Luce, colore, suoni e profumi: L'Impressionismo della collezione Clark a Milano

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2011, Terza puntata

La mostra sull'Impressionismo attualmente in corso a Milano, a Palazzo Reale, dà a Riccardo l'occasione per una riflessione su questo importante movimento artistico che caratterizzò la fine dell'Ottocento. Scopriamo quindi con l'articolo di oggi non solo che cos'è l'Impressionismo, ma anche perché è importante vedere dal vivo e da vicino un quadro impressionista!


La primavera dovrebbe giungere a breve (o così ci dicono). A Milano, comunque, viene annunciata da una mostra che pare quasi un inno alla bella stagione. Il 2 marzo a Palazzo Reale si è inaugurata l'esposizione dedicata ai capolavori della Collezione Clark. Oggi lo Sterling and Francine Clark Art Institute è una fondazione che ha una duplice funzione: è infatti sia museo sia centro di ricerca e alto perfezionamento delle Arti Visive; venne fondato da Sterling Clark, nipote di uno dei fondatori della Singer, e da sua moglie Francine a Williamstown nel Massachussets. Era il 1955. La collezione ivi conservata vanta capolavori di Manet, Monet, Degas, Lautrec, Morisot, Boldini (senza dimenticare Homer, Hals e Goya) e di tantissimi altri artisti che hanno fatto delle vibrazioni della luce e degli impasti sognanti di colore la loro cifra stilistica principale.

L'Impressionismo è un movimento che forse è sempre stato sottovalutato o comunque male interpretato. Si tende infatti spesso a ricordarlo solo per i bei colori morbidi e raffinati (una “texture cromatica” perfetta per una sontuosa scatola di cioccolatini, insomma) e si è spinti a dimenticare cosa ha significato nella storia dell'arte tale fenomeno. Il termine Impressionismo nasce nel 1874 e all'epoca aveva un forte significato denigratorio: proprio quell'anno alcuni artisti stavano allestendo una mostra presso l'atelier di fotografia di Nadar; tra di essi, Monet espose un dipinto intitolato Impression: soleil levant (Impressione: sole nascente). Uno dei critici utilizzò proprio la parola impressione per definire le opere di questi nuovi pittori criticandone la superficialità tecnica. In effetti, agli occhi di uno studioso del tempo avvezzo a ciò che si produceva nelle Accademie di Belle Arti e abituato ad artisti come David o Delacroix, quei dipinti non potevano che apparire come un ammasso informe di pennellate aggrovigliate. Tuttavia, gli Impressionisti rivoluzionarono la pittura.

In prima istanza, infatti, decisero di abbandonare le fosche aule delle Accademie dove la luce e le scene erano create ad hoc (un po' come nel moderno set di un film) e si spinsero fuori: cominciarono dunque a dipingere en plein air e cioè all'aperto; s'immergevano nello stesso scenario che volevano ricreare per farci sentire i profumi che provengono dalla Natura, per avvolgerci nel ritmo seducente di una festa in riva al fiume o per regalarci l'emozione di un tramonto sul mare. Chiaramente, per dipingere questi scenari ma soprattutto per imprimere sulla tela un brano d'infinito, essi stendevano il colore in velocità come se dovessero catturare un sogno. Ecco dunque l'effetto di incompiuto che venne loro tanto criticato.

Non dimentichiamo poi quale ruolo ebbe nella prima metà del XIX secolo la nascita della macchina fotografica: questo marchingegno ha messo in crisi tutti gli artisti facendo loro concorrenza e innescando una reazione a catena che ha in un certo senso costretto tutte le forme d'arte a vedere la realtà sotto altri punti di vista. Quelle che nel '900 vanno sotto il nome di Avanguardie sono tutte figlie di questo primo scontro fatale tra Arte e Scienza. Dopo l'invenzione della fotografia chi si sarebbe più fatto fare, ad esempio, un ritratto? Chi sarebbe stato ore ed ore a farsi studiare i lineamenti da un pittore? Che ruolo avrebbero avuto gli artisti? Sarebbe realmente giunta la morte dell'Arte? No. Era semplicemente tempo di sperimentare e di impegnarsi per vedere le cose in un modo differente.

La mostra durerà fino al 19 giugno. Due consigli per riflettere; primo: un dipinto impressionista va visto da vicino per godere dei colori che si sovrappongono e che vibrano sulla tela e da lontano per leggerlo nella sua totalità cromatica, per averne un'impressione completa, sinfonica. Secondo: se gli Impressionisti, così criticati al tempo, oggi sono considerati una pietra miliare dell'arte non si giudichino troppo in fretta quelle forme d'arte contemporanea che vengono il più delle volte screditate. Potrebbero dare il via ad una nuova rivoluzione.

Riccardo Zironi








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