Mattarella rieletto Presidente della Repubblica. Tutte le volte che ha parlato d'arte e cultura


Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica. Abbiamo raccolto tutti i suoi migliori interventi sul tema arte e cultura.

Con 759 voti su un totale di 983 presenti e votanti, Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica. È il secondo presidente più votato della storia repubblicana (il primato è ancora quello di Sandro Pertini, eletto con 832 voti). “Ringrazio i Presidenti della Camera e del Senato per la loro comunicazione”, ha dichiarato dopo la comunicazione dell’esito della votazione da parte dei presidenti di Camera e Senato. “Desidero ringraziare i parlamentari e i delegati delle Regioni per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla Presidenza della Repubblica nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando - sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale – richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati – e, naturalmente, devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti – con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini”. Durante il suo primo mandato da Capo dello Stato, Sergio Mattarella è intervenuto più volte, nelle occasioni ufficiali, sui temi riguardanti l’arte e la cultura. Abbiamo raccolto di seguito alcuni dei suoi interventi più interessanti.

Il Presidente Sergio Mattarella visita la Collezione d’arte permanente della Fondazione Roma e la Mostra dal titolo “Sicilia, il Grand Tour”
Il Presidente Sergio Mattarella visita la Collezione d’arte permanente della Fondazione Roma e la Mostra dal titolo “Sicilia, il Grand Tour”

Intervento in occasione della presentazione della riproduzione della Natività del Caravaggio (Palermo, 12 dicembre 2015)

Il nostro paese ha il privilegio di avere un grande patrimonio culturale. Dobbiamo avere una sensibilità intensa verso i giovani e il richiamo alla cultura e il suo sviluppo insieme ai progressi tecnologici è molto importante.

Intervento al convegno “Città d’arte 3.0, il futuro delle Città d’arte in Italia” (Mantova, 11 novembre 2016)

Noi italiani disponiamo di un patrimonio culturale straordinario, che tutto il mondo ammira. Un patrimonio che dobbiamo certamente custodire, ma anche valorizzare, incrementare, integrare con nuove progettualità. L’Italia si identifica anche con i suoi impareggiabili tesori, è la storia che li ha plasmati e che compone il dna delle nostre città e del nostro popolo, è l’osmosi tra natura e opera dell’uomo che ha formato i tessuti urbani, definito i paesaggi, dato vita a un modello sociale e a una civiltà. Questo non vuol dire che dobbiamo sentirci custodi di un museo. Al contrario, i nostri tesori sono abitati, vissuti, vivi ogni giorno. E sta proprio alla nostra responsabilità continuare a farli vivere nel tempo, in modo che ci aiutino a rafforzare i nostri legami di comunità e diventino leva di saperi diffusi, di benessere, di crescita delle opportunità, in ogni ambito della vita della società. La creatività italiana è il talento che abbiamo ricevuto e che non dobbiamo mai dissipare. La qualità Italia è un insieme di beni materiali e immateriali, di natura e di esperienza, di genialità e di stile. È il valore aggiunto della nostra vita sociale e un valore per la nostra economia. Investire in arte, istruzione, beni culturali, ricerca, è sempre vantaggioso. Il ritorno sarà sempre più grande dell’impegno di spesa, perché ci offre conoscenze per conservare ciò che va conservato e stimoli per innovare, per trasformare con creatività.

Intervento alla Cerimonia di consegna dei Premi “Presidente della Repubblica” per l’anno 2015 (Palazzo del Quirinale, 6 marzo 2017)

La democrazia ha un dovere [...]: ha la necessità di far crescere la cultura, di valorizzare l’arte e la musica, di investire nella ricerca e nel sapere, sia puntando verso l’alto - nella competizione e nel confronto con il mondo intero - sia espandendo la propria base. Non è un caso che la Costituzione contenga, tra i suoi principi fondamentali, un impegno solenne per promuovere la cultura e la ricerca. A ben guardare, è in gioco la qualità e l’essenza stessa della democrazia. Lo comprendiamo bene in una stagione quale quella che attraversiamo, in cui siamo chiamati ad affrontare cambiamenti profondi, di portata globale, che mettono in discussione la coesione e i modelli sociali, e ci pongono domande che vanno anche oltre la dimensione culturale toccando le stesse radici antropologiche. La cultura, l’arte, la ricerca - comprese le strade aperte da quelle avanguardie che le vostre Accademie esprimono - sono quindi essenziali alla tenuta di società complesse come le nostre, ancor più di quanto lo fossero in passato quando i ritmi di mutamento erano più lenti. Non comprenderlo, o pensare che la cultura sia indifferente allo sviluppo sociale, e anche economico; o, ancor peggio, che sia irrilevante rispetto ad essi, è un errore che certo voi non commettete.

Messaggio del Presidente Mattarella al Ministro Franceschini in occasione della Giornata nazionale del Paesaggio (Roma, 14 marzo 2017)

L’articolo 9 della Costituzione, la legislazione e la lungimirante giurisprudenza della Corte Costituzionale alimentano un sistema diffuso e multiforme di tutela e valorizzazione del paesaggio inteso come forma e immagine dell’ambiente, realtà creata dalla comunità umana e segnata dalla continua interazione tra la natura e l’uomo. Un paesaggio non più inteso dunque come elenco di beni da preservare, ma esito di un processo creativo continuo, di adattamento e trasformazione dei territori, nelle campagne come nelle città. I mutamenti dei luoghi in cui viviamo sono infatti la conseguenza delle scelte fatte dall’uomo, frutto di mediazione tra eredità del passato e prospettive del futuro, memoria storica e culturale della comunità. Troppo spesso queste scelte hanno stravolto e deturpato il paesaggio: speculazioni edilizie, urbanizzazione periferica senza pianificazione, disboscamenti selvaggi, inquinamenti industriali lesivi dei patrimoni genetici terrestri e marini. Per evitare il ripetersi di queste degenerazioni occorre diffondere una concezione del paesaggio come bene essenziale e valore non solo culturale ma civile ed economico, in grado di influenzare la qualità della vita individuale e il benessere sociale. Per tutelare e promuovere il paesaggio quale bene comune è necessario ripartire da una puntuale azione di programmazione delle politiche e delle scelte di gestione, basata sull’ interazione tra Stato e livelli territoriali e, come indicato dalla Convenzione del Consiglio d’Europa, da una attenta capacità di ascolto delle comunità locali.

Intervento in occasione della cerimonia per il cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci (Vinci, 15 aprile 2019)

Il lavoro di Leonardo rimane fonte di ispirazione ineguagliabile. Il suo percorso di vita fa riflettere: dalla sua formazione in Toscana - opportunamente indagata dalla mostra che tra poco visiteremo, dedicata “alle origini del genio”- sino al soggiorno presso le corti dei personaggi che governavano i diversi Stati: Milano, Roma, poi la Francia. Cosa sarebbe stato il Rinascimento senza l’apporto essenziale di politiche di prestigio che si misuravano anche in campo culturale e artistico? Un mecenatismo, quello delle corti del tempo, talvolta espressione di gusto e interesse estetico ma anche, talaltra, di desiderio di ostentazione delle ricchezze possedute e della potenza di uno Stato. Accanto al confronto delle armi (terreno che non fu estraneo alla ricerca di Leonardo), quello della cultura. Nel nostro tempo – fortunatamente - è di quest’ultima che siamo chiamati a occuparci. E questo ci ricorda l’importanza del sostegno alla cultura da parte delle istituzioni. E ci rammenta, anche, il dovere di evidenziare [...] il contributo all’umanesimo da parte di Leonardo. Un apporto che, quasi carsicamente, si ripropone ogni volta che appare necessario riflettere sulla libertà della ricerca, della cultura o, più semplicemente, sulla libertà con la elle maiuscola; e sulla dignità della persona.

Intervento in occasione della cerimonia dei David di Donatello (Palazzo del Quirinale, 11 maggio 2021)

So bene che lo spettacolo, in generale, e lo spettacolo dal vivo in particolare, è tra i settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia, al di là dei rilevanti interventi del Governo per sostenere il settore. Si tratta di un impoverimento – economico e culturale, quest’ultimo non risarcibile – che non può permanere a lungo. Perché il cinema, il teatro, la musica, la danza - in una parola, l’arte - non sono elementi aggiuntivi della vita sociale. Belli, alti, confortanti, di cui però si possa fare a meno di fronte problemi più gravi e urgenti. Ne costituiscono, al contrario, parte irrinunciabile. La pandemia ci ha costretto a chiudere le porte dei cinema e dei teatri, come nei periodi oscuri della storia dell’umanità, quando i palcoscenici e i set sono vuoti, quando le orchestre tacciono e nessuno danza. [...] L’arte, la creatività, la cultura non possono fare a meno di respirare la volontà di costruire il domani. Il pubblico si riconosce nelle storie del cinema. E vuole continuare a sognare, a pensare, a emozionarsi, ad appassionarsi. Il cinema è una rete di connessione che ci fa sentire partecipi della comunità, del suo vissuto e delle sue speranze per il futuro.

Intervento all’inaugurazione dell’edizione 2020-2021 della mostra “Quirinale Contemporaneo” (Palazzo del Quirinale, 29 settembre 2021)

L’arte, con la sua creatività, provvidenzialmente non si ferma. Continua a fornirci e a donarci opere, interpretazioni, emozioni. Le istituzioni, realmente collegate con la società e la vita del Paese, hanno il compito – e vorrei aggiungere il dovere - di riconoscerle, di accoglierle.

Intervento in occasione dell’avvio dei lavori della Biblioteca di Storia dell’Arte al Quirinale (Palazzo del Quirinale, 21 dicembre 2021)

Sono davvero molto lieto che prima della fine del mio settennato si dia avvio ai lavori per realizzare questo grande progetto, una scelta di grande significato. Sottolineo che si tratta di una grande operazione culturale, che dona alla città di Roma, nel suo centro, un luogo dinamico di studio, che conserva un grande patrimonio di cultura del nostro paese e che guarda al futuro, perché è raccogliendo e ponendo a disposizione degli studiosi, quelli di oggi e quelli del futuro, questo grande patrimonio che la biblioteca conterrà, significa proiettare verso il futuro la cultura che il nostro paese ha accumulato nel corso dei secoli. La cultura che è l’anima del nostro paese e che rende più rassicuranti le sue prospettive di futuro, perché senza quella dimensione ogni altra attività, impegno o versante della vita sociale perde significato e difficilmente trova la propria dimensione e la propria consapevolezza. Ringrazio molto per quanto è stato fatto. Tre anni sono un tempo ragionevolmente breve per un’opera così impegnativa, ed è una grande realizzazione: il progetto che l’architetto Botta ci ha donato e che con tanta maestria e sapienza d’immagine e divisione consente di rendere davvero questo edificio e questo complesso una realtà veramente viva del centro della città. Il Quirinale è lietissimo di aver posto a disposizione questo edificio per questo scopo, e quello che insieme stiamo realizzando e che oggi si avvia è davvero un grande contributo al futuro del nostro paese.


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