Dure critiche alla riforma Bonisoli da parte del collettivo Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali. In particolare, il movimento punta l’indice contro il primo decreto attuativo, siglato dal ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli l’altro ieri: nel provvedimento sono contenute una misura che apre alle fondazioni pubblico-private, e la lista degli accorpamenti (qui l’elenco completo).
Per Mi Riconosci, il decreto, a uso interno, è un “fulmine a ciel sereno”, spiega Flavio Utzeri: “con un decreto di Ferragosto, il Ministero compie una serie di operazioni apparentemente inspiegabili: come accorpare le rovine di Aquileia con il Castello di Miramare a Trieste; le Gallerie dell’Accademia di Firenze con gli Uffizi; il Cenacolo Vinciano con la Pinacoteca di Brera; tutti i musei nazionali dell’Umbria in un unico istituto. Una mossa che rischia di gettare in fumo progetti e fondi di tanti musei, una mossa che risulterebbe inspiegabile se non fosse per un altro passaggio del decreto: il compito, assegnato alla Direzione Generale Musei, di favorire la nascita di nuove fondazioni museali che gestiscano musei statali. E allora è chiaro: gli accorpamenti servono a far confluire tutto nella stessa fondazione. Può un Governo dimissionario compiere un atto tanto importante per il futuro dei Musei italiani?”
“Il Movimento 5 Stelle”, aggiunge Daniela Pietrangelo, educatrice museale ed esperta di rapporti pubblico-privato nel settore culturale, “aveva vinto le elezioni promettendo di abolire la fallimentare riforma Franceschini, che andava nella direzione di una privatizzazione per i Musei italiani; ma, una volta al Ministero, hanno perseguito con convinzione lo stesso progetto”. Pietrangelo tuttavia dichiara di non essere stupita per il provvedimento: “Alberto Bonisoli viene dal mondo delle Fondazioni private e, nonostante le promesse continue riguardo alla volontà di mantenere pubblici i musei statali, sapevamo che il piano era nell’aria. Certo, compiere un atto simile in pieno agosto e facendolo passare come una riorganizzazione del Ministero, addirittura in un decreto che non è lecito rendere pubblico, è di una gravità inaudita. Può il Ministero giustificare questa volontà, che va contro a quanto promesso dal partito che lo guida, e che è fortemente avversata dalla larghissima maggioranza degli italiani? I milioni di euro buttati per il MAXXI di Roma e le Fondazioni lirico-sinfoniche non sono bastati?”.
Gli attivisti del collettivo invitano infine il ministro Bonisoli a rispondere pubblicamente del contenuto del decreto, dal momento che, concludono “all’interno dei corridoi degli uffici ministeriali cova una rabbia sempre meno celata”.
Nella foto: il Collegio Romano, sede del Ministero dei Beni Culturali. Ph. Credit Finestre sull’Arte.
Riforma, critiche dal collettivo Mi Riconosci: “Il Ministero dei Beni Culturali punta alla privatizzazione dei musei” |