La Fontana di Trevi di Niccolò Salvi

Poesiarte

2010, Seconda puntata

Chi tira una monetina nelle sue acque avrà la possibilità di tornarci: è la settecentesca Fontana di Trevi, la più grande delle fontane di Roma, progettata da Nicolò Salvi nel 1732 e terminata da Giuseppe Panini nel 1762. Un connubio tra forme barocche, che risentono dell'influenza di Gian Lorenzo Bernini, e monumentalismo classicista. Il nome della fontana deriverebbe dal latino “trivium”, un incrocio di tre strade che si trovava anticamente presso il luogo dove oggi sorge il monumento: uno dei monumenti più celebri del mondo.

Ma allo stesso tempo una fontana “malata”, lasciata in uno stato di continuo degrado, sia dovuto all'indecente inquinamento causato dai turisti sia dai comportamenti negligenti degli operatori privati che dovrebbero essere delegati alla manutenzione e che invece non puliscono a dovere la fontana. I commercianti della zona hanno proposto come soluzione una proposta di autoregolamentazione nella pulizia delll'area che però al momento è stata bocciata.

Sarebbe forse necessaria una maggiore vigilanza della zona, sia da parte dei vigili urbani che delle aziende pubbliche dell'Urbe delegate alla pulizia dei monumenti. Ma finché continuerà la situazione attuale non ci sarà mai una giusta pulizia delle zone in questione e di conseguenza l'azione degli agenti atmosferici combinata alla maleducazione degli uomini potrebbe portare la fontana al degrado più avanzato.

Ed è un peccato che uno dei maggiori biglietti da visita del nostro paese sia lasciato in un tale stato di incuria, che poco ha a che fare con la magnificenza che ha ispirato anche il mondo del cinema. Si pensi soltanto alla “Dolce vita” di Federico Fellini, con Anita Ekberg che si tuffa nella vasca davanti a Marcello Mastroianni. Oppure a “Tototruffa 62”, dove Totò cerca di ingannare un turista cercando di vendergli proprio la fontana: una situazione divenuta proverbiale.

Una fontana che ha poi dato luogo a diverse leggende. Una di queste ci racconta che una ragazza che fa bere al proprio fidanzato un bicchiere dell'acqua che sgorga dalla Fontana di Trevi si garantirebbe l'amore eterno del proprio amato. Oppure la leggenda della “Fontanina degli Innamorati”, che si trova sul lato destro: le coppie di innamorati che bevono da tale fontana si garantirebbero la fedeltà eterna.

E ancora, leggende che risalgono a tempi antichi, come quella che vuole che nel 19 a.C. alcuni soldati, inviati da Marco Vipsanio Agrippa alla ricerca di un canale per portare l'acqua alle terme del Pantheon, incontrassero una giovane che mostrò al manipolo la sorgente che alimenta l'odierna fontana: per questo motivo il sito fu anticamente chiamato "Acqua Vergine".

Una storia che quindi affonda le sue radici nell'antichità e che continua fino a oggi, malgrado tutto: la storia di un grande capolavoro dell'arte settecentesca e soprattutto la storia di uno dei simboli di Roma e dell'Italia.

Alex Fiorini








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