Underwood No. 5: la macchina da scrivere che rivoluzionò l'arte della scrittura


Prodotta a partire dal 1900, la Underwood No. 5 è stata una delle macchine da scrivere più importanti della storia perché ha rivoluzionato il modo di scrivere. Ed era poi un interessante oggetto di design, ancora oggi molto ricercato.

Long Island, luglio 1922. Il suono del ticchettio delle dita che premono sui tasti della macchina da scrivere si propaga per tutta la casa: è una calda giornata estiva e Francis Scott Fitzgerald, seduto sulla sua scrivania, è intento a dare vita ad una delle storie più amate del XX secolo. Di fronte a lui, scintillante e maestosa, la sua alleata di lavoro, colei che gli permise di mettere su carta uno dei massimi capolavori della letteratura americana. Lo scrittore, infatti, per creare il Grande Gatsby e i suoi personaggi, scelse di farlo attraverso una macchina da scrivere Underwood. La casa americana produsse macchine che diedero vita a centinaia di altre storie e personaggi di illustri scrittori e scrittrici come Ernest Hemingway o Dorothy Parker: tra i suoi modelli, uno di quelli di maggior successo fu la Underwood No. 5, un pezzo unico di design, innovazione e modernità.

La Underwood, azienda fondata nel 1874 dall’imprenditore John Thomas Underwood, inizialmente si occupava di fornire carta carbone e nastri di stampa per macchine da scrivere prodotte da altre aziende, in particolare la E. Remington and sons: quando quest’ultima decise di avviare la produzione interna degli accessori necessari alla stampa, la Underwood, per sopravvivere al cambiamento, ampliò il proprio mercato iniziando a produrre a loro volta le proprie macchine da scrivere. Nacque così nel 1895 la Underwood Typewriter Company. Le prime Underwood, la No. 1 e No. 2, entrambe macchine di tipo “standard” dell’epoca, furono realizzate in collaborazione con l’inventore tedesco-americano Franz Xaver Wagner e tra il 1896 e il 1900 ne furono prodotte circa 12.000. A partire dal 1900 vennero prodotte la No. 3 (una macchina a carrello largo, il che significa che la larghezza della carta utilizzata era maggiore rispetto ai modelli precedenti), la No. 4, e finalmente, verso la conclusione dell’anno venne prodotta la No. 5.

Macchina da scrivere Underwood No. 5 (1914; metallo, 30,48 x 45,72 x 30,48 cm; Washington, National Museum of American History)
Macchina da scrivere Underwood No. 5 (1914; metallo, 30,48 x 45,72 x 30,48 cm; Washington, National Museum of American History)
Macchina da scrivere Underwood No. 5 (1923-1924; metallo, 30,48 x 45,72 x 30,48 cm; Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci)
Macchina da scrivere Underwood No. 5 (1923-1924; metallo, 30,48 x 45,72 x 30,48 cm; Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci)

La Underwood No. 5 rappresentava un notevole passo avanti rispetto ai modelli precedenti, sia dal punto di vista tecnologico che estetico: non solo la sua capacità di scrittura la rendeva adatta a produrre testi lunghi e complessi, cosa che ne aumentava l’efficacia in ambienti professionali come uffici, redazioni e agenzie governative, ma la macchina è ricordata soprattutto per il suo innovativo meccanismo a colpo frontale. Infatti, a differenza delle macchine da scrivere precedenti, che colpivano la parte inferiore del rullo di scrittura, la No. 5 colpiva la parte anteriore. Questo faceva sì che il dattilografo potesse immediatamente vedere il testo che stava digitando, senza dover sollevare il carrello per controllare il risultato. Fu per l’epoca una profonda innovazione e questo fece sì che la Underwood No. 5 fu il primo modello considerato all’unisono veramente moderno. Inoltre, la macchina era dotata di un meccanismo di ritorno rapido che permetteva al carrello di tornare indietro velocemente dopo ogni riga, in modo da migliorare velocità e produttività.

La tastiera era una QWERTY standard che è quella che ancora oggi utilizziamo per scrivere sui nostri computer o smartphone. Questo tipo di disposizione dei tasti era già stato adottato da altri produttori, ma la No. 5 fu una delle prime a massimizzare l’efficienza di questa configurazione. Ciò fu possibile grazie a una serie di innovazioni pratiche, come la tastiera a quattro file, che migliorava la velocità di digitazione rispetto ai modelli precedenti con tre file di tasti, e il sistema a shift singolo, che rispetto al doppio tasto shift delle macchine preesistenti, consentiva di passare più rapidamente dalle lettere maiuscole a quelle minuscole.

Pubblicità della Underwood No. 5
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Pubblicità della Underwood No. 5
Pubblicità della Underwood gigante a una fiera del 1940
Pubblicità della Underwood gigante a una fiera del 1940

Anche il nastro di inchiostro fu migliorato significativamente, oltre a garantire una stampa più chiara e uniforme, era anche progettato per essere cambiato in modo semplice e veloce.

Esteticamente, la Underwood No. 5 aveva per l’epoca un design elegante e moderno. Il telaio in ghisa verniciato di nero con dettagli cromati, le linee pulite e la plancia superiore aperta che mostrava i meccanismi interni la rendevano un oggetto visivamente attraente. La tastiera italiana disponeva di 42 tasti rotondi bianchi incorniciati da un metallo brillante e una barra spaziatrice in legno dipinto di nero. Il suo aspetto era solido ed elegante e sapeva combinare perfettamente praticità e bellezza. Era compatta, comoda per essere utilizzata sia in ambienti lavorativi che in casa. Questo mix di potenza, affidabilità ed eleganza incarnava perfettamente i canoni estetici dell’era industriale e questo contribuì a renderla una delle macchine da scrivere più amate e usate del XX secolo.

Il modello No. 5 divenne così iconico che, finita la prima guerra mondiale, per scopi pubblicitari, ne vennero addirittura fatti costruire alcuni esemplari di proporzioni enormi, perfettamente funzionanti, alti circa 5 metri di altezza, 6 di larghezza e con fogli di carta larghi quasi 3 metri e posti in piazze o fiere di settore. Purtroppo, queste creazioni non riuscirono ad arrivare ai giorni nostri poiché furono successivamente distrutte per recuperare il metallo da utilizzare a scopi bellici.

La produzione della Underwood No. 5 continuò fino al 1931, con quasi quattro milioni di esemplari realizzati nelle fabbriche di Hartford (Stati Uniti) e distribuiti in tutto il mondo. Il ritorno di una nostalgia per un passato analogico in un mondo sempre più digitalizzato l’ha resa uno degli oggetti da collezione più richiesti sul mercato, ed Ebay, come molte altre piattaforme di commercio del vintage o dell’usato, pullulano di macchine Underwood No. 5 spesso maniacalmente restaurate e rimesse a nuovo.

Se potessimo parlare con alcune di loro ci potrebbero raccontare centinaia di storie, lettere o eventi susseguitisi in anni e anni di storia, ma ad oggi possiamo solo accontentarci di preservare quello che resta di questi oggetti che hanno saputo rivoluzionare e democratizzare il mondo della comunicazione e dell’arte della scrittura.

Nonostante viviamo in un’epoca in cui grazie a tecnologie e comfort di ogni tipo comunicare, raccontare e scrivere sia diventato estremamente semplice e alla portata quotidiana di tutti, queste macchine non smettono di esercitare su di noi un enorme fascino, forse perché ci riportano ad un passato in cui scrivere presumeva riflessione, lentezza, tempo, cose che al giorno d’oggi sono diventate profondamente rare e preziose.


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Monica Sperandio

L'autrice di questo articolo: Monica Sperandio

Classe 1998, si è laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trento e successivamente ha conseguito un master in Social Media Marketing alla NAD di Verona. Da sempre appassionata d'arte, nel 2022 fonda The Sensitive Flower, progetto social di divulgazione artistica e culturale con lo scopo di diffondere bellezza e conoscenza. Attualmente lavora come libera professionista nel campo della comunicazione per il settore arte e cultura.



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