Quando Steve McCurry è arrivato a Castelnuovo Magra a fine giugno per tenere la sua lectio magistralis di fotografia (e noi, come saprete, eravamo presenti), lo ha detto chiaro e tondo: la fotografia di animali di Elliott Erwitt è stata per lui una grande fonte d’ispirazione. Ed erano soprattutto i cani gli animali che Erwitt amava (e ama tuttora) ritrarre nelle sue fotografie.
Molti di questi ritratti canini sono ora esposti alla mostra Icons, l’esposizione fotografica di Elliot Erwitt che, dopo le tappe di Aosta e San Gimignano, arriva a Castelnuovo Magra: è allestita all’interno della Torre del Castello dei Vescovi di Luni e rimarrà aperta fino all’11 ottobre.
La mostra si sviluppa lungo i sei piani della torre: le fotografie sono state sistemate tutte su cavalletti in legno di castagno, lo stesso dei pavimenti e delle ripide scale della Torre: è stata addirittura creata una continuità facendo perfettamente combaciare le assi del pavimento e gli stessi cavalletti!
Percorrendo i diversi piani della torre, ammiriamo le splendide fotografie di Elliott Erwitt: 42 scatti selezionati dal fotografo in persona, ritenuti da lui stesso i più significativi della sua carriera. Questi spaziano dagli anni Quaranta fino ai nostri giorni, come notiamo dal luogo e dall’anno, scritti sul cavalletto sotto ogni opera, in cui sono state scattate le fotografie. Le foto esposte sono in bianco e nero, ad eccezione di due autoritratti posti al sesto piano della torre. Del resto la produzione artistica di Erwitt è per la maggior parte in bianco e nero, come è stato affermato proprio da McCurry a Castelnuovo, che ha fatto notare a tal proposito ciò che contraddistingue a primo impatto i due fotografi (il bianco e nero di Erwitt contrapposto ai colori delle foto di McCurry), ma soprattutto ciò che li accomuna: l’esperienza pratica, il viaggio, l’incontro diretto con persone di tutto il mondo.
Dicevamo dei cani: ecco, siamo stati particolarmente incuriositi dagli scatti che ritraggono cani di diversa razza e taglia in situazioni strane e persino buffe. Si potrebbe dire che esporre così tante fotografie di cani in un’unica mostra sia un tratto caratteristico di Erwitt: lui stesso afferma di amare gli amici a quattro zampe, ma sarebbe stato proprio casuale il fatto di aver dedicato, nel corso della sua carriera, moltissimi scatti ai cani. Un bel giorno si è accorto di possederne tantissimi nel suo archivio!
Risalta immediatamente ai nostri occhi un simpaticissimo cagnolino che salta. Non è una magia: il cagnolino al guinzaglio del suo padrone sembra quasi volare, tenendo le zampette tese, con un’espressione divertente, data inoltre dalla macchia nera che gli circonda l’occhio destro. A vederla così, sembrerebbe una foto scattata per una circostanza fortuita, ma in realtà lo scatto del cane è ben studiato. Erwitt si trovava infatti nel 1989 a Parigi e aveva deciso di convocare sul set alcuni cani; di solito Elliott, per ottenere in tempo rapido effetti spettacolari, usava dei trucchetti e in questa occasione aveva deciso... di abbaiare per scatenare la reazione dei cani! Un solo latrato, ma deciso e forte: all’improvviso tutti i cani saltarono, abbaiarono, ringhiarono, mentre lui scattava cogliendo quindi gli animali nella loro naturalezza.
Se questa foto esprime simpatia, allo stesso modo ci attrae un cane molto elegante: unico soggetto della scena, un levriero dal muso allungato che guarda di lato porta una rosa al collo. È uno scatto in omaggio a Liz Tilberis, caporedattrice della celebre rivista di moda Harper’s Bazaar, che scompare nell’aprile del 1999 a causa di un tumore. In suo onore, artisti, fotografi e stilisti di tutto il mondo realizzano un numero speciale di Bazaar completamente in bianco per richiamare il colore dei capelli di Liz Tilberis (e per questa sua caratteristica veniva anche soprannominata “La Blanche”): Erwitt partecipa proprio con questo cane.
Steve McCurry visita Icons a Castelnuovo Magra. Le foto: in alto, New York, 2000 e la foto omaggio a Blanche. In basso, Birmingham 1991 e “Felix, Gladys and Rover”. © Torre del Castello dei Vescovi di Luni, Castelnuovo Magra |
Per rimanere in tema di bellezza, ecco uno scatto che ritrae un cane tosato a puntino per una “sfilata di moda”: la bella barboncina, che segue con molto interesse l’esibizione canina, sembra indossare una pelliccia corta da signora con stivaletti. Accanto a lei, che sembra voler esprimere la sua opinione, alcune signore seguono la gara. Siamo a Birmingham, nel 1991, e nella città inglese si sta svolgendo “Crufts”, la più grande fiera canina del mondo intero, che continua la sua attività anche oggigiorno: trentamila cani toelettati, talvolta anche in modo ridicolo, partecipano all’esposizione per fare immediatamente colpo sulla giuria! Ed è proprio in questo senso che dobbiamo leggere lo scatto di Elliott Erwitt: la volontà di esibire il proprio cane sfocia in situazioni ai limiti del grottesco. E qui di comico non c’è solo l’aspetto della barboncina, ma forse anche la sua curiosità nello sporgersi sulle transenne, quasi che voglia assistere, oltretutto con un certa tensione, alla gara.
Ma nelle sue fotografie Erwitt intende sottolineare anche aspetti sociologici. Lo notiamo in questo scatto che vuol mettere in evidenza l’idea che i cani e i padroni si assomiglino (ricordate La carica dei 101 della Disney?): sui gradini della casa di Elliott, a New York nel 2000, stanno beatamente seduti un vicino di casa del fotografo assieme ai suoi due piccoli bulldog. Erwitt nota così tanta somiglianza tra cane e padrone, che aspetta di cogliere il momento in cui uno dei due cani si siede sopra al padrone, coprendogli la faccia e sostituendola col suo muso. Ne risulta quindi l’impressione che la faccia dell’uomo si trasformi nel muso del suo compagno a quattro zampe. Semplicemente spettacolare!
Erwitt cerca sempre di scattare le sue foto dal punto di vista dei cani: spesso il fotografo pone il suo obiettivo ad altezza di cane, lasciando vedere solo le gambe e i piedi dei suoi padroni, come nello scatto del 1946 a New York, la sua prima fotografia pubblicata (l’artista aveva, all’epoca, diciotto anni): il cagnolino con il maglioncino appare minuscolo rispetto alla sua padrona, di cui si vedono solo i piedi, creando un contrasto stupefacente.
USA, New York, 1946. © Elliott Erwitt/Magnum Photos |
Nel 1974 Elliott riprenderà l’inquadratura di quest’ultimo scatto nella foto intitolata “Felix, Gladys and Rover”: Rover è un buffo cagnolino con maglioncino e cappellino di lana, che appare minuscolo rispetto alla sua padrona Gladys, di cui si vedono solamente i suoi stivali neri, e persino rispetto al suo amico Felix, un danese dalle zampe anteriori affusolate. Non mancano anche qui i contrasti: non solo tra le diverse altezze, ma anche tra le zampe eleganti del danese e le gambe della padrona costrette in stivali invernali. Fotografie ricercate e realizzate dalla creatività di Erwitt e fotografie di situazioni casuali che sono diventate famose in tutto il mondo per la particolarità del soggetto ritratto.
L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta
Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.