La riforma del Ministero dei Beni Culturali (leggi qui le novità della bozza e qui la nostra analisi) è il frutto di un percorso ideato per razionalizzare le spese ed evitare gli sprechi. Ad affermarlo in una nota ufficiale è il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli, secondo il quale la riforma contiene “alcuni elementi di novità. Maggiore attenzione ai territori, la cancellazione di inutili sovrapposizioni attraverso l’eliminazione di duplicati e funzioni doppie per una migliore azione amministrativa, ottimizzazione ed razionalizzazione della spesa, superando i confini amministrativi e legando tra di loro situazioni e siti secondo una logica tematica”.
Per quanto riguarda prestiti e scambi di opere con l’estero, “le novità introdotte rispondono ad una esigenza di certezza del diritto e uniformità delle procedure”. Infatti, sostiene il ministro, ”si è deciso di armonizzare le relazioni internazionali evitando comportamenti opportunistici che, invece, l’attuale normativa, al contrario, consentiva".
“Per la prima volta nella storia del MiBAC”, conclude infine Bonisoli, “il processo che ha portato alla rielaborazione di questo decreto ha avuto un percorso partecipato e concertato, cominciato mesi fa. Prima della stesura definitiva sono stati riuniti e ascoltati sindacati, dirigenti, associazioni, terzo settore il cui parere è stato tenuto in ampia considerazione e con cui è stata definita una precisa road map che si è chiusa con la firma del presidente del Consiglio dei Ministri”. Il testo ha infatti ottenuto l’approvazione del presidente del consiglio lo scorso 19 giugno e adesso è all’esame della Corte dei Conti.
Nella foto: il ministro Alberto Bonisoli
Il ministro Bonisoli: “La riforma del Ministero dei Beni Culturali ideata per razionalizzare spesa ed evitare sprechi” |