MiBAC, gli idonei al concorso da funzionario per la comunicazione chiedono l'esaurimento delle graduatorie


Gli idonei al concorso MiBACT del 2016 per il profilo funzionario promozione e comunicazione inviano una lettera al ministro Bonisoli per chiedere l’esaurimento delle graduatorie.

Gli idonei al concorso del Ministero dei Beni Culturali del 2016 per il profilo di funzionario promozione e comunicazione inviano una lettera aperta al ministro Alberto Bonisoli per chiedere l’esaurimento delle grduatorie. Pubblichiamo il testo di seguito.

Gentile Ministro,
siamo gli idonei della graduatoria di concorso relativa al profilo Funzionario della Promozione e Comunicazione. Desideriamo innanzitutto porgerLe i nostri più sinceri auguri per un proficuo lavoro.
Con la presente vorremmo invitarLa a porre la Sua attenzione sulla figura del Funzionario della Promozione e Comunicazione che, a nostro avviso, potrebbe fattivamente contribuire a sostenere e realizzare le politiche culturali del Ministero.
Come noto, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha indetto nel maggio 2016 una procedura concorsuale volta a individuare nuovi professionisti della cultura al fine di porre un argine alle carenze di organico sempre più gravose sofferte dall’istituzione. Si è così proceduto alla selezione di 500 funzionari (archeologi, comunicatori, architetti, storici dell’arte, antropologi, demoetnoantropologi, restauratori, bibliotecari, archivisti), producendo una graduatoria complessiva di oltre mille vincitori e idonei, di cui meno di 600 hanno finora preso servizio.
Ad oggi sono autorizzate assunzioni fino a 1000 unità e resterebbero esclusi all’incirca un centinaio di idonei. Avendo a disposizione graduatorie già determinate, Le chiediamo di voler considerare l’esaurimento delle graduatorie stesse come una risposta concreta ed immediata al fabbisogno ed agli obiettivi del Suo dicastero.
Uno dei profili con il maggior numero di idonei, in proporzione, è proprio quello del Funzionario della Promozione e Comunicazione.
Dalle tabelle della mobilità (tabella B del DD dell’8 agosto 2017) risultano per il profilo comunicatori soltanto 77 unità, di cui 35 (rispetto alle 40 previste dal DDG del 22 dicembre 2017, nel quale sono comprese, oltre alle 30 del bando di concorso, ulteriori 10 unità autorizzate dal dpcm del 4 aprile 2017) sono state “coperte” con le assunzioni avvenute finora. Tale numero ci sembra inadeguato ed insufficiente, considerato il ruolo che svolgerebbe tale figura all’interno delle diverse istituzioni del Suo Ministero.
Come da Lei recentemente sottolineato, per dare nuova linfa vitale all’interno dei beni culturali è necessario assumere investendo su persone qualificate, motivate e competenti, e dunque proseguire con decisione sulla strada intrapresa. Solo così facendo sarà possibile raggiungere quegli obiettivi – che con tanta risolutezza Lei ha dimostrato fin da subito di voler perseguire – di effettiva tutela, valorizzazione e fruizione del nostro immenso patrimonio culturale.
Colpisce positivamente la Sua volontà di dare ascolto alle esigenze di chi lavora nel settore ed è nel rispetto fiducioso di tale spirito costruttivo che ci accingiamo a stimolare una riflessione sul ruolo del Funzionario della Promozione e Comunicazione all’interno del Ministero.
Questa figura professionale svolge la sua azione all’interno dell’ambito della valorizzazione e della fruizione – da Lei indicate non come meri strumenti di profitto – al fine di rendere il patrimonio una ricchezza conosciuta e vissuta dalla cittadinanza.
Tale innovativo profilo è stato collocato, nell’ambito delle assunzioni finora avvenute, all’interno dei Musei autonomi e dei Poli museali, nei quali esso svolge una fondamentale azione di raccordo con la comunità. I Poli museali – rivelatisi, forse, uno dei punti deboli della riforma – soffrono una mancanza di governance (livelli minimi di qualità museale, attribuzione dell’attività gestionale e, soprattutto, programmatoria) di cui dovrebbe essere avviata a breve una fase sperimentale. Accusano una carenza di personale e, coinvolgendo ampi territori e numerosi istituti di cultura, necessiterebbero di un’azione comunicativa più articolata. Sarebbe opportuno il coinvolgimento di un maggior numero di professionalità al fine di rafforzarne il ruolo di connettore, di luogo del dialogo tra le diverse realtà museali e gli attori pubblici e privati presenti nel territorio in cui operano (come sta avvenendo con discreto successo per alcuni musei autonomi). Soltanto in tale modo sarebbe possibile creare, non solo sulla carta, un Sistema Nazionale dei Musei, mettendo a sistema quasi 8.000 musei italiani e consolidando così il patrimonio culturale – anche dal punto di vista di un migliore posizionamento turistico che l’Italia può raggiungere nella competizione internazionale.
Richiamiamo peraltro l’attenzione sull’importanza della nuova figura del funzionario per la promozione e comunicazione per promuovere non solo le reti museali ma anche biblioteche e archivi storici attraverso progetti finalizzati in particolare all’accessibilità e alla comunicazione, all’innovazione dei linguaggi e delle tecnologie, allo scopo di coinvolgere un pubblico sempre più numeroso e differenziato; si rafforzerebbe così sul territorio il ruolo centrale delle biblioteche, dei musei e dei poli archivistici intesi come soggetti protagonisti della vita culturale delle comunità.
Ci preme, inoltre, invitarLa a considerare che potrebbero esserci ampi spazi di azione per la figura del comunicatore anche nell’ambito della tutela.
Come indicato nel documento redatto dal Ministero nel 2010 di analisi del fabbisogno di competenze professionali, tra le mansioni del Funzionario per la Promozione e Comunicazione vi è la seguente: “collabora all’elaborazione dei programmi di promozione del Patrimonio culturale e di comunicazione all’esterno dell’attività dell’Amministrazione di Tutela, utilizzando tutti gli strumenti tecnologici avanzati”.
Per fare ciò sarebbe pertanto necessario prevederne la presenza anche all’interno delle Soprintendenze, al fine di far comprendere pienamente all’intera comunità il fondamentale ed imprescindibile lavoro di tutela dei beni culturali da esse svolto, in un’ottica di condivisione e di sviluppo della conoscenza nella collettività. Come sottolinea Giuliano Volpe le nuove Soprintendenze, così come concepite dalla riforma avviata nel 2014, integrano infatti competenze precedentemente frammentate all’interno di una visione unitaria del patrimonio culturale, considerandolo oggi un insieme organico e diffuso in tutto il territorio italiano. Esse prevedono al loro interno vari settori; esperti di comunicazione sarebbero necessari per valorizzare e rendere fruibile, accessibile la ricchezza culturale del territorio in cui operano.
Considerate ormai superate quelle posizioni che pongono in antitesi tutela e valorizzazione, riteniamo che quest’ultima sia, per usare le parole di Pietro Petraroia, “tutela che diventa relazione, attraverso l’appropriazione diffusa di strumenti di lettura e godimento dell’eredità culturale”; non è dunque riservata ai soli addetti ai lavori – in un’ottica elitaria, chiusa del patrimonio – ma si fonda sulla condivisione. Imprescindibile diviene dunque l’azione della comunicazione: è necessario democratizzare la cultura attraverso una narrazione del patrimonio che consenta ad una cittadinanza attiva di concorrere alla produzione e alla consapevolezza della propria eredità culturale.
Ciò avverrebbe in armonia sia con quanto espresso dall’art. 9 della nostra Costituzione sia con gli intenti propugnati dalla Convenzione di Faro siglata dall’Italia nel 2013, di cui si attende la ratifica.
Nell’odierno passaggio dal diritto del patrimonio culturale al diritto al patrimonio culturale, essenziale diviene dunque un’efficace strategia comunicativa – da mettere in atto tramite apposite professionalità qualificate – tale da far riconoscere il nostro immenso patrimonio culturale come parte fondamentale dell’identità della nostra comunità.

Nella speranza che le nostre osservazioni possano essere oggetto di Sua riflessione in vista di azioni concrete, Le porgiamo distinti saluti.

Idonei del profilo Funzionario della
Promozione e Comunicazione

Roma, 5 luglio 2018

 

MiBAC, gli idonei al concorso da funzionario per la comunicazione chiedono l'esaurimento delle graduatorie
MiBAC, gli idonei al concorso da funzionario per la comunicazione chiedono l'esaurimento delle graduatorie


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