È ufficiale, dal 16 gennaio 2023 per visitare Venezia sarà necessario pagare un biglietto, o meglio un “contributo d’accesso”, trattandosi di una sovrattassa che si pagherà in base alle giornate e ai flussi turistici previsti. Secondo quanto comunicato dal Comune di Venezia, si pagherà al momento di acquistare il biglietto del mezzo, ferroviario, navale o di linea, che condurrà il turista nella città lagunare, o in loco. A pagare saranno tutti i maggiori di 6 anni. Esenti naturalmente i residenti nella città, chi va a Venezia per lavoro, chi lì studia, e anche chi è proprietario di seconde case in laguna.
E inoltre saranno esentati coloro che soggiornano nel Comune di Venezia; i domiciliati iscritti nello schedario della popolazione temporanea; chi è nato nel Comune di Venezia; i soggetti disabili e un accompagnatore; chi deve accedere per prestazioni sanitarie a strutture sanitarie site nella Città antica del Comune di Venezia e nelle altre isole minori della laguna; chi accompagna degenti presso strutture sanitarie site nella Città antica del Comune di Venezia e nelle altre isole minori della laguna; chi partecipa a competizioni sportive; chi assiste a queste competizioni raggiungendole utilizzando un servizio di trasporto pubblico a ciò esclusivamente dedicato verso l’impianto sportivo; chi partecipa a manifestazioni, a pagamento o gratuite, organizzate dall’Amministrazione Comunale o patrocinate dall’Amministrazione Comunale individuate con deliberazione della Giunta Comunale; amministratori pubblici e autorità in missioni istituzionali; volontari che prestino il proprio servizio in occasioni di eventi e/o manifestazioni organizzate o patrocinate dall’Amministrazione Comunale ed in quelle organizzate dalla Città Metropolitana di Venezia e dalla Regione Veneto; volontari che prestino il proprio servizio in caso di emergenze; personale appartenente alle Forze Armate e alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco, che acceda per esigenze di servizio; chi ha affittato per motivi abitativi e non turistici una casa nel Comune di Venezia, compreso il suo nucleo familiare anagrafico; chi si reca in visita a parenti residenti (parenti e affini fino al 3° grado); chi si reca in visita a detenuti (parenti e affini fino al 3° grado); chi partecipa ad un funerale (sempre parenti e affini fino al 3° grado); chi si reca in visita a soggetti ospitati presso strutture socio-sanitarie (ancora parenti e affini fino al 3° grado); soggetti che si rechino in visita a persone residenti nella Città antica o nelle isole minori (sarà il residente in città a dover accreditare il proprio ospite); chi deve partecipare a processi o è convocato presso uffici pubblici o giudiziari siti nella Città antica del Comune di Venezia e nelle altre isole minori della laguna; i passeggeri dei bus turistici in regola con il pagamento della Ztl Bus del Comune di Venezia; e chi accede esclusivamente alle aree del Ponte della Libertà, P.le Roma, Stazione Marittima e Isola Nova del Tronchetto, senza accedere alla città storica. Sono esenti anche i residenti nella Città metropolitana di Venezia e i residenti nella Regione Veneto, ma solo fino al raggiungimento delle soglie che saranno previste da apposita delibera di Giunta.
Tutto chiaro? Se avete l’impressione che si tratti di un regolamento un poco arzigogolato, e con diverse falle, non siete gli unici. Se a ciò si aggiunge che non è chiaro come sarà riscosso il contributo per chi non arriva in laguna in nave o treno di lunga percorrenza (si parla di un’app gestita da una società in house del comune o di “sportelli automatici e non”), immaginare che sia effettivamente possibile, tra meno di sei mesi, riscuotere il contributo d’accesso per tutte le persone che vorranno accedere a Venezia che non rientrino nelle 29 categorie esenti, appare poco probabile.
E in effetti va sottolineato che lo stesso regolamento, più o meno identico, e lo stesso annuncio, più o meno identico, erano stati dati nel febbraio 2019. Il contributo doveva partire a maggio di quell’anno per poi stabilizzarsi nel 2020: non è mai avvenuto. Non è avvenuto per le stesse contestazioni e discrasie che stanno emergendo in questi giorni, quando dopo tre anni e diversi annunci a vuoto il Comune ha nuovamente pubblicato un regolamento. Nella prima bozza di regolamento le esenzioni erano 19. Adesso sono aumentate di molto, ma ancora restano diverse curiosità e debolezze: da notarsi ad esempio che in caso si abbia un amico residente a Venezia, lo si può andare a trovare qualora lui accrediti il visitatore, ma se muore non si può partecipare al funerale se non si è suoi parenti. Entrambe le esenzioni erano assenti nel regolamento originario, e avevano sollevato critiche e proteste.
Per quanto riguarda invece l’altrettanto annunciata prenotazione, anche qui nessun obbligo. Nello stesso momento in cui il Comune lagunare introduceva il (nuovo) obbligo di contributo d’accesso, alzava per i non residenti il costo dei vaporetti da 7,5 a 9,5 euro a tratta. E dal 1° agosto per chi prenota con 30 giorni di anticipo, questo aumento non ci sarà. Lo ha detto l’assessore comunale al Bilancio, Michele Zuin: il principio è quello di garantire sconti per mezzi e luoghi di cultura a chi decide di prenotare il proprio viaggio a Venezia. “Chi è senza Carta Venezia potrà acquistare i biglietti del trasporto pubblico usando le stesse tariffe in vigore oggi, rispetto a quelle nuove, aumentate, che partiranno dall’1 settembre”. Un semplice invito a prenotare, dunque.
Perciò cosa accadrà da gennaio 2023? Difficile dirlo, visto che solo con la pubblicazione del regolamento stanno iniziando (come era accaduto nel 2019) le prime contestazioni. Particolarmente forti quelle che riguardano i residenti nella Regione di cui Venezia è capoluogo (ma vale anche per le aree limitrofe), e a cui capita di doversi recare nella città per i motivi più vari, difficilmente incasellabili in esenzioni e autocertificazioni. Ma appare evidente che, con tutte le esenzioni proposte, sarà piuttosto difficile far applicare il regolamento. Il quale, forse, se non sarà rinviato ulteriormente come accaduto finora, si tradurrà in un aumento dei prezzi di treni aerei e navi nei periodi più turistici dell’anno, che andranno a rimpolpare le casse comunali, e a creare un piccolo deterrente alla visita in quei giorni, ma senza garantire alcun reale controllo dei flussi. Nel frattempo, si diffonderà, in Italia e all’estero, l’idea che l’accesso a Venezia sia a pagamento: e che questo sia un bene, o meno, per una città, per la sua immagine e per il suo benessere, è difficile stabilirlo. Venezia era la prima città al mondo a sperimentare un ticket d’accesso, nel 2019. Tre anni e molti rinvii dopo, lo è ancora: nessuno ha mai pensato di introdurlo altrove. Chi ha ragione, tra l’amministrazione veneziana e tutte le altre amministrazioni comunali del mondo, sarà il futuro a dirlo.
L'autore di questo articolo: Leonardo Bison
Dottore di ricerca in archeologia all'Università di Bristol (Regno Unito), collabora con Il Fatto Quotidiano ed è attivista dell'associazione Mi Riconosci.