Esattamente settant’anni fa, il 22 febbraio 1943, a Monaco di Baviera venivano giustiziati dal regime nazista, a seguito di un rapidissimo processo, i fratelli Hans e Sophie Scholl e il loro amico Christoph Probst. Tutti giovanissimi: avevano appena, rispettivamente, 24, 21 e 23 anni, ed erano tutti studenti, membri del gruppo della Rosa Bianca (Die weisse Rose in tedesco). Abbiamo deciso di dedicare alla loro memoria un articolo sul nostro sito per diversi motivi.
Primo, perché è l’anniversario di uno degli atti più vili, insensati ed efferati del regime nazista, ovvero la condanna a morte di tre giovanissimi, e perché essendo la loro vicenda meno nota rispetto a quella di altri oppositori del nazismo, sono in pochi oggi in Italia a ricordarli. Secondo, perché non erano dei super-eroi, ma erano giovani come noi, avevano all’incirca la nostra età, come molti di noi di Finestre sull’Arte e come moltissimi dei ragazzi che ci seguono studiavano all’Università, come tutti noi avevano ideali e aspirazioni. E nonostante fossero persone normalissime hanno dimostrato un coraggio che è qualità di pochi. Non solo per i contenuti del loro messaggio, ma anche per il modo in cui lo diffusero. Condussero la loro resistenza semplicemente distribuendo volantini che fecero stampare in numerose copie: ogni volantino si chiudeva con l’invito al lettore di diffondere il più possibile il loro messaggio. A quei tempi la carta era costosa, chi ne comperava in grandi quantità rischiava di diventare sospetto, e la distribuzione da una città all’altra era rischiosa in quanto le strade e, in generale, i canali di comunicazione erano controllati e presidiati.
E terzo, per la modernità e l’eleganza del loro messaggio. Non erano infatti dei rivoltosi, non erano fautori di sommosse, non erano attentatori, insomma: i membri della Rosa Bianca erano contrari alla violenza e alla forza come mezzi per contrastare la dittatura.
Si legge nel loro terzo volantino: “a molti, probabilmente alla maggior parte dei lettori di questo volantino, non è chiaro come sia possibile esercitare una resistenza efficace [...]. Noi non abbiamo molti mezzi, ce n’è solo uno a nostra disposizione: la resistenza passiva” (nell’originale: viele, vielleicht die meisten Leser dieser Blätter sind sich darüber nicht klar, wie sie einen Widerstand ausüben sollen [..]. Wir haben keine reiche Auswahl an solchen Mitteln, nur ein einziges steht uns zur Verfügung - der passive Widerstand). E questa azione di resistenza passiva avrebbe dovuto esercitarsi tramite il sabotaggio: degli eventi nazisti, delle loro manifestazioni artistiche, delle loro pubblicazioni, delle loro raccolte fondi anche quando quest’ultime venivano fatte passare per opere di beneficenza e di tutto quanto poteva favorire la propaganda di regime. I primi quattro volantini si chiudevano con brani o poesie di filosofi e scrittori, a sottolineare quindi la grande cultura dei membri della Rosa Bianca: Schiller e Goethe nel primo volantino, Lao-Tze nel secondo, Aristotele nel terzo, Novalis nel quarto. Principali responsabili della loro stesura furono Hans Scholl e Alexander Schmorell: quest’ultimo venne giustiziato il 13 luglio 1943 a 25 anni d’età.
Riuscirono a distribuire sei volantini. L’ultimo fu distribuito il 18 febbraio del 1943, e l’azione fu fatale al gruppo: Sophie Scholl salì le scale dell’atrio della Ludwig-Maximilians-Universität München, l’Università Ludwing-Maximilians di Monaco di Baviera e fece cadere diversi volantini nel cortile dell’università. Lei e il fratello Hans furono immediatamenti consegnati alle autorità, che in poche ore fecero arrestare molte altre persone, tra cui Christoph Probst. Il processo iniziò il 22 febbraio, e dopo poche ore si concluse con la condanna per decapitazione a Hans Scholl, Sophie Scholl e Christoph Probst: condanna che venne eseguita subito.
Omaggiamo quindi con il nostro ricordo queste grandi figure che, con il loro coraggio e la loro raffinatezza, si sono fatte portatrici di ideali nobili di non violenza, a sostegno della pace, contro ogni tipo di sopruso e di discriminazione. Un messaggio, quello della Rosa Bianca, ancora attualissimo. Vi lasciamo con alcuni consigli per approfondire la loro storia. A cominciare dal web: sul sito www.olokaustos.org, curato dall’Associazione Olokaustos di Venezia, potrete trovare i ricordi di Jürgen Wittenstein, uno dei pochi membri superstiti della Rosa Bianca, e troverete anche le traduzioni in italiano dei volantini nelle loro versioni integrali. Sul sito della Bundeszentrale für politische Bildung, ovvero l’Agenzia federale tedesca per l’educazione civica, www.bpb.de potrete trovare invece i volantini originali in tedesco digitalizzati con lo scanner, oltre a numerosi approfondimenti sulla Rosa Bianca. Tra le letture vi consigliamo La Rosa Bianca di Inge Scholl, sorella maggiore di Hans e Sophie, volume pubblicato in Italia da Itaca Edizioni nel 2007. Consigliato infine il bellissimo film uscito nel 2005 Sophie Scholl - Die letzten Tage (in italiano: La Rosa Bianca - Sophie Scholl), con Julia Jentsch nel ruolo di Sophie Scholl: un film che ricostruisce in modo chiaro e documentato le vicende del gruppo.
Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta
Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo