I Musei Civici di Monza: un viaggio nella Casa degli Umiliati, sede dell'importante pinacoteca della città


La Casa degli Umiliati, uno storico edificio di Monza, ospita oggi la pinacoteca dei Musei Civici di Monza, importante museo lombardo. Facciamo un viaggio al suo interno.

Nel centro storico di Monza la storica Casa degli Umiliati ospita oggi i Musei Civici della città, ma un tempo, nel Medioevo, si riunivano qui gli Umiliati, ovvero coloro che appartenevano a quell’ordine medievale che propugnava un modello di vita votato alla sobrietà e alla povertà. Grazie a Innocenzo III, l’ordine conobbe una forte espansione e anche gli edifici a loro riservati si diffusero soprattutto in Lombardia e in particolare a Monza. Questi ultimi si dividevano in due tipologie: da una parte conventi utilizzati dai religiosi appartenenti al medesimo ordine, dall’altra sedi di riunione per gli affiliati laici, come nel caso della Casa degli Umiliati. L’ampia diffusione e la grande intraprendenza commerciale degli Umiliati permise loro di divenire protagonisti della vita economica e sociale dell’epoca, ma per le stesse ragioni essi vennero considerati eretici, poiché ricchi e potenti: la Chiesa iniziò a vedere con diffidenza l’ordine, finché nel 1571 san Carlo Borromeo lo fece sciogliere.

L’intero complesso architettonico subì nel corso del tempo diverse modifiche che rendono visibili ancora oggi elementi provenienti dai varî rimaneggiamenti: alcuni risalgono alle origini, altri al Settecento, altri ancora al Novecento e ovviamente quelli più recenti risalgono agli ultimi interventi, quando si decise di adibire la Casa degli Umiliati a museo. Infatti, solo dopo un lungo restauro dell’edificio storico, durante il quale si cercò di recuperare il più possibile la struttura antica, ragionando anche in funzione della presenza di nuovi strumenti e tecnologie adatte all’esposizione e alla conservazione delle opere d’arte, i Musei Civici di Monza aprirono le porte ai visitatori nel 2014.

Precedentemente erano alcuni ambienti della Villa Reale di Monza a ospitare la pinacoteca e la sezione storico-etnologica della città: i musei cittadini nacquero ufficialmente nel 1935 per la volontà di mostrare le significative donazioni offerte al Comune di Monza a partire dalla fine dell’Ottocento. Successivamente, le due sezioni vennero divise: Villa Reale continuava a ospitare la pinacoteca, mentre l’Arengario accolse negli anni Sessanta la sezione storica. Nel 1984 poi entrambe le sedi vennero chiuse al pubblico, trasferendo le collezioni nei depositi. Come già affermato, sarà solo nel 2014 che entrambe le sezioni saranno riunite nella sede restaurata e musealizzata della Casa degli Umiliati.

Musei Civici di Monza, Casa degli Umiliati
Musei Civici di Monza, Casa degli Umiliati


Il cortile della Casa degli Umiliati
Il cortile della Casa degli Umiliati

Il percorso espositivo si suddivide oggi in tredici sezioni che espongono 140 oggetti, tra dipinti, sculture, installazioni e reperti, ripercorrendo dall’età romana all’epoca contemporanea la storia e l’arte di Monza. Tuttavia, il percorso espositivo, tra il piano terra e il primo piano, può essere considerato come un viaggio nelle diverse tematiche affrontate, dal ritratto al paesaggio, dall’arte sacra all’arte dell’Ottocento e del Novecento.

Si parte con un corpus di reperti archeologici rinvenuti nel territorio monzese che risale al periodo compreso tra il II secolo a.C. e il II secolo d.C: caratteristiche di quest’epoca di romanizzazione sono le epigrafi sepolcrali che le popolazioni celtiche presenti nell’area cominciarono a compiere a seguito dell’assimilazione della religione e della cultura quotidiana romana. Fu proprio grazie a un’epigrafe scolpita nel granito di un’ara dedicata a Ercole che è stato tramandato l’antico nome dei monzesi, Modiciates.

Risalenti al Medioevo sono invece oggetti che testimoniano gli usi religiosi e civili della città di Modoetia, antica denominazione di Monza: tra questi, uno staio di bronzo, l’antica unità di misura del Comune, un blocco di serizzo che veniva utilizzato come pietra di paragone per indicare riferimenti di lunghezza e capacità, pietre scolpite e incise con simboli religiosi a testimonianza della forte spiritualità dell’epoca medievale e il Compianto sul Cristo morto di Giuseppe Meda (Milano, 1534 - 1599).

Nel primo piano trovano invece collocazione opere artistiche che raccontano le origini della collezione e attraversano l’Ottocento e il Novecento, soffermandosi sui dipinti, sugli affreschi, sui ritratti e sulle ceramiche che diedero ampio respiro all’arte cittadina.

Grazie alla donazione nel 1923 di gran parte della collezione di dipinti, stampe antiche e oggetti d’arte di Eva Galbesi Segrè si posero le basi per un museo civico, di cui si sentiva da tempo la necessità; infatti la pinacoteca venne costituita nel 1935, riunendo il lascito della citata collezione ad altre donazioni provenienti da varie famiglie di Monza. Sono perlopiù opere che raffigurano episodi della vita di Cristo, vite di santi, scene mitologiche, figure allegoriche e nature morte.

Sala della pinacoteca dei Musei Civici di Monza
Sala della pinacoteca dei Musei Civici di Monza


Sala della pinacoteca dei Musei Civici di Monza
Sala della pinacoteca dei Musei Civici di Monza


Sala della pinacoteca dei Musei Civici di Monza
Sala della pinacoteca dei Musei Civici di Monza


Sala della pinacoteca dei Musei Civici di Monza
Sala della pinacoteca dei Musei Civici di Monza

Pittori monzesi di fine Ottocento, come Eugenio Spreafico (Monza, 1856 – Magreglio, 1919) ed Emilio Borsa (Milano, 1857 – Monza, 1931), realizzarono splendide tele dove il tema del lavoro è centrale, trovandosi loro in un periodo di grandi trasformazioni economiche e sociali, in cui l’attività agricola e contadina lasciava spazio al mondo operaio. In queste tele è forte il sentimento di malinconia che pervade i protagonisti e l’intero paesaggio, toccando anche il tema dell’infanzia. Tuttavia, frequenti nella pittura monzese ottocentesca erano anche i dipinti di paesaggio, primo su tutti gli artisti di questo genere Mosè Bianchi (Monza, 1840 – 1904). Quest’ultimo appartenne a un’intera famiglia di pittori, di cui facevano parte anche Pompeo Mariani (Monza, 1857 – Bordighera, 1927) ed Emilio Borsa, tanto da costituire, secondo i critici, una Scuola di Monza. Nei Musei Civici, Mosè Bianchi è presente anche con due opere grafiche legate alla tecnica dell’affresco: una figura femminile che personifica la Storia, parte di un ciclo pittorico affrescato dall’artista a Lonigo, nella Villa Giovanelli, e il grande cartone preparatorio del Genio di Savoia, successivamente dipinto sul soffitto della Saletta Reale della Stazione di Monza.

Una particolare sezione dei Musei Civici è inoltre interamente dedicata ai ritratti: è stata creata una vera galleria anche dal punto di vista allestitivo. Qui si susseguono infatti principi, prelati, alti funzionarî, poeti, letterati, donne, uomini d’industria: personalità profondamente legate alla storia locale che hanno fornito un notevole contributo alla vita economica e sociale della città. Ovviamente sono raffigurati anche i pittori protagonisti della scena artistica cittadina a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Agli inizi del Novecento, tre artisti, Eugenio Baioni (1880 - 1936), Anselmo Bucci (Fossombrone, 1887 – Monza, 1955) e Guido Caprotti (Monza, 1887 – Avila, 1966), si legarono insieme ad altri giovani artisti, in un sodalizio denominato Coenobium con l’intento di rinnovare l’arte che presentava ancora un retaggio ottocentesco.

La Galleria dei Ritratti
La Galleria dei Ritratti


La Galleria dei Ritratti
La Galleria dei Ritratti

Al fine di legare talento artistico e pratica artigianale, nel 1927 nacque l’Istituto Superiore Industrie Artistiche (ISIA) che contribuì alla formazione di personalità di rilievo fino al termine della sua attività nel 1943, a causa del periodo bellico. Il compito di internazionalizzare questa produzione artistica venne invece affidata alle Biennali: Villa Reale ne ospitò tre edizioni (1923, 1925 e 1927), mentre nel 1930 la manifestazione diventò Triennale e Monza ospitò la prima edizione; la Triennale venne successivamente trasferita a Milano.

Fondamentale per la rinascita artistica della città dopo la stagione bellica fu invece il Premio Nazionale di Pittura “Città di Monza”: le opere vincitrici andarono ad aggiungersi alle raccolte civiche che era possibile di nuovo ammirare a partire dal 1951, anno in cui venne riaperta la pinacoteca.

Tutti questi passaggi, eventi e personaggi che segnarono la storia e l’arte monzese sono ripercorsi nelle varie sale della Casa degli Umiliati; inoltre la collezione museale comprende anche un significativo patrimonio di stampe antiche e moderne: queste non sono esposte in modo permanente per ragioni conservative, ma costituiscono l’importante tesoro del Gabinetto delle Stampe (le stampe vengono comunque spesso esposte nel contesto di esposizioni temporanee).

Uno dei punti fondamentali dei Musei Civici di Monza è il rapporto tra il museo e la città, poiché molte opere e oggetti d’arte esposti si legano a luoghi cittadini: i visitatori sono perciò invitati a non fermarsi alle sole collezioni dei Musei, ma a continuare il viaggio nella storia della città attraverso chiese, palazzi, monumenti. I Musei si propongono infatti di offrire ulteriori spunti di approfondimento e di lavoro, in particolare per le scuole, con percorsi e temi trasversali, letture iconografiche, possibilità di sperimentare l’arte in prima persona, intendendo influire sulla conoscenza del territorio e del patrimonio collettivo. Gli studenti hanno quindi l’opportunità di lavorare nel museo e nell’aula didattica secondo macro aree tematiche definite in base all’età dei ragazzi e alle loro esigenze formative: per esempio, Volti, corpi, stati d’animo – Sui passi della Monaca di Monza; Paesaggio, spazio, natura – Speciale mostra temporanea; Materia, forma, colore; Monza e la sua storia.

Alla figura della Monaca di Monza è dedicato un apposito pacchetto che prevede la comprensione delle vicende tra storia e romanzo e la scoperta di luoghi e tracce della città dove Marianna de Leyva visse tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento. Il pacchetto è rivolto alla scuola secondaria di primo grado (classi terze) e alla scuola secondaria di secondo grado: è previsto video + visita guidata in città Sui passi della Monaca di Monza e spettacolo teatrale + visita guidata in città. I Musei Civici di Monza organizzano inoltre attività guidate con esperti sotto forma di percorsi attivi e di laboratori dell’arte, mettendo a disposizione spazi, materiali e strumenti appositi: un’aula didattica per lo svolgimento delle attività didattiche, un tavolo multimediale touch screen ricco di contenuti, utile per la visita museale e per l’approfondimento delle opere esposte, materiali didattici. Sono disponibili inoltre progetti di alternanza scuola – lavoro e incontri dedicati agli insegnanti.

I Musei Civici sono inoltre attivi anche sul piano dell’innovazione tecnologica: hanno infatti da poco lanciato la nuova SmartGuide WebApp, una guida intelligente che permette di accedere a tutti i contenuti multimediali senza la necessità di scaricare alcuna app sul proprio smartphone, tablet o computer. È sufficiente inquadrare il QRcode o inserire l’indirizzo fornito dalla biglietteria e iniziare così il proprio viaggio nel museo. La WebApp è stata ideata da Fabrica Ludens seguendo le più moderne tecniche di storytelling. Tutte queste informazioni si possono anche trovare sul sito ufficiale dei musei, www.museicivicimonza.it. Un punto di partenza importante per organizzare una visita nel complesso dei musei, uno dei più importanti di tutta la Lombardia.


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.






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