In questo articolo di Cultura Colectiva, Alejandro López racconta un aspetto dell’arte di Salvador Dalí scoperto recentemente: l’artista tenne per cinque anni un diario personale. Per farvi scoprire di cosa si tratta, Ilaria ha tradotto per voi questo interessante articolo. Buona lettura!
Lo studio della produzione pittorica del Novecento farà sempre una fermata obbligata sulle tele di Dalí, nelle quali la pittura sperimentò l’automatismo psichico puro di cui parlava André Breton, principio base del movimento surrealista che trovò in Dalí il suo maggior esponente. Il pittore catalano sviluppò un senso innato per le forme, composizioni cariche di simbolismi che realizzò grazie a una delle tecniche più invidiabili della storia della pittura.
Due pagine del diario di Salvador Dalí |
Le opere di Dalí sono esposte in tutto il mondo e buona parte di esse si trova in collezioni private; tuttavia, è stato portato recentemente alla luce un aspetto più intimo della sua vita: si tratta di un diario personale che l’artista tenne per cinque anni all’apice della sua carriera. Il diario è costituito da 42 pagine che includono 43 disegni inediti, una moltitudine di conti e appunti di vita quotidiana del pittore, così come studi successivi con elementi del “Grande Masturbatore” (1929), un autoritratto e due ritratti, uno di sua moglie Gala e l’altro del suo collega e amico René Crevel.
Nel quadernetto appare ripetutamente la figura di un cavallo (uno dei suoi animali preferiti oltre agli ocelot e ai tori), tema rappresentato in moltissime delle sue opere. Presumibilmente venne tenuto da Dalí dal 1930 al 1935 e contiene alcuni schizzi che raffigurano questi animali, primi disegni per lo studio della fisionomia equina che durante questo periodo rappresentò in opere come “Dormiente, cavallo, leone invisibili” (1930) e successivamente in “Il cavaliere della morte” (1934) o nella famosa “Tentazione di sant’Antonio” (1946).
Cavalli dal diario di Salvador Dalí |
Salvador Dalí, Tentazione di sant’Antonio (1946; olio su tela, 90 x 119,5 cm; Bruxelles, Musées royaux des beaux-arts de Belgique) |
Un altro elemento ricorrente nei suoi appunti è il corpo femminile. Dalí disegnò a penna corpi femminili in varie posizioni simili a quelli che rappresentò in “Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo primo del risveglio” (1944) e nelle varie opere ispirate alla sua musa, Gala, come “Mia moglie nuda guarda il suo corpo diventare gradini, tre vertebre di una colonna, cielo e architettura” (1945) o nell’opera tarda “La mano di Dalí toglie il vello d’oro a forma di nuvola per mostrare a Gala l’aurora dorata, completamente nuda, lontanissima dietro il sole” (1977), entrambe con corpi di donne nude che coincidono con la fisionomia di sua moglie.
Corpi dal diario di Salvador Dalí |
Salvador Dalí, Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo primo del risveglio (1944; olio su tela, 51 x 41 cm; Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza) |
Salvador Dalí, Mia moglie nuda guarda il suo corpo diventare gradini, tre vertebre di una colonna, cielo e architettura (1945; olio su tavola, 61 x 52 cm; New York, Collezione José Mugrabi) |
I diari di Dalí provocano il desiderio di scrutare, o almeno di dare una sbirciatina, dentro una delle menti più creative del secolo scorso. Il pittore catalano, che descrisse il Messico come un luogo più surreale delle sue opere (in Messico riuscì a provare affetto solo per il suo ocelot Babou), trascorse tutta la sua vita sul filo della linea sottile che separa la follia dalla genialità, il trascendente dall’assurdo e l’autentico dal falso.
I bozzetti e le note sul suo diario non solo mostrano la produzione artistica di Dalí, bensì raccontano l’uomo di fronte alla tela, il pensiero complicato che lo portò a una vita stravagante, ma sempre coerente con i suoi principi. Il diario fu messo all’asta da Sotheby’s alla fine di aprile e poi venduto a 91.800 euro a un collezionista d’arte la cui identità è rimasta riservata.
L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta
Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.