Il tema della cultura non è neppure entrato nella conferenza stampa del presidente del consiglio Giuseppe Conte di questa sera, organizzata per anticipare i contenuti del dpcm del 3 dicembre, che introduce divieti e raccomandazioni per le festività natalizie. Nessuna parola per musei, cinema, teatri, sale concerto, biblioteche, archivi: si è parlato di diverse attività (bar, ristoranti, impianti sciistici), ma per la cultura neanche una mezza parola. Neppure dai giornalisti intervenuti per fare le domande a fine conferenza stampa: c’è stato spazio per molti argomenti marginali e poco attinenti al tema della conferenza stampa, come l’eventuale rimpasto di governo, le tensioni della maggioranza, il MES, e addirittura le vicende personali del presidente del consiglio (una giornalista di AdnKronos gli ha infatti rivolto una domanda su una sua presunta cena consumata fuori dalle regole Covid), ma a nessuno è venuto in mente di menzionare uno dei settori strategici per il paese.
A giudicare dalla bozza che circolava oggi, tuttavia, è altamente probabile che la cultura rimarrà chiusa: nella bozza del dpcm infatti si parlava di chiusura di musei, mostre e luoghi della cultura fino al 15 gennaio, e sospensione delle attività di cinema, teatri e sale concerto fino alla stessa data. Unica eccezione per gli archivi, che torneranno in servizio da domani. Riapertura parziale invece per le biblioteche: potranno infatti aprire le porte solo le strutture dotate di servizi su prenotazione. Per il resto, invece, neanche la dignità di citazione.
Conferenza stampa di Conte, la cultura neanche citata. E quasi sicuramente sarà chiusa |