Un articolo di Cultura Colectiva scritto da Pilar Turu ci fa conoscere una storia straordinaria: un uomo che è riuscito a creare da solo delle vere e proprie opere d’arte all’interno di grotte. Scopritelo con noi nella mia traduzione! :) Qui, il link dell’originale.
Far emergere la bellezza nascosta ma esistente delle cose, della natura dimenticata o usata ma non ammirata: su questo si basa l’importanza dell’arte, di coloro che cercano di rendere il mondo più piacevole e più bello, che faccia emergere il meglio di noi stessi e apprezzare ciò di cui si è sentita la mancanza.
È da trent’anni che Ra Paulette (1940) scava grotte nelle quali crea vere e proprie opere d’arte. Dopo il suo passaggio e il lavoro investito su di loro, le maestose grotte che talvolta erano solo oscurità e oblio, diventano veri santuari. Paulette le definisce “Finestre nella Terra”.
“Si tratta di qualcosa di vivo. Quando iniziai non sapevo cosa ne sarebbe risultato. È come essere il Dottor Frankenstein”, dice l’artista. Attraverso questo straordinario lavoro, intende rendere questi luoghi disponibili alle persone perché possano vivere esperienze e provare emozioni. Un rifugio dalla follia del mondo, un luogo adatto alla contemplazione e alla meditazione.
Junko Fletcher, un visitatore che si è recato in una delle grotte per festeggiare i suoi settant’anni, ha detto: “Sono riuscito a sentire come il costruttore ci ha messo anima e corpo, e ho amato l’espressione spirituale. Ho sentito tanta pace”.
Ra Paulette, nato nell’Indiana, ma residente da molto tempo nel nord del Nuovo Messico, si avvale di una pala, di una torcia, di raschietti, di un piccone, di una scala e delle sue proprie mani per realizzare la passione della sua vita. Come si può notare dalle immagini, le grotte potrebbero essere paragonate per altezza e ricchezza nelle forme a una cattedrale. Paulette è un autodidatta. Non è né architetto, né scultore, ma basta vedere il risultato finale per apprezzare la sua genialità.
Durante la sua attività, Paulette ha creato quattordici grotte di varie dimensioni, tutte nel nord del Nuovo Messico, tra Taos e Santa Fe. Le caratteristiche proprie della pietra delle grotte, chiamata arenaria di Ojo Caliente, fanno sì che questa sia un materiale malleabile e duraturo, perché il lavoro realizzato dall’artista è permanente.
L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta
Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.