Un paio di settimane fa, il Comune di Roma ha sanzionato il locale Crazy Pizza di Flavio Briatore con una multa da 212 euro, per violazione della normativa sugli allestimenti esterni: i fiori che decoravano la facciata del ristorante non erano in linea col regolamento comunale sul decoro che, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, vieta l’installazione di composizioni floreali sulle facciate degli edifici storici.
Non contestiamo la sanzione alla composizione kitsch: in effetti non è esattamente il massimo da vedere quando si passeggia per Via Veneto, dove si trova il locale. Possiamo però lanciare una provocazione: per il Comune di Roma, è più decorosa la passerella che verrà installata per camminare sopra alle acque della Fontana di Trevi? L’inguardabile accrocchio, già montato dieci anni fa (e speravamo di non rivederlo mai più) e rispolverato quest’anno per trasformare di nuovo un restauro in uno show per turisti, non è un pugno in faccia a quel buon gusto che s’invoca quando ci si scaglia contro i fiori di Briatore? Quell’antipatica, ridicola barriera di acciaio e plexiglas, che divide la fontana dalla piazza alterando la percezione del monumento, è davvero migliore dei fiori del Crazy Pizza?
E soprattutto: è decoroso prevedere il contingentamento per un monumento pubblico, per una fontana che non è nata per essere un’attrazione per turisti? Data la totale mancanza di gusto della passerella installata sulla Fontana di Trevi, come dobbiamo immaginarci la piazza quando verrà introdotto l’ingresso a numero chiuso al monumento, come prospettato alcuni giorni fa dall’assessore al turismo del Comune di Roma? In che modo verrà aggeggiata una delle piazze più belle di Roma?
Con la speranza che, a cantiere smantellato, il Comune di Roma non riservi altre poco piacevoli e poco eleganti sorprese quando occorrerà una struttura che dovrà controllare gli accessi al monumento e verificare il tempo di permanenza (come annunciato dall’assessore, non si potrà rimanere nell’invaso della fontana per più di trenta minuti), di sicuro possiamo trarre una conclusione: ora come ora, meglio i fiori del Crazy Pizza che la passerella della Fontana di Trevi.
L'autore di questo articolo: Federico Giannini
Nato a Massa nel 1986, si è laureato nel 2010 in Informatica Umanistica all’Università di Pisa. Nel 2009 ha iniziato a lavorare nel settore della comunicazione su web, con particolare riferimento alla comunicazione per i beni culturali. È giornalista iscritto all’Ordine dal 2017, specializzato in arte e storia dell’arte. Nel 2017 ha fondato con Ilaria Baratta la rivista Finestre sull’Arte, iscritta al registro della stampa del Tribunale di Massa dal giugno 2017. Dalla fondazione è direttore responsabile della rivista. Collabora e ha collaborato con diverse riviste, tra cui Art e Dossier e Left, e per la televisione è stato autore del documentario Le mani dell’arte (Rai 5) ed è stato tra i presentatori del programma Dorian – L’arte non invecchia (Rai 5). Ha esperienza come docente per la formazione professionale continua dell’Ordine e ha partecipato come relatore e moderatore su temi di arte e cultura a numerosi convegni (tra gli altri: Lu.Bec. Lucca Beni Culturali, Ro.Me Exhibition, Con-Vivere Festival, TTG Travel Experience).