Monica Bowen, storica dell’arte e insegnante, ha dedicato un articolo del suo blog “Alberti’s Window” al rapporto che Marilyn Monroe ebbe con l’arte. Qui lo potete leggere nella traduzione di Ilaria. Ecco il link originale.
Chi segue il mio blog avrà forse notato che negli ultimi mesi mi sto documentando su star e personaggi famosi della metà del Novecento. Tra tutte le persone che ho studiato finora, Marilyn Monroe spicca per il suo notevole interessamento nei confronti della tradizione artistica occidentale. Quando l’ho scoperto, sono rimasta molto sorpresa, perché non avrei mai pensato che Marilyn fosse interessata all’arte visiva.
Marilyn Monroe con una scultura di Degas, la Petite danseuse, a casa del produttore cinematografico William Goetz |
Come storica dell’arte e insegnante, mi sono divertita soprattutto leggendo la sua esperienza come partecipante a un corso di apprezzamento per l’arte (un biografo scrive che il corso si tenne all’UCLA – Università della California, Los Angeles, ma nella sua autobiografia si legge che il corso si teneva alla University of Southern California). Nella sua autobiografia, Marilyn condivide il suo giudizio sull’insegnante e sul corso di apprezzamento per l’arte:
Era una delle persone più entusiasmanti che io avessi mai incontrato. Parlava di Rinascimento e lo faceva sembrare dieci volte più importante della più grande epopea degli Studio’s. Assorbivo tutto ciò che diceva. Conobbi Michelangelo, Raffaello e Tintoretto. Ogni giorno un nuovo genio su cui imparare Di notte, sdraiata sul letto, desideravo vivere nel Rinascimento. Di certo ora sarei già morta, ma forse ne sarebbe valsa la pena.
Mi sono commossa nel conoscere il forte impatto che questa insegnante ebbe su Marilyn Monroe. Come insegnante d’arte, posso solo sperare di essere così stimolante! Dopo il corso, Marilyn continuò a interessarsi all’arte e in particolare mi ha divertito l’aneddoto che racconta di quando Marilyn lesse un libro deludente su Goya (che, fortunatamente, non impedì la sua passione per l’arte di quest’ultimo).
Per incoraggiare la sua conoscenza e le sue esperienze artistiche, frequentò mostre le d’arte. Lei adorava particolarmente Rodin e visitò la mostra dedicata all’artista che si tenne nel 1955 al Metropolitan Museum of Art. È documentato che fu attratta soprattutto da Pigmalione e Galatea e da La mano di Dio.
Auguste Rodin, La mano di Dio (modellata nel 1898, fusa nel 1925; bronzo, 67,9 x 44,4 x 54,6 cm; Parigi, Musée Rodin) |
Infatti, a Marilyn piacque così tanto La mano di Dio che nel 1962 ne comprò una statua in bronzo (simile a quella mostrata qui sopra), per più di mille dollari. Era l’ultimo anno della sua vita e la sua salute era già compromessa. Portò immediatamente la statua al suo psichiatra e intraprese una bizzarra e preoccupante conversazione durante la quale continuò a chiedere al dottore cosa pensava che significasse quell’opera d’arte. Penso sia molto interessante che Marilyn, quasi alla fine della sua difficile vita, avesse un’affinità con questa scultura particolare: il Museo Rodin afferma che questa mano venne usata come studio per i Borghesi di Calais dell’artista stesso, opera in cui i gesti delle mani indicano congedo e sofferenza.
Marilyn collezionò anche altri pezzi d’arte. Sono particolarmente incuriosita dal fatto che nel luglio 1955 lei avesse acquistato un busto di Nefertiti per la sua suite al Waldorf-Astoria Hotel di New York (anche se non riesco a trovare informazioni per sapere se questo busto fosse autentico o fosse una copia del famoso busto che si trova nel Neues Museum di Berlino). Come radicato simbolo della bellezza femminile, trovo intrigante che lei fosse attratta da un’immagine idealizzata della bellezza egiziana.
Qualcuno sa che fine abbia fatto la collezione d’arte di Marilyn? Venne dispersa con gli altri suoi beni?
L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta
Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.