre invece prepararsi a un mondo nuovo, che avrà sempre più bisogno di culturale. “La memoria culturale”, scrive Settis, “ci ricorda quel che eravamo e ci proietta verso il futuro. Ci dona ricchezza interiore, speranza, creatività. Non sana le ferite, ma le cura e le allevia”. Settis ricorda che l’articolo 9 della Costituzione, quello che tutela il patrimonio culturale della nazione, fu scritto in un’Italia ridotta in macerie dalla seconda guerra mondiale, e si fondava su due soli precedenti, ovvero la Costituzione tedesca promulgata nel 1919 (dopo la prima guerra mondiale), e la Costituzione spagnola del 1934, redatta poco prima che scoppiasse la guerra civile. “In tre grandi paesi europei”, scrive Settis, “la violenza di un trauma generò consapevolezza della memoria culturale”.
E ora? È questa la domanda che si pone settis, lanciando una proposta: “aprire tutti i musei con ingresso gratuito per tutti per alcuni mesi, contingentando le visite. Includere nel progetto i musei grandi e quelli piccoli, statali e non statali, pubblici e privati. Garantire le misure di sicurezza assumendo personale di sala”. Le coperture? “Con il Recovery Fund”, suggerisce Settis: “Sarebbe un segnale di vita, di speranza, di progettualità. L’affermazione forte che arte e cultura sono necessarie”, e che “il museo è una macchina per pensare, il segno e il simbolo di una società che non si limita a sopravvivere a se stessa, ma frequenta il passato per creare il nuovo”. Non è chiaro se Settis intenda di riaprirli subito o, più probabilmente, quando l’emergenza sarà terminata. Di certo secondo lo studioso un provvedimento simile sarebbe “una mossa lungimirante per prepararci al mondo che verrà”.
Salvatore Settis scrive a Conte: “aprire tutti i musei gratis contingentando le visite” |