Potrebbe apparire bizzarro che un oggetto banale come uno spremiagrumi riesca a conquistare le copertine di libri e riviste, o finisca esposto nei musei. Ma non se quello spremiagrumi è il Juicy Salif di Philippe Starck (Parigi, 1949), uno degli oggetti più famosi della storia del design. Progettato dal famoso designer francese nel 1988, fu lanciato dalla casa Alessi nel 1990 riscuotendo subito un grande successo per il suo design estremamente originale che attira l’attenzione per la sua forma aliena e anticonvenzionale.
Singolare la storia di com’è nato lo spremiagrumi: Starck, come racconta Donald A. Norman nel suo libro Emotional design, lo schizzò rapidamente sulla tovaglietta di carta di una pizzeria di Capraia, nell’arcipelago toscano, dove il designer si trovava per una vacanza. Qualche giorno dopo, avrebbe inviato la tovaglietta alla sede della Alessi, che peraltro gli aveva commissionato un vassoio (oggi la tovaglietta è conservata al Museo Alessi di Omegna). A entrare nel dettaglio è stato poi Alberto Alessi, che ha illustrato la nascita di Juicy Salif nell’opuscolo che accompagnava l’edizione del decennale, nel 2000: “Sulla tovaglietta, di fianco a qualche segno incomprensibile (salsa di pomodoro, con tutta probabilità), c’era una serie di schizzi. Bozzetti di calamari. Partivano da sinistra e, mentre si aprivano la strada verso destra, prendevano l’inconfondibile forma di quello che sarebbe diventato lo spremiagrumi più celebrato del secolo che stava per chiudersi. È facile immaginare ciò che accadde: mentre mangiava un piatto di calamari e vi spremeva sopra del limone, il nostro uomo aveva finalmente avuto l’ispirazione! Era nato Juicy Salif, e con esso qualche mal di testa per gli alfieri del detto ‘La forma segue la funzione’”.
In effetti, Juicy Salif non è sicuramente il più comodo degli spremiagrumi. A ispirare Starck è stato dunque un calamaro (e chissà che non ci sia anche una relazione tra i termini inglesi squid, “calamaro”, e squeeze, “spremere”) anche se a molti la forma di Juicy Salif ricorderà quella di un ragno, o comunque di un insetto che si nutre di frutta. La struttura in alluminio e le curve fluide del corpo del calamaro conferiscono eleganza all’oggetto, ma di certo non lo rendono particolarmente pratico. Si tratta infatti di un oggetto che non prevede un recipiente per la raccolta del succo di limone o di arancia: si posiziona un bicchiere sotto il corpo del calamaro, sorretto da tre lunghe gambe (in tutto Juicy Salif raggiunge un’altezza di 29 centimetri), con tre gommini alla base di ciascuna di esse per garantire stabilità mentre si esegue l’operazione, e il succo scenderà lungo le sue scanalature. Occorre infatti posizionare l’agrume nella parte superiore dello spremiagrumi, ovvero nella testa dell’insetto, premendolo delicatamente per inserirlo nell’apertura. S’imprime dunque la pressione necessaria per estrarre il succo che colerà lungo il calamaro per riempire il bicchiere, pronto per essere servito o utilizzato per la preparazione di ricette. La mancanza del recipiente non è tuttavia l’unico difetto, se si pensa all’utilizzo pratico: manca infatti un filtro per evitare che i semi cadano dentro al bicchiere, va lavato subito altrimenti i residui di succo cominceranno a gocciolare sulla superficie su cui viene posato, è poco stabile.
Eppure, nonostante ciò, ha ottenuto subito una grande celebrità internazionale. Juicy Salif è stato infatti progettato non solo per durare nel tempo e per essere uno strumento più o meno pratico per estrarre succo dalle arance o dai limoni, ma Starck lo ha immaginato proprio per farlo diventare un vero pezzo d’arte da esporre in cucina. A decretare il suo successo è stata proprio la sua forma seducente, così diversa da qualunque altro spremiagrumi prodotto in precedenza: a vedere a prima vista quel bizzarro oggetto quasi non sembrerebbe un oggetto così comune nelle nostre case. E si risulta dunque sorpresi quando si apprende che cosa sia. Pare peraltro che Starck abbia espressamente detto che il suo spremiagrumi “non è fatto per spremere limoni, è fatto per avviare conversazioni”.
Dunque, la prima ragione del successo è la sua rottura di ogni convenzione. Ma non solo. Due studiosi di interaction design, Julie Khaslavsky e Nathan Shedroff, in un loro lavoro del 1999 hanno dedicato ampio spazio a un’analisi di Juicy Salif per capire proprio per quali motivi sia diventato un’icona. Oltre a essere anticonvenzionale, e oltre a spingere l’acquirente a comprare non tanto l’oggetto in sé, quanto i valori e la storia che stanno dietro l’oggetto (motivazione fondamentale che spesso sta alla base dell’acquisto di un oggetto di design: chi lo possiede ama infatti condividere la sua storia), è un utensile che muove a curiosità, per via della sua forma insolita. Poi, trasforma un atto quotidiano e abitudinario in un’esperienza particolare, a causa del suo approccio innovativo. Rende insomma straordinaria un’azione ordinaria. Poi, affermano Khaslavsky e Shedroff, mentre “non insegna necessariamente nulla di nuovo sul succo o sulla spremitura a chi lo usa, la lezione di Juicy Salif è in realtà che anche gli oggetti comuni della vita possono rivelarsi interessanti e che il design può migliorare l’esistenza. Lo spremiagrumi insegna altresì ad aspettarsi di provare meraviglia anche in situazioni inattesa, tutte sensazioni positive rispetto al futuro”.
Juicy Salif di Philippe Starck è dunque un vero oggetto di culto che combina forma, materiali (alluminio pressofuso con effetto lucidato) e funzione in modo unico. Il suo design stravagante e accattivante lo rende un pezzo unico per qualsiasi cucina, mentre la sua costruzione di alta qualità lo rende uno strumento durevole. Magari, certo, non proprio perfetto per spremere agrumi. Basti pensare che Alessi, per l’edizione del decennale, ha prodotto una versione di Juicy Salif a tiratura limitata (diecimila esemplari), placcata in oro, sconsigliando tuttavia di utilizzarlo... per spremere agrumi, altrimenti l’acido del succo avrebbe rovinato il prezioso metallo.
In effetti non è proprio un esempio di efficienza e per questo si è attirato anche critiche. Valerio Sacchetti, per esempio, lo definisce “icona di design non funzionale”, “praticamente inutile come spremiagrumi”, tanto che “più di una persona ha confessato di averlo acquistato come piccola scultura domestica, perfettamente consapevole di non poterlo utilizzare altrimenti”. È stato poi incluso in innumerevoli classifiche di bad design. Ma nonostante ciò è un oggetto che continua a esercitare un grande fascino.
Anche per via del suo prezzo contenuto: la versione originale, il cult per gli amanti del design, costa 75 euro. Juicy Salif di Philippe Starck è prodotto e distribuito dalla casa di design italiana Alessi, quindi è possibile acquistarlo presso i negozi Alessi, negozi di design, negozi di casalinghi e rivenditori autorizzati. Inoltre, è possibile acquistarlo online attraverso il sito web ufficiale di Alessi o tramite siti di e-commerce. Ci sono comunque anche edizioni decisamente più costose, come quella del decennale di cui si è detto, oppure quella per i venticinque anni (una pressofusa in bronzo, in una tiratura limitata di 299 esemplari, e una in alluminio con rivestimenti in ceramica bianca opaca, in commercio a diverse centinaia di euro). Ovviamente occorre sempre verificare l’autenticità del prodotto prima di effettuare l’acquisto, e acquistare sempre da rivenditori autorizzati per avere garanzia sulla qualità e sull’originalità del prodotto.
Fu necessario tutto l’intuito visionario di Alberto Alessi per vincere la sfida di mettere in commercio un oggetto così eccentrico come lo spremiagrumi di Philippe Starck. E ha avuto ragione. Più tardi, Alessi avrebbe definito Juicy Salif, in una videointervista rilasciata alla rivista Dezeen, “un grande scherzo a tutti quanti”. E lo ha considerato però al contempo anche “lo spremiagrumi più controverso del secolo”, il progetto più divertente della sua carriera, oltre che una pietra miliare della storia del design, perché da Juicy Salif in avanti è aumentata la tendenza a produrre oggetti che “contraddicono la funzione nei confronti dell’espressione”, come afferma Alessi, sostenendo che lo spremiagrumi di Philippe Starck è stato il primo oggetto a incarnare quest’idea di design. “È un oggetto che ha a che fare con quello che i semiologi chiamano il ‘velo decorativo’. È lo spazio, sempre esistito nella vita umana, tra la funzione e il risultato dell’oggetto che dovrebbe servire a quella funzione: non è mai esistita una piena complementarità tra questi due elementi, ma c’è sempre stato uno spazio, anche piccolo. In questo caso, volontariamente, Philippe ha deliberatamente fatto esplodere questo piccolo spazio”. E Juicy Salif è il risultato di questa deflagrazione.