Il Polo Culturale Pietro Aldi a Saturnia: un modello di buona musealizzazione


A Saturnia, frazione di Manciano nota per il turismo termale, è stato aperto da alcuni anni un piccolo museo dedicato al pittore romantico Pietro Aldi: il museo coniuga l’attenzione per il territorio alla valorizzazione della collezione permanente.

L’Italia è una patria di musei: da Nord e Sud, passando per le isole, sono oltre 4.000 (in alcune classifiche sfiorano anche i 5.000) le istituzioni museali che aprono le loro porte al pubblico, portando così il Belpaese a essere una delle nazioni con uno dei panorami culturali più ricchi al mondo. E ancora, un comune su tre vede nella sua area presente un’istituzione museale, numeri in continua crescita se si pensa che ogni anno spuntano non meno di una decina di nuovi musei. Questi numeri di per sé non bastano però ad immortalare una situazione paradisiaca, e infatti a fronte di una continua crescita del numero dei musei italiani, permangono ancora grossi problemi sulla gestione e conservazione del patrimonio, oltre che sulla sua fruizione, con servizi, fra i quali l’eliminazione delle barriere architettoniche e quelli di digitalizzazione, spesso ancora in colpevole ritardo; a questi e a molti altri, si aggiunga che più della metà dei visitatori si concentra nei musei di sole dieci città italiane. Quest’ultima istanza è forse la più preoccupante poiché da un lato restituisce un fenomeno di congestionamento dei flussi turistici, dall’altro solleva la questione su una proliferazione di musei le cui visite si attestano su numeri da prefisso telefonico, legandosi all’ulteriore tema della “coperta corta”: l’apertura di ogni nuovo museo spesso fa contendere finanziamenti a quello accanto, e difficilmente è capace di porsi come alternativa alle istituzioni museali più visitate, ma semmai di erodere pubblico alle controparti più piccole. La domanda che quindi si pongono spesso i professionisti del settore è se davvero ha ancora senso aprire nuovi musei. Tale quesito rimane senza una risposta definitiva, a meno che non ci accontentiamo di un laconico “dipende”.

Dipende infatti da molti fattori: in primis, se gli intenti della nuova apertura non si esauriscono alla sola inaugurazione, lasciando poi in seguito il museo a vivacchiare in una perpetua sonnolenza, ma non meno importante è la necessità che il museo veda come principale (sebbene non unico) referente la comunità locale, l’istituzione che nasce invece con l’ambizioso scopo di aprirsi innanzitutto ai forestieri è il più delle volte destinata a fallire nei suoi obiettivi, e vedere qualche presenza soltanto nei week-end. Il museo può e deve essere il territorio raccontato e rappresentato: questa massima sembra adattarsi a meraviglia a un’istituzione toscana di fondazione relativamente recente, che di anno in anno porta avanti il suo discorso, aumentando contestualmente il suo raggio d’azione. Il Polo Culturale Pietro Aldi si trova a Saturnia, frazione certo più celebre del comune di Manciano a cui appartiene, in provincia di Grosseto, località famosa fin dall’epoca etrusco-romana per la presenza di acque termali. Il Polo Culturale Pietro Aldi nasce forse anche con l’intenzione di ampliare l’offerta turistica della zona, monopolizzata dal turismo termale, divenendo da un lato vetrina del territorio ma anche punto di riferimento per la comunità circostante.

L’esterno del Polo Pietro Aldi
L’esterno del Polo Pietro Aldi
Allestimenti dell’esposizione permanente
Allestimenti dell’esposizione permanente
Allestimenti dell’esposizione permanente
Allestimenti dell’esposizione permanente

La sua costituzione si deve al lungimirante sforzo della Banca Tema, erede di quella che fu la Banca di Credito Cooperativo di Saturnia che a fine anni Ottanta del secolo scorso decise di acquistare dagli eredi un cospicuo nucleo di opere del pittore mancianese Pietro Aldi, per evitarne la dispersione. Nel 2016, a seguito di un intervento architettonico mirato a rifunzionalizzare una sede bancaria in un istituto museale, nasce il Polo Culturale Pietro Aldi, che trova posto nella piazza principale della frazione maremmana. La sobria struttura esterna in calda pietra e laterizio lascia il posto al suo interno a uno spazio minimale e contemporaneo, dove al piano terra, oltre alla biglietteria e al bookshop e agli ambienti per la didattica, si trovano una biblioteca e un piccolo spazio espositivo che promuove il territorio e i suoi prodotti. La collezione permanente, tutta incentrata su Pietro Aldi, si snoda invece al primo piano, dove un moderno allestimento spezza la monotonia della scansione classica degli ambienti, risolto in linee rette e angoli vivi, per creare un percorso organico e continuo, costellato di opere appese alle pareti o incassate in eleganti bacheche.

La visita al museo restituisce l’esperienza di vita e in pittura, che altrimenti rischierebbe di essere obliata, di uno degli artisti più significativi che ha avuto i natali in queste terre. Pietro Aldi nasceva nel 1852 a Manciano da una famiglia di benestanti proprietari terrieri, che avrebbero voluto per il figlio una carriera ecclesiastica, ben presto disattesa in favore di una formazione artistica, segnata dalla frequentazione dell’Accademia di Belle Arti di Siena diretta dal celebre Luigi Mussini, pittore purista, che dette vita a una scuola vivace e colma di talenti. Sotto l’egida del Mussini, Aldi rimase per sette anni. Sono testimonianza di questo periodo opere di gusto accademico, come lo Studio di nudo maschile, qui esposto, in cui la figura dipinta, venata di una bellezza naturale e misurata, e non magniloquente o idealizzata, tradisce una condotta vicina ai dettami puristi su modello di Ingres propugnati dal maestro. Con questa opera risalente al 1873, Aldi vinse il concorso annuale dell’Accademia del nudo, segnando di lì a poco la conclusione del suo percorso formativo a Siena.

Di appena un paio di anni prima è la Natura morta con pelliccia e liuto, dove Aldi dipinge un accumulo di tessuti e drappi, pellicce animali e una celebe volterrana, mentre sulla parete dietro si staglia l’autoritratto del Perugino. Si tratta di oggetti impiegati dalla scuola del Mussini per esercitazioni accademiche, e che compaiono anche in altri dipinti dell’epoca, mentre l’effige dell’artista umbro testimonia come fosse considerato in epoca romantica tra i grandi maestri del Rinascimento.

Fin da queste prime prove, Aldi si distingue per il grande virtuosismo nella resa materica di tessuti e fibre lignee. Il medesimo talento è individuabile in un trittico di opere, ma che in origine erano un unicum, poi smembrato in anni successivi da terzi, per massimizzare il profitto nelle vendite, dove si mostrano gli interni del Palazzo Corsini alla Lungara di Roma. Forse Aldi era entrato in contatto con i nobili di origine fiorentina, poiché essi avevano delle tenute in Maremma, lasciando così che il pittore raffigurasse gli spazi della sontuosa abitazione prima della vendita allo Stato italiano avvenuta nel 1883. Probabilmente, si tratta di appunti che l’artista mancianese contava di poter riusare per ambientare qualche quadro di tematica storica, che insieme a quelli tratti dalla letteratura, e dalla religione, erano i soggetti più frequentati dai pittori romantici, e che nel Polo di Saturnia si riflettono in opere come Agamennone condanna Ifigenia al sacrificio o nel bozzetto L’incontro della Maddalena con Gesù.

Pietro Aldi, Ritratto di Leonardo Coretti (1886 circa; olio su tela, 35,5 x 24,5 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Ritratto di Leonardo Coretti (1886 circa; olio su tela, 35,5 x 24,5 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Studi per il dipinto Il trionfo di Giuditta (1886-1887; olio su tela; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi, comodato Rossi)
Pietro Aldi, Studi per il dipinto Il trionfo di Giuditta (1886-1887; olio su tela; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi, comodato Rossi)
Pietro Aldi, Bozzetto per Buoso da Doara (1878 circa, olio su cartone; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi, comodato Cannucciari)
Pietro Aldi, Bozzetto per Buoso da Doara (1878 circa, olio su cartone; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi, comodato Cannucciari)
Pietro Aldi, Ritratto di donna africana (1885; olio su tela, 38,5 x 31 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Ritratto di donna africana (1885; olio su tela, 38,5 x 31 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Apoteosi di Vittorio Emanuele II incoronato dalla Patria (1878, olio su tela, 55 x 80 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Apoteosi di Vittorio Emanuele II incoronato dalla Patria (1878, olio su tela, 55 x 80 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Figure lungo le mura (olio su tavola; 17 x 30,4 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Figure lungo le mura (olio su tavola; 17 x 30,4 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)

Il museo custodisce anche lo studio del Buoso da Duera, quadro che esposto a Roma all’Esposizione Artistica del 1878 assicurò a Pietro Aldi “un posto onorevole tra i Pittori Italiani”, come ricordava il Mussini. Questo primo grande successo si lega a un tema di grande fortuna tra i pittori dell’epoca: vi si misurarono infatti anche artisti del calibro di Enrico Pollastrini e Giacomo Di Chirico, e narra un episodio storico medievale con protagonista il capo della fazione ghibellina, signore di Soncino e di Cremona, che le cronache vogliono tradisse la propria patria, per poi esserne cacciato. La scena narrata dal romanzo storico La battaglia di Benevento, di Francesco Domenico Guerrazzi, mostra Buoso in veste di mendicante riconosciuto dai propri concittadini sollevando scandalo.

Trasferitosi a Roma, seppur non tagliando mai il cordone ombelicale con la sua terra natia, dove tornava frequentemente, Aldi realizza opere come La Fornarina sorpresa da Raffaello, nel museo rappresentata da un bozzetto, che mostra il gusto per tematiche meno impegnate e più intime tratte dalle biografie dei grandi artisti. Con la morte di Vittorio Emanuele II, il Comune di Siena decise di onorare la figura del primo re d’Italia con un ciclo decorativo destinato al Palazzo Pubblico. Per tale impresa venne prescelto Mussini il quale, poiché anziano, volle coinvolgere i suoi migliori allievi. È in questa occasione che Aldi realizzò le sue opere più celebri: per la Sala del Risorgimento dipinse l’incontro del re con Radetzky e quello a Teano con Garibaldi. Per assolvere a tale commissione Aldi svolse un meticoloso lavoro di studio, realizzando numerosi disegni, bozzetti e schizzi, presenti in museo, come un ritratto del re e uno studio dal vero di cavalli. Nel bozzetto L’incontro di Vignale si mostra la sicurezza documentaria del mancianese nell’affrontare il lavoro affidatogli, tanto che pur accogliendo alcuni suggerimenti della commissione, non volle attenersi alla biografia del re scritta da Giuseppe Massari, che raccontava come lo storico incontro fosse avvenuto in strada e non in una cascina, ma Aldi fece valere le sue ragioni poiché sostenne “io ho avuto da persona che si trovò a quel fatto una dettagliatissima descrizione del medesimo”. Anche dell’incontro di Teano si conservano diversi lavori preparatori, di cui forse il più interessante è l’Autoritratto di profilo. Infatti, nel margine sinistro della composizione, il pittore decise di effigiarsi, vicino al proprio maestro Luigi Mussini. La collezione del Polo Aldi annovera anche numerosi ritratti di grande qualità: taluni si allontanano dalla finitura e dalla politezza dell’Accademia, per proporre uno stile più sciolto e fresco, tipico dei bozzetti del mancianese, che lo avvicinano ad alcune ricerche coeve del naturalismo macchiaiolo, così come anche l’oblunga tela Figure lungo le mura.

Pietro Aldi, Studio preparatorio per Il Trionfo di Giuditta (1887; olio su tela, 55 x 100 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Studio preparatorio per Il Trionfo di Giuditta (1887; olio su tela, 55 x 100 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Interno di Palazzo Corsini alla Lungara a Roma (1880 circa; olio su tela, 64 x 77 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Interno di Palazzo Corsini alla Lungara a Roma (1880 circa; olio su tela, 64 x 77 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Natura morta con pelliccia e liuto (1871; olio su tela, 78,5 x 60 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Natura morta con pelliccia e liuto (1871; olio su tela, 78,5 x 60 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Autoritratto di profilo con cappello (1884-1886; olio su tela, 43,8 x 34,8 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, Autoritratto di profilo con cappello (1884-1886; olio su tela, 43,8 x 34,8 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, L’incontro tra Radetzky e Vittorio Emanuele II alla cascina di Vignale (1885; olio su tela, 70 x 108 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)
Pietro Aldi, L’incontro tra Radetzky e Vittorio Emanuele II alla cascina di Vignale (1885; olio su tela, 70 x 108 cm; Saturnia, Polo Culturale Pietro Aldi)

Il percorso vanta molte altre opere, che rendono il Polo di Saturnia la collezione più vasta dedicata ad Aldi, tra cui vale la pena citare la tela con Studio per Il trionfo di Giuditta, di cui l’opera finita fu presentata nel 1888 all’Esposizione Vaticana e vinse la medaglia d’oro, ed è ancora oggi è conservata nei Musei Vaticani. Nella tela di Saturnia si vede un intarsio di ritratti, necessari al pittore a saggiare gli accostamenti cromatici, che valsero nel lavoro ultimato un concorde successo da parte della critica per la perfetta armonia. Lo stesso anno stava lavorando al quadro Il convito di Nerone, destinato all’Esposizione Universale di Parigi del 1889. Purtroppo, non ultimò l’opera, perché nel maggio di quell’anno morì prematuramente nella sua Manciano a soli 36 anni, lasciando dietro di sé una quantità sbalorditiva di opere.

L’attività del Polo Culturale Aldi però non si limita alla sola valorizzazione della collezione permanente, ma si avvale anche di mostre temporanee, che vengono organizzate nel piano seminterrato, e ne promuove alcune anche fuori dallo spazio espositivo, come la mostra Pietro Aldi Pittore, che nel 2019 ha visto le opere del mancianese esposte a Firenze, portando la figura dell’artista ad essere conosciuta da un pubblico più ampio.

Grazie a queste iniziative meritevoli, all’attenzione del dialogo con la comunità locale, che si fonda anche su un’attenta attività didattica rivolta a tutte le età, e a numerose altre iniziative, il Polo Culturale Aldi di Saturnia si pone come un riuscito modello di istituzione museale, che pur non potendo contare su nomi altisonanti, porta avanti le sue finalità con serietà, professionalità, e con una continua volontà di volersi migliorare.


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Jacopo Suggi

L'autore di questo articolo: Jacopo Suggi

Nato a Livorno nel 1989, dopo gli studi in storia dell'arte prima a Pisa e poi a Bologna ho avuto svariate esperienze in musei e mostre, dall'arte contemporanea, alle grandi tele di Fattori, passando per le stampe giapponesi e toccando fossili e minerali, cercando sempre la maniera migliore di comunicare il nostro straordinario patrimonio.



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