Un maxi emendamento al disegno di legge di bilancio per eliminare il bonus cultura dei diciottenni, quello che ogni anno garantisce 500 euro ai giovani che compiono il 18° anno d’età, e che può essere utilizzato per acquistare libri, biglietti di musei e concerti, abbonamenti a teatro, musica e così via. L’emendamento è stato presentato da Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia), ed è decisamente articolato dal momento che introdurrebbe ben 29 commi, con il primo che va ad abrogare 18app (questo il nome del bonus), e gli altri che vanno a ripartire i fondi del bonus (230 milioni di euro).
Ecco cosa i tre esponenti della maggioranza intendono fare con i soldi risparmiati. Ci saranno, intanto, 40 milioni in più per il Fondo per il sostegno economico per i lavoratori della cultura, istituito con la legge di bilancio dello scorso anno. C’è poi l’idea di istituire un “Fondo per il libro” dotato di 15 milioni di euro all’anno. Ancora, 40 milioni all’anno andranno al Piano strategico “Grandi Progetti Beni culturali”, mentre ci saranno 3 milioni di euro l’anno in più per il Fondo nazionale per la rievocazione storica. Poi, ci saranno 2 milioni di euro destinati alle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi. Altri 40 milioni aggiuntivi andranno al Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo, mentre sono previsti 25 milioni di euro l’anno, a partire dal 2023, per “consentire al Ministero della cultura le acquisizioni coattive di beni culturali nei settori di competenza a titolo di acquisto all’esportazione o di espropriazione”, nonché “le acquisizioni a seguito di trattativa privata”. Ci sono poi 10 milioni di euro in più per la promozione della visione nelle sale cinematografiche, 5 milioni per il finanziamento di “carnevali storici con una riconoscibile identità culturale”, 1 milione di euro per il sostegno a festival, cori e bande musicali, 13,3 milioni di euro in più per i musei, 30 milioni in più per il Fondo tutela patrimonio culturale, 300.000 euro all’anno per il sostegno delle attività di rievocazione storica de “La Girandola” di Roma, 1 milione per la “Fondazione Vittoriano” che l’emendamento, se approvato, farebbe nascere.
Inoltre, Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa dichiarano che verrà introdotta una “Carta Cultura” che sostituirà 18app: “Il Parlamento”, affermano in una nota i tre parlamentari, “darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche. La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso. La sostituzione di 18app con una nuova ’carta cultura’ è una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura. Il ministro Sangiuliano e i sottosegretari stanno già lavorando per convocare un incontro ai primi di gennaio con le categorie coinvolte per definire le linee di questa nuova ’carta della cultura’, senza abusi e con il sostegno anche per l’acquisto di libri scolastici, sostenendo le famiglie”.
Naturalmente fioccano già i commenti sul provvedimento. Tra i primi a farsi sentire, la deputata Valentina Grippo di Azione-Italia Viva, che su Twitter scrive: “Con consumi culturali in calo e tasso di abbandono scolastico allarmante, è assurdo che si pensi di sopprimere la 18App, uno strumento che ha avvicinato moltissimi ragazzi all’arte e alla cultura”. Angelo Bonelli (Verdi) dichiara: “Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno presentato un emendamento per sopprimere il bonus cultura per i diciottenni, i 500 euro per consumi culturali, e dirottare i fondi verso i carnevali storici, le celebrazioni su Marconi e per ben 750 assunzioni nei ministeri. È vergognoso: non supportare la cultura e contemporaneamente tagliare i fondi ai giovani, resi strutturali nella precedente Legge di Bilancio, significa tagliare i fondi al futuro che quei giovani rappresentano”. Si unisce al coro di proteste anche l’ex ministro Dario Franceschini: “Un emendamento della maggioranza azzera la `app 18′. Una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un bonus cultura esplicitamente ispirato dal nostro. Il governo faccia marcia indietro e non tagli alla cultura”. Contrari anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura di Camera e Senato: “Alla Destra evidentemente non bastava non aver previsto alcuna risorsa per la cultura nella manovra presentata al Parlamento. Adesso con un emendamento alla legge di bilancio vogliono abrogare il Bonus cultura, conosciuto come 18app. Il danno sarebbe enorme, perché le risorse a copertura di questo strumento sono state rese stabili nella scorsa legge di bilancio e gli operatori del settore contano su quegli introiti”. Per Matteo Renzi, leader di Italia Viva, cancellare 18app è una “follia”. “Perché hanno paura della cultura? Io sono pronto all’ostruzionismo parlamentare. Ma chiedo a tutti di darci una mano”: Renzi ha infatti lanciato una petizione per chiedere alla maggioranza di fare marcia indietro. Simona Malpezzi del Pd si appella al ministro della cultura: “Ministro Sangiuliano, a questo punto ci aspettiamo il suo parere contrario: siamo certi che non vorrà essere ricordato come il ministro che non ha difeso lo scippo di 230 milioni per i consumi culturali dei 18enni. Il governo non è spettatore”.
La maggioranza però fa quadrato attorno ai tre firmatari dell’emendamento. Per Maurizio Gasparri (Forza Italia) è “Inutile la levata di scudi del Pd e altri a difesa della ‘18App’ voluta da Renzi e poi anche da Franceschini. Sotto il cappello di una misura pensata per allargare, giustamente, gli strumenti di fruizione della cultura, si sono moltiplicati imbrogli e furbizie. Troppi con quei 500 euro, si compravano telefonini, videogiochi e perfino lavatrici”. Per Raffaele Speranzon (FdI) sono stati “Smentiti i soloni della sinistra. Come avevamo promesso abbiamo finanziato e reso strutturale l’indennità di discontinuità. Un investimento importante per garantire sicurezza e stabilità ai nostri artisti”. Per il collega di partito Guerino Testa, “App 18 ha fallito la sua missione: avvicinare i giovani ai libri e alla cultura, con 230 milioni all’anno che spesso non vengono utilizzati per gli scopi previsti. L’obiettivo dell’emendamento della maggioranza è proprio ripensare lo strumento con interventi strutturali”. Parla anche il sottosegretario Vittorio Sgarbi: “È evidente la malafede dei difensori di 18App, ovvero il bonus cultura che il Governo cerca di sottrarre ad evidenti distorsioni e abusi. Le false fatture per acquisto di libri scoperte dalla Guardia di Finanza inducono ad evitare una indistinta elargizione per garantire la reale circolazione di libri ai giovani destinatari del contributo. Esso infatti non va consegnato nelle mani dei singoli e incontrollabili utenti, e neppure si può pensare che il ministero o le scuole possano genericamente donare i libri equivalenti alla dote finanziaria stabilita, ma che i librai, promotori e animatori di cultura, abbiano un bonus che potranno poi rendicontare garantendo l’effettiva distribuzione di libri a scelta dei giovani, fino al raggiungimento della cifra garantita dallo Stato. In sostanza niente soldi in dono, ma libri in dono, con una lista documentabile di titoli distribuiti a richiesta dei giovani. Non è una forma di diffidenza ma un analogo risultato ottenuto senza rischi di deviazione del denaro ad altri scopi. Un giovane potrà così desiderare e acquisire 200, 300, 400 euro di libri fino a consumare il suo bonus, senza mercanteggiare a fronte di fatture concordate. Mi pare che anche Franceschini lo possa capire. Il bonus viene dunque trasformato in una sorta di abbonamento ai libri che desideri e potrai ritirare in libreria”. Il ministro Sangiuliano, infine, si è limitato a dire che sulla decisione si esprimerà il Parlamento.
La maggioranza vuole eliminare 18app, il bonus cultura diciottenni: emendamento in manovra |