La legge di bilancio 2019 continua a essere modificata anche nelle ultime battute della discussione. I senatori grillini Patuanelli, Montevecchi, Accoto, Pirro, Turco e Gallicchio hanno ora introdotto un emendamento (1.5006/1) che intende ridistribuire le risorse del piano per l’arte contemporanea (PAC) al fine di promuovere l’arte contemporanea italiana all’estero. Questo il testo completo dell’emendamento: “All’emendamento 1.5006, dopo il capoverso «349-bis», aggiungere, infine, il seguente: «349-ter. Per la promozione dell’arte contemporanea italiana all’estero è destinata quota parte delle risorse di cui all’articolo 3, comma 1, della legge 23 febbraio 2001, n. 29, pari a 3 milioni di euro per ciascuno degli armi 2019 e 2020 e a 1 milione di euro a decorrere dall’anno 2021”. L’articolo 3 della legge 23 febbraio 2001 è quello che prevede, appunto, l’istituzione del Piano per l’arte contemporanea.
Sono tuttavia due i problemi di questo emendamento: il primo consiste nel fatto che non è chiaro cosa i senatori del Movimento 5 Stelle intendano per “promozione dell’arte contemporanea italiana all’estero”. In secondo luogo, questa misura andrebbe a distrarre risorse che attualmente vengono destinate a due dei più importanti musei d’arte contemporanea in Italia, ovvero il Museo Nazionale delle Arti del XII Secolo (il MAXXI) di Roma, e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che in gran parte si sostengono grazie ai fondi del PAC.
Dure critiche arrivano dal deputato Pd Michele Anzaldi, che in un articolo sull’Huffington Post scrive che il “subemendamento dei senatori grillini redistribuisce le risorse del Pac, il Piano per l’arte contemporanea, prelevando 3 dei 4 milioni a cui il fondo ammonta. Questo significa, di fatto, svuotare i fondi (i due musei potranno contare solo su 500 mila di euro all’anno) che tengono in vita il Maxxi e la Gnam. Si tratta dei due più importanti musei della Capitale nel campo dell’arte contemporanea e di quella moderna. E nel nel caso del Maxxi, all’importanza delle opere si aggiunge l’attrazione esercitata dal ‘contenitore’, progettato dalla compianta archistar Zaha Hadid. Questi due poli avrebbero dovuto colmare i ritardi accumulati da Roma, la cui offerta culturale tende spesso a concentrarsi solo sul passato, rispetto al presente dell’arte contemporanea”. E sottolinea che il governo ha deciso “di affossare uno dei potenziali pilastri economici della Roma del futuro, quella in cui la cultura, il turismo e l’enogastronomia occupino il posto che in passato spettava al sistema industriale” per una sfuggente promozione dell’arte contemporanea all’estero che “non vorremmo nascondesse l’intenzione di faraonici viaggio-premio all’estero per qualche dirigente amico”. E il tutto avviene, fa notare Anzaldi, senza che il sindaco di Roma Virginia Raggi abbia detto alcunché.
Nella foto: la GNAM di Roma. Ph. Credit Finestre sull’Arte
Manovra 2019, un emendamento grillino rischia di affossare il MAXXI e la GNAM di Roma |