Nel corso della conferenza stampa con i giornalisti della stampa straniera, il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, ha accennato al tema della riforma del MiBAC, uno dei principali assi del programma del Movimento 5 Stelle (il partito del ministro) durante la campagna elettorale. Bonisoli ha anticipato che è in corso una discussione su un’eventuale riforma: “mi sembra palese”, ha spiegato, “che ci siano delle criticità nell’attuale organizzazione del ministero”. Una di queste criticità “è dovuta alla quantità e alla qualità del personale”, ha continuato il ministro. “Ci sono alcuni ruoli che sono difficilmente riscontrabili: ad esempio, il ministero è storicamente in difetto per competenze che abbiano a che fare con l’amministrazione o con l’IT, e anche banalmente come numero perché io ho diverse situazioni in tutta Italia dove non si riesce ad aprire in maniera completa, in maniera totale, un museo, una biblioteca o un giardino perché non c’è il numero sufficiente di personale per permetterlo. Questo è un aspetto, ed è la ragione per cui in finanziaria siamo stati molto attenti al discorso assunzionale. C’è un altro aspetto che però non possiamo negare e che è legato al funzionamento dalla macchina, e questo prescinde dal numero di persone o dalle risorse che mettiamo all’interno di questa macchina”.
Il ministro ha poi spiegato come intende procedere: “una volta avuta coscienza e sapendo di quante risorse potevamo discutere, e avendo condiviso una serie di azioni all’interno dell’organizzazione, avremmo cominciato a mettere mano all’organizzazione stessa del ministero, ed è quello che stiamo facendo in questo momento. Noi abbiamo costituito un piccolissimo gruppo di persone con cui stiamo iniziando a fare un challenge, quindi a valutare anche da un punto di vista esterno, quasi disincantato, come sta funzionando il ministero, ci stiamo concentrando ovviamente sui meccanismi e sugli snodi più importanti (il ruolo delle soprintendenze, l’articolazione delle soprintendenze, quante soprintendenze ci devono essere su un certo territorio) e in base a questo prenderemo delle decisioni che cominceremo a esplicitare tra qualche settimana”.
Sul perché non sia ancora stato fatto niente e la fase “operativa” sia stata rinviata a “tra qualche settimana”, Bonisoli ha spiegato che “a differenza di quello che è stato fatto precedentemente, io penso e credo che, per avere una riforma efficace, questa riforma vada discussa, e bisogna cercare poi il confronto con chi questa riforma la dovrà vivere all’interno dell’organizzazione. Questa è la ragione per cui l’anno scorso abbiamo di fatto incontrato i segretari regionali, i soprintendenti, i direttori dei grandi musei, i direttori dei musei, gli archivisti, i bibliotecari: abbiamo sentito le diverse sensibilità, abbiamo già un elenco di cose che non funzionano e che potrebbero essere messe a posto, stiamo trovando una sintesi e questa sintesi sarà l’avanzamento, il superamento, una nuova fase di uno sviluppo organizzativo che penso sia fisiologico in tutte le organizzazioni complesse come quella del ministero”.
Nella foto: il ministro Alberto Bonisoli
Il ministro Bonisoli: a breve cominceremo a parlare della riforma del MiBAC |