Il presidente del consiglio Mario Draghi parla per la prima volta di cultura, e lo fa nella sua replica alla discussione sulle sue comunicazioni al Senato. Durante la discussione, il tema era stato sollevato dal senatore Mario Pittoni della Lega (già presidente della Commissione Cultura del Senato dal 21 giugno 2018 al 29 luglio 2020), unico a riservare all’argomento un passaggio specifico nel proprio intervento.
“C’è un altro tema che ci sta a cuore”, ha sottolineato Pittoni durante il suo intervento: “la cultura, che, insieme al suo indotto, arriva a generare il 17 per cento del PIL. Dovrebbe bastare questo per metterla al centro del progetto di ripartenza del paese. Non si tratta solo di posti di lavoro: la cultura è molto di più; sono le nostre radici, ciò che unisce l’Italia in un mosaico di differenze che il mondo ci invidia, una meravigliosa sintesi di genialità e creatività. Promuoviamo allora i tanti luoghi ancora non inseriti nei grandi attrattori culturali, valorizziamo (in modo rispettoso ed eco-sostenibile) i cammini che attraversano il paese e lo raccontano; tuteliamo i lavoratori dello spettacolo, piegati dalla crisi pandemica che li ha colpiti con particolare durezza: sono stati i primi a chiudere e saranno probabilmente gli ultimi a ripartire. Per un paese come l’Italia sarebbe un grave errore non occuparsene. La cultura è il primo grande presidio sociale: salda le comunità. Non possiamo perdere la miriade di compagnie teatrali, artisti e musicisti che costituiscono il tessuto da cui nascono le grandi opere che ci rappresentano del mondo”.
Draghi, dopo aver ascoltato gli oltre sessanta interventi dai senatori, ha preso parola per replicare e uno dei primi punti sui quali è intervenuto è proprio la cultura. “Sulla cultura”, ha dichiarato il primo ministro, “stamattina ho detto che l’Italia è una grande potenza culturale, riconosciuta in tutto il mondo, e anche per questo, durante il G20, daremo grande importanza ai temi della cultura, con un incontro dedicato. Naturalmente, le restrizioni necessarie a contenere la pandemia hanno messo a dura prova musei, cinema, teatri, musica, danza, tutto lo spettacolo dal vivo e ogni arte in generale. La cultura va sostenuta, tutte le attività vanno sostenute; il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. La perdita economica è ingente, ma ancor più grande sarebbe la perdita dello spirito”.
“Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati”, ha proseguito, “serve fare ancora di più, soprattutto occorre rinforzare le tutele dei lavoratori e va colta l’opportunità del Next generation EU per potenziare gli investimenti sul patrimonio culturale, sul capitale umano, sulle nuove tecnologie. Il ritorno nel più breve tempo possibile alla normalità deve riguardare anche la cultura in tutte le sue forme, perché imprescindibile per la crescita e il benessere del paese”.
Draghi: “dobbiamo sostenere la cultura: rischiamo di perdere un patrimonio” |