Cantico delle creature di san Francesco d'Assisi

Poesiarte

2011, Terza puntata


Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so' le laude, la gloria et l'honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messer lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si', mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si', mi’ Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.


Scritto in volgare umbro del XII secolo (diffusa la presenza ad esempio della vocale -u finale, così come della terza persona plurale in -ano o la congiunzione ka) il componimento è una prosa rimata abbastanza vicina alle sequenze liturgiche, divisa generalmente in versi di pari misura e spesso in assonanza fra loro.

Si ritrovano influssi toscani, come ad esempio quel “sirano” del verso 26. Si riscontra la presenza di francesismi, come il verbo “mentovare”, ossia nominare, e dei numerosi latinismi. Uno fra tanti “clarite”, ossia splendenti.

Il testo era stato scritto da Francesco perché ne facessero uso i seguaci del suo ordine. Un testo da cantare in lode a Dio, sul modello dei Salmi, in cui i fedeli di Francesco ritrovavano i principi basilari del proprio ordine, fondato essenzialmente sul concetto dell’Amore vissuto come dedizione all’altro, quell’Amore predicato da Gesù.

Ma il Cantico delle creature era destinato anche ad un uso esterno all’ordine francescano, era rivolto a tutti i devoti, sia colti che non. Le persone più istruite vi ritrovavano le ragioni di una loro ricomposizione con la natura e il mondo, mentre gli incolti la garanzia che le sofferenze patite avrebbero trovato un senso dopo la morte e sarebbero state ricompensate e la giustizia avrebbe trionfato.

Tutto questo è espresso bene anche dal linguaggio utilizzato: il volgare, per intendersi con la massa di fedeli, ma anche il latino per nobilitare il testo e rivolgersi alla gente più colta.

Da sottolineare il fatto che in questa lode tutte le creature sono chiamate "fratello" e "sorella" e dunque Francesco pone l'uomo al loro livello, in quanto anch'egli creatura, sebbene chiamato ad una maggiore responsabilità morale, in quanto dotato di libero arbitrio: l'uomo trova beatitudine solo se rispetta la legge divina (beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati) e se imita Cristo (Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore et sostengo infirmitate et tribulatione).

Come in molti altri testi medievali, anche qui la numerologia biblica gioca un ruolo fondamentale:

a) i 4 elementi naturali (vento, acqua, fuoco, terra), sono accompagnati da 4 indicatori:
  • il vento = aere, nubile, sereno, ogni tempo;
  • l’acqua = utile, umile, preziosa, casta;
  • il fuoco = bello, giocondo, robusto, forte;
  • la terra = diversi frutti, coloriti fiori.

b) il firmamento è diviso in 3 parti: luna, sole e stelle, e vi corrispondono i tre aggettivi con i quali Francesco definisce le stelle: chiarite, preziose, belle.
A Dio si rivolge con 3 appellativi diversi: altissimo, onnipotente, buono; Corrispondono poi a Dio 3 omaggi: lode, gloria, onore; 3 azioni: benedite, ringraziate, servite.

c) per quanto riguarda l'uomo, la fa da padrone il numero 2:
  • perdonano e sostengono;
  • infermità e tribolazioni;
  • guai e beati;
  • peccati e sante volontà.

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