Poesiarte
2010, Nona puntata
Un dipinto misterioso come il suo autore. “Laura” è il nome che da secoli viene dato alla ragazza ritratta in questo bellissimo dipinto eseguito da Giorgione nel 1506 e che oggi si trova al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Laura: una giovane dallo sguardo impenetrabile, dall'espressione all'apparenza impassibile, nuda sotto la sua veste rossa bordata di pelliccia. Un velo trasparente sul capo, che le scende sul collo e cinge il seno offerto all'osservatore. Rami e foglie di alloro alle sue spalle.
Chi è la giovane raffigurata in questo ritratto? Con chi possiamo identificarla? È davvero un ritratto della Laura amata da Francesco Petrarca? Giorgione era un pittore colto, che frequentava ambienti colti: i suoi dipinti sono pieni di motivi, di figure e di simbologie che soltanto i committenti o le persone che condividevano il suo codice culturale erano in grado di afferrare. Ambienti colti, all'interno dei quali la letteratura era grande protagonista.
È quindi probabile che dalle letture dei testi petrarcheschi, il raffinato Giorgione abbia immaginato questo ritratto di Laura? Una Laura così sensuale, così procace, così lontana dalla Laura idealizzata ed eterea cantata da Petrarca? È proprio la sua spiccata sensualità che ha portato alcuni storici dell'arte a dubitare del fatto che questa Laura corrisponda a quella cantata dal grande poeta.
E quindi, a chi allude tutto quell'alloro? C'è chi pensa che l'alloro potrebbe rimandare a Dafne, la ninfa amata da Apollo, tramutata in alloro per sfuggire alle attenzioni che il dio le rivolgeva. Oppure potrebbe essere una poetessa, con l'alloro a simboleggiare la gloria derivante dalla poesia. Ci sono addirittura storici dell'arte che vogliono identificare la ragazza con una cortigiana veneziana di inizio Cinquecento: l'indizio principale sarebbe proprio la veste con pelliccia, che le cortigiane della Venezia del tempo usavano indossare.
Quella che a detta di molti è l'interpretazione più probabile, vuole che il dipinto sia il ritratto di una sposa, chiamata Laura: il velo che porta in capo altro non sarebbe che il velo nuziale, l'alloro diventa simbolo di castità e il seno, oltre che simbolo di fecondità, sarebbe anche simbolo di erotismo, ma di un erotismo comunque moderato, perché il seno è scoperto solo per metà.
Il ritratto ha sul retro un'iscrizione secondo la quale il dipinto fu realizzato nel 1506 da “Zorzi da Chastel franco”, collega di Vincenzo Catena, e fu commissionato da un certo “Messer Giacomo”. Possiamo quindi identificare questo “Messer Giacomo” con il marito della Laura ritratta? Una domanda di cui non conosciamo la risposta. E del resto non possiamo neppure rispondere con certezza a tutte le domande che l'osservatore si pone osservando il dipinto.
È il ritratto di una giovane di cui non conosciamo l'identità. Una giovane che abbiamo chiamato Laura. Laura amata da Francesco Petrarca e quindi simbolo d'amore, figura mitologica ritrosa e incontaminata, cortigiana provocatrice, sposa allo stesso tempo casta e sensuale. Tutto questo è la Laura ritratta da Giorgione da Castelfranco. Una donna enigmatica, che da secoli continua ad affascinarci.
Federico Giannini