Questo articolo è dedicato a chi trova piacere nel guardare un’opera, a chi va in una galleria a prescindere dal buffet, a chi si stupisce per il prezzo di un quadro. A quelli che non parlano l’inglese e che partecipano ad una gita organizzata per andare a vedere una mostra degli impressionisti. A chi non si perde un documentario di Alberto Angela e a chi si è comprato la storia dell’arte a volumi di Repubblica o del Corriere della Sera. A tutti quegli appassionati sinceri che vorrebbero avere qualche coordinata in più per muoversi ed orientarsi all’interno del mondo dell’arte. Ecco, questo articolo è per loro.
L’arte africana è la gran moda del momento. Se vuoi essere un fruitore cool devi conoscere il nome di almeno cinque artisti africani (Aboudia non vale perché già lo conoscono tutti). Se poi vuoi essere anche in grado di spiegare a te stesso e agli altri perché ti piace tanto l’arte africana contemporanea allora approfondisci anche il tema della decolonizzazione e quello della cancel culture, figurone assicurato!
Non puoi non andarci, la Biennale di Venezia è una tappa obbligatoria. Se poi non ci capisci nulla, poco importa. È come fare un corso di formazione dove conta portare a casa l’attestato di partecipazione: se hai fatto un corso antincendio o di primo soccorso sai di cosa sto parlando. Nel tuo caso, fatti un paio di selfie, non mancare di visitare il padiglione Italia, ed un padiglione africano, e non dimenticare di postare. Se poi hai la necessità di parlarne, allora leggiti anche un paio di comunicati stampa.
Su questo punto farai poca fatica, basta dire la verità: la critica è morta, la critica non esiste più. Sei dispensato pertanto dallo studiare e approfondire. Se qualche maleducato ti dovesse chiedere un’opinione a bruciapelo potrai cavartela con una frase del tipo: “Il lavoro di questo artista mi suscita delle emozioni che sto cercando ancora di decodificare”. Se sei troppo imbarazzato e ti mancano le parole, te la potrai sempre cavare con un efficace: “E M O Z I O N A N T E ”, preceduto però da un profondo respiro”. Se invece ti imbatti in qualcuno che sta spiegando il lavoro dell’artista o un’opera in particolare, limitati ad annuire: tanto della tua opinione non gliene frega un cazzo a nessuno.
Su questo non scrivo nulla perché qualunque cosa io scriva potrebbe essere usata contro di me; quindi, ricorda che in futuro qualunque cosa tu dirai relativa ad una donna, potrà essere usata contro di te.
Se la critica è morta, l’editoria sembra essere sul punto di raggiungerla a breve. Le rubriche dedicate si riducono anno dopo anno e se voi siete tra quelli che ancora cercano di approfondire ricordate che siete una minoranza in via di estinzione. Tenete a mente che la maggioranza delle persone che incontrerete ad una inaugurazione, un vernissage ed altre simili mondanità, ha formato la propria base culturale su qualche breve video trovato in qualche profilo Instagram di qualche influencer o simile. Quindi, onde evitare di mortificare il vostro interlocutore, dissimulate la vostra preparazione ed esprimetevi soltanto per superlativi, possibilmente positivi: bellissimo, fantastico, eccezionale, meraviglioso.
In Italia, possono bastare le tre fondamentali che citiamo in ordine alfabetico: Bologna, Milano e Torino. Se andate per guardare, state tranquilli: non dovete andarci ogni anno, essendo abbastanza monotone e ripetitive potete andarci ogni tre anni. Se invece andate con l’idea di comprare andateci spesso, fate esercizio e non siate timidi. Ricordate: i galleristi sono dei bottegai a cui piace trattare e le opere in vendita non sono che dei complementi d’arredo destinati a finire nel novanta per cento dei casi sulla mensola di un caminetto o appesi alla parete di una stanza di un appartamento. La domanda è: dove finirà il restante 10 per cento? Musei o indifferenziata?
Come comportarsi in galleria? Con la massima prudenza: mantenete la distanza di sicurezza dal veicolo che precede, non fate mai inversione di marcia né retromarcia, e assicuratevi che i fari della vostra macchina siano sempre accesi. Altre gallerie difficilmente ne troverete, al massimo entrerete in luminosi showroom o in grandi magazzini con tanti quadri appesi alle pareti.
“Questo potevo farlo anch’io”. Lo penserete in più di una occasione, si tratta di un pensiero che non dovrete mai condividere con nessuno. È un pensiero maligno che se pronunciato ad alta voce potrebbe farvi trasformare in una statua di sale. L’arte talvolta va affrontata come un atto di fede; pubblicamente ci crediamo… privatamente un po’ meno.
Sapere l’inglese è indubbiamente importante ma per potervela cavare nel mondo dell’arte basta sapere poche ma fondamentali parole: exhibition, preview, finger food, site specific, opening, street art, land art, conceptual art e simili. Se poi farete lo sforzo di imparare quel minimo di francese che serve, sarete considerati dei veri poliglotti. Pertanto se avete questa ambizione, memorizzate le parole vernissage, finissage e buffet.
Lavorare nel mondo dell’arte è facile, lavorarci con una retribuzione dignitosa che permetta di arrivare alla fine del mese è tutta un’altra cosa. Pertanto se sceglierete una carriera all’interno del mondo dell’arte assicuratevi prima di avere una buona disponibilità economica (case, bot, azioni ecc. ecc.), oppure un marito/moglie, fidanzato/fidanzata che possano mantenervi per lunghi periodi di inattività o volontariato. Comunque avrete sicuramente una fighissima intestazione sul vostro biglietto da visita e farete una gran bella figura con i vostri amici e parenti.
Oltre agli impressionisti c’è di più. Non ignorate le mostre blockbuster ma integratele con quelle che propongono artisti meno noti. Belle sorprese assicurate, anche perché di mostre belle ne vengono fatte in continuazione. Poi ogni tanto vi capiterà di imbattervi in qualche mostra mostruosa, non ve la prendete… oggi rispetto al passato avete una possibilità in più: quella di cercare online il curatore, ed insultarlo.
Quelli belli piacciono a tutti. Culturalmente cresciuti tra culi, tette e micropeni troverete incredibile vedere alcune delle vostre foto ritraenti discinte opere d’arte, bannate e censurate dai social network per oscenità. Pertanto quando domanderete alla prossima intelligenza artificiale di spiegarvi come è stata realizzata la Cappella Sistina non meravigliatevi se la rinominerà in Cupolone Sistino.
Sebbene il mondo dell’arte sia un mondo che potremmo definire inclusivo e progressista, dove generi, razze e religioni si mescolano in modo abbastanza naturale, lo stesso mondo si irrigidisce quando gli vengono rivolte opinioni dissonanti. Pertanto, non fatevi fregare: quando pensate al mondo dell’arte pensatelo sempre come ad un feroce conservatore vestito con un gessato color lillà.
Non fatevi intimidire dai loro titoli: sono quelli che si sono dimenticati che il Tondo Doni di Michelangelo venne realizzato per essere messo sopra ad un letto, che Van Gogh morì povero in canna e che Modigliani nei canali di Livorno non ci buttò proprio nulla.
Se non vi siete mai domandati il perché una maglietta di cotone bianca possa costare più di cento euro o come mai un paio di ciabatte di plastica possa costare più di cinquecento euro, allora non avete diritto a sindacare sul valore di un’opera d’arte. Pertanto, se vi trovate di fronte ad una cifra per voi inaspettata perché troppo alta, siate indifferenti e pensate a tutte le volte che vi siete già fatti prendere per il culo.
La televisione pubblica potrebbe e dovrebbe fare di più. Relegati su Rai 5, i contenuti legati al mondo dell’arte riescono a diventare popolari solamente se raccontati da Alberto Angela, uomo amato e venerato in ogni angolo del globo terracqueo e dotato di poteri sovrannaturali: Angela sembra essere l’unico individuo in grado di far appassionare le persone alla storia dell’arte. Sarebbe in grado di realizzare un documentario sulla storia delle palle: da quelle del Torso del belvedere a quelle David di Michelangelo. Eccezionale!
Di quelle ne troverete un sacco, soprattutto all’interno dei cataloghi d’arte contemporanea. Quando vi trovate di fronte ad una supercazzola i casi sono due: o chi scrive non ha studiato bene il lavoro dell’artista oppure il lavoro dell’artista ha talmente poco da dire che lo si giustifica con delle frasi senza nessun senso. La supercazzola può manifestarsi anche in forma orale e come avrete intuito il Supercazzolaro, l’autore della supercazzola, è un individuo che ad un palchetto o ad un bonifico non sa mai dire di no.
Cosa rispondere a chi afferma che il nostro patrimonio artistico è il petrolio del nostro paese? Che ha ragione! Perché sempre di più i nostri centri storici assomigliano a dei pozzi petroliferi da sfruttare sino al loro esaurimento. E come per il petrolio, anche il turismo, se sfruttato in maniera eccessiva ed incontrollata, può generare più danni che benefici. Gretini!
Prima o poi lo sperano tutti, di comprare per pochi euro un’opera per poi trovarsi tra le mani una fortuna. Qualche buon affare nel corso degli anni potrà anche capitare ma se cercate un unicorno meglio che andiate al mare, ne troverete di molto belli e anche di molto grossi: ideali per fare il bagno.
Sempre più numerosi e catalogabili in eterogenee categorie: da quelli che scalano un monumento per farsi un selfie a quelli che incidono le loro iniziali per documentare il loro passaggio. Un posto particolare ai militanti di Ultima Generazione che per protestare contro il cambiamento climatico si divertono ad imbrattare le opere nei musei. Se li guardate in volto vi troverete a rivalutare Lombroso, se li incontrate sul vostro cammino, prendeteli a calci nel culo.
Facciamo fatica a trovarli, e questo è un problema. Se da una parte la gerontofilia della società italiana non aiuta, l’autoreferenzialità del mondo dell’arte spezza le gambe. Se trovate un under 30 sul vostro cammino ascoltatelo ed incoraggiatelo: non è escluso che possiate avere delle sorprese positive.
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