Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura nel 1959, descrive in questa poesia l'esplosione di vita che trasforma la vegetazione.
Quel repentino cambiamento portato in natura dalla primavera e racchiuso bene in quel "ed ecco", che introduce quello schiudersi delle gemme sui rami in apparenza secchi. Il tronco dell'albero che poco tempo prima sembrava morto, quasi ripiegato su se stesso, ora riprende vita. Ecco che un virgulto spacca la corteccia e spunta la gemma di un verde brillante, tenerissimo, ancora più splendente dell'erba, che ha ripreso a crescere nei prati prima desolati ed aridi.
È la vita che rinasce dopo il lungo letargo invernale e il cuore del poeta non prova più ansia (che il cuore riposa). Tutto questo, per Quasimodo, ha del miracoloso (e tutto mi sa di miracolo) e anche lui diventa parte della natura che si sveglia e rinasce in tutto il suo splendore per sentirsi quindi vivo e vitale.
Chocolat 3B