Cosa ha significato per grandi artisti realizzare il ritratto di se stessi? Scopritelo in questo articolo pubblicato su Cultura Colectiva e scritto da Mariana Aguilar Tiquet. Ilaria lo ha tradotto proprio per voi! Qui il link dell’originale.
Se provassimo a definire cosa rende così speciale l’essere umano, potremmo dire la capacità creativa; tutto ciò che si relaziona con l’arte e che resterà come testimonianza dell’umanità. La capacità d’osservazione e di analisi, oltre alla creatività e all’immaginazione, hanno facilitato la creazione da parte dell’uomo di grandi opere che ci ispirano e motivano a esprimere la nostra interiorità, a trasformare quei pensieri che ci affliggono durante la notte o che ci portano a sognare e a volare durante il giorno.
Per questo motivo, nel corso degli anni, alcuni artisti hanno utilizzato il pennello come strumento per volare. I tratti sul foglio diventano il mezzo con il quale possono esteriorizzare ciò che si trova nel profondo delle loro menti e dei loro cuori.
Per molti artisti la pittura è diventata il modo per trovare un po’ di pace; soprattutto per quei grandi geni che non sono stati pienamente compresi e le cui vite non sono state stabili. È il caso di Frida Kahlo e di Van Gogh, che durante la loro esistenza cercarono rifugio in una tela bianca per nascondere le loro sofferenze e i loro mali nella pittura.
Quando si analizza se stessi, l’autoritratto è un grande esercizio; un esercizio di analisi profonda che mostra gli aspetti positivi di una persona, ma che rivela anche i suoi lati oscuri, dove la luce sembra non penetrare. Nel corso del tempo, l’autoritratto è stato realizzato da diversi artisti come esercizio interiore ed esteriore Ecco alcuni degli autoritratti realizzati da grandi artisti.
Leonardo da Vinci
Questo autoritratto realizzato nel 1512 circa è uno dei più famosi di tutti i tempi, oltre a essere uno dei disegni più conosciuti di Leonardo da Vinci. È in sanguigna e misura 33 cm x 21,3 cm. Anche se non è mai stato completato, poiché mancano alcuni tratti della parte superiore e altri della barba, i dettagli sono molto curati. Inoltre, si può comprendere come l’artista vedesse se stesso: si può quasi paragonare all’immagine di un filosofo, che in quell’epoca veniva ritratto con una lunga barba e con occhi che rivelavano sapienza sotto folte sopracciglia. Nell’opera risulta anche intuibile l’età di Leonardo (circa 60 anni). È l’unico autoritratto dell’artista e si trova alla Biblioteca Reale di Torino, in Italia.
Vincent van Gogh
Se c’è un artista che si è ritratto molte volte è Vincent van Gogh: si contano 43 autoritratti tra dipinti e disegni realizzati in circa 10 anni. Come lui stesso affermava, cercava “una somiglianza più profonda di quella ottenuta da un fotografo”. In questo autoritratto del 1889, Van Gogh si rappresentò con una giacca e non con il suo abituale camice da lavoro. Inoltre, tutto si focalizza sul suo viso; gli occhi sono emaciati e sotto appaiono occhiaie che rivelano uno sguardo ansioso e penetrante. A differenza degli autoritratti realizzati ad Arles tra il 1888 e il 1889, questo dipinto del 1889 compiuto a Saint-Rémy mostra il suo profilo sinistro e non il destro. Questo autoritratto, considerato l’ultimo dell’artista, si trova al Musée d’Orsay di Parigi.
Rembrandt
“Dicono, e lo credo davvero, che sia difficile conoscere se stessi. Tuttavia risulta ovvio raffigurare se stessi. I ritratti di Rembrandt vanno oltre la realtà, sfiorano la rivelazione”, disse van Gogh riferendosi al pittore e all’autoritratto.
Come Vincent van Gogh, Rembrandt conta un gran numero di autoritratti: circa cento tra dipinti e disegni. Questa pittura a olio venne realizzata nel 1652 e mostra il pittore in posizione frontale con le mani sui fianchi: ciò dimostra sicurezza e fiducia in se stesso. Il dipinto si trova al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Frida Kahlo
Frida Kahlo è tra i massimi esponenti dell’arte messicana. Con più di 200 opere, la pittrice messicana scelse il ritratto come forma di espressione dei suoi sentimenti e dei dolori più profondi.
L’opera Le due Frida venne realizzata nel 1939 e mostra le difficoltà del suo matrimonio con Diego Rivera. Abbigliata da tehuana (ndt: nativa di Tehuantepec, in Messico), una Frida rappresenta le radici messicane, mentre l’altra le radici europee. I cuori di entrambe le donne sono uniti attraverso una vena, mentre la parte europea perde sangue. Questo autoritratto fu la prima opera in grande scala della Kahlo.
Francisco Goya
Goya assistito dal dottor Arrieta venne realizzato da Goya nel 1820. In questo dipinto l’artista riflette la malattia di cui soffrì nel 1819 e che fu curata dal medico Eugenio García Arrieta. Si può vedere chiaramente l’agonia e la malattia dello spagnolo; dietro di lui il dottore gli offre un po’ di acqua. Sullo sfondo si notano volti di donne che potrebbero rappresentare le Parche. Il dipinto mostra inoltre la sua ammirazione per la scienza, caratteristica della borghesia dell’Ottocento. Oggi si trova all’Art Institute di Minneapolis.
Diego Velázquez
Diego Velázquez fu uno dei massimi esponenti della pittura spagnola e barocca; venne nominato pittore di re Filippo IV e dedicò gran parte dei suoi dipinti alla corte. Il busto del suo autoritratto, realizzato nel 1640 circa, con quello de Las Meninas, è l’unico autoritratto che si conserva del pittore. Il dipinto è stato al centro di un dibattito circa la sua autenticità, ma dopo il suo ultimo restauro del 1986, si è giunti alla conclusione che si tratta di un originale. Oggi si trova al Museo de Bellas Artes di Valencia.
Jan van Eyck
Ritratto di uomo con turbante è un dipinto a olio realizzato nel 1433 dal pittore fiammingo Jan van Eyck. Mantiene la sua cornice originale e nella parte inferiore si può leggere “JOHES DE EYCK ME FECIT ANO MCCCC.33. 21. OCTOBRIS” (“Jan Van Eyck mi realizzò il 21 ottobre 1433). Nonostante ciò che si potrebbe credere, non sta indossando un turbante, bensì una sorta di cappuccio. Quest’opera è considerata una delle migliori opere dell’artista fiammingo e dal 1851 si trova alla National Gallery di Londra.
Pablo Picasso
Il pittore e padre del cubismo è stato considerato uno degli artisti maggiormente coinvolti in differenti movimenti artistici. Poco prima di compiere vent’anni, Picasso giunse a Parigi, città che lo ispirò e nella quale cominciò a integrarsi nella vita bohémien. Tra prostitute e alcol, plasmò un ambiente malinconico con toni fantasmagorici e figure pallide. Siamo all’inizio del “Periodo blu”: questo autoritratto fu una delle prime opere di questo periodo. Realizzato nel 1901, poco tempo dopo il suicidio di Carlos Casagemas (ndt: Casagemas era un pittore e poeta, amico di Picasso, che si suicidò per amore durante un soggiorno nel 1901 dei due artisti a Parigi), il dipinto mostra la calma dell’uomo ritratto, l’austerità del lavoro e lo stile bohémien dell’epoca. Si trova nel Museo Picasso di Parigi, Francia.
Eugène Delacroix
Autoritratto con gilè verde è un olio su tela realizzato nel 1837. Si può notare un buon uso del colore da parte dell’artista francese così come la qualità del tratto. Delacroix affermava che attraverso la pittura si stabilisce un ponte tra due anime: quella del personaggio ritratto e quella dell’artista. In questo caso si tratterebbe di un’analisi dello stesso Delacroix; un modo per esteriorizzare la sua interiorità.
Salvador Dalí
L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta
Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.