Doccia fredda per quanti speravano che il governo Lega-Movimento 5 Stelle potesse dare il via a nuovi concorsi al Ministero dei Beni Culturali. Nonostante i propositi del ministro Alberto Bonisoli (che voleva lanciare per il 2019 un concorso da 2.000 posti), i professionisti della cultura devono fare i conti con la realtà: il maxiemendamento alla legge di bilancio 2019, il cui testo è stato pubblicato da Repubblica, e che è stato inviato ieri in commissione Bilancio al Senato per l’approvazione, introduce una serie di nuove misure per evitare la procedura d’infrazione dell’Unione Europea, che sarebbe partita nel caso in cui l’Italia avesse sforato gli obiettivi di deficit fissati in sede europea.
Tra i provvedimenti introdotti dal maxiemendamento, oltre al taglio alle cosiddette “pensioni d’oro”, al taglio all’adeguamento delle pensioni oltre i 1.500 euro lordi, all’aumento dell’Iva come clausola di salvaguardia (al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021 se non si troveranno le coperture), alla web tax al 3% sui servizi digitali delle grandi aziende online, figura anche il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione. Si legge nel testo: “Per l’anno 2019, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri, gli Enti pubblici non economici, le Agenzie fiscali e le Università, in relazione alle ordinarie facoltà assunzionali riferite al predetto anno, non possono effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato con decorrenza giuridica ed economica anteriore al 15 novembre 2019”.
Niente nuovi assunti al Ministero. Assunzioni nella pubblica amministrazione bloccate fino a novembre 2019 |