L'arte come mezzo contro l'autoritarismo. La storia di Badiucao, artista cinese dissidente


Artista e dissidente, il cinese Badiucao ha cominciato a usare l'arte, diffusa tramite social, come potente mezzo contro l'autoritarismo del regime cinese. Arrivando a esporre per la prima volta in Italia a Brescia, al Museo di Santa Giulia, fino al 13 febbraio 2022.

Dopo aver visto il documentario clandestino The Gate of Heavenly Peace, diretto da Carma Hinton e Richard Gordo, sulla strage di piazza Tienanmen avvenuta nel 1989, la sua vita non è stata più la stessa e ha deciso di realizzare e condividere la sua arte in segno di protesta. È iniziata così l’attività artistica impegnata di Badiucao, giovane artista nato in Cina nel 1986, cresciuto a Shangai, che attualmente vive e lavora in Australia. L’idea di trasferirsi in Australia è stata tuttavia motivata dal fatto che in Cina, se si veicola un’arte o un pensiero in netta contrapposizione con le autorità, scatta la censura, con dure repressioni nei confronti dei difensori dei diritti umani e delle persone considerate dissidenti. Non è una novità che la Repubblica Popolare Cinese punti a stroncare ogni forma di libertà d’espressione e qualunque azione che, a suo parere, cerchi di sovvertire i poteri dello stato. Secondo Amnesty International, nel corso del 2020, “difensori dei diritti umani e attivisti sono stati presi di mira e accusati di reati formulati in modo vago e ampio, come ’sovvertimento del potere dello stato’, ’incitamento alla sovversione del potere dello stato’ e ’attaccare briga e provocare problemi’”. E per quanto riguarda la libertà d’espressione, la censura si è abbattuta anche su Internet, in particolare su affermazioni legate al Covid-19 e alle misure di lockdown. “Post online di dissenso, hashtag con termini sensibili riguardanti la pandemia e richieste di libertà di parola sono stati rapidamente eliminati”, scrive Amnesty International. “Sono trapelate delle notifiche in cui le autorità ordinavano alle persone accusate di ’aver diffuso dicerie’ di cancellare i loro account e post sui social media”.

Badiucao era uno studente di Legge presso la East China University quando s’imbatté nel documentario che raccontava il massacro del 4 giugno 1989, la strage che l’esercito cinese compì aprendo il fuoco con carri armati contro i dimostranti di una serie di manifestazioni popolari di massa, portate avanti soprattutto da studenti e lavoratori, che ebbero luogo in piazza Tienanmen a Pechino tra l’aprile e il giugno 1989. Chiedevano al governo riforme più democratiche, più libertà politiche e di stampa e riforme economiche che migliorassero lo stile di vita dei cittadini. Simbolo della protesta rimasto tuttora celebre è il cosiddetto Tank Man, un ragazzo disarmato che il giorno seguente il massacro si parò fermo di fronte ai carri armati dell’esercito cinese per non farli passare. Una figura che fece il giro del mondo attraverso filmati e fotografie. La visione del documentario provocò in Badiucao la decisione di abbandonare gli studi e di mettersi in prima linea per combattere qualunque forma di controllo ideologico e morale compiuto dal potere politico e di farlo attraverso l’arte che lui considera un potente mezzo contro l’autoritarismo. La sua famiglia ha tradizioni artistiche: il nonno e lo zio furono pionieri del cinema cinese degli anni Trenta e Quaranta; entrambi persero la vita nelle persecuzioni anti-intellettuali degli anni della Rivoluzione culturale.

Badiucao
Badiucao
Badiucao, Tank man (2016)
Badiucao, Tank man (2016)
Badiucao, Meng (Sogno) (2016; letto a basso costo e 4000 matite made in China, dimensioni variabili)
Badiucao, Meng (Sogno) (2016; letto a basso costo e 4000 matite made in China, dimensioni variabili)

Per iniziare e portare avanti la sua scelta di diventare un artista politico e dissidente fu quindi costretto nel 2009 a trasferirsi in Australia, a Melbourne, dove tuttora vive: cominciò dunque a eseguire, sotto lo pseudonimo di Badiucao, i suoi primi disegni satirici, lavorando allo stesso tempo come maestro dell’infanzia per diversi anni per potersi mantenere e proseguire gli studi. Anche se si era trasferito in Australia, e quindi non era più residente in territorio cinese, era consapevole del rischio a cui si esponeva mostrando la propria identità: agli eventi pubblici si presentava sempre con una maschera e sempre in anonimato. Sul suo sito si legge nella biografia: Badiucao “crede che la storia venga costantemente unificata e manomessa, e persino dimenticata, quando la libertà di parola e la democrazia sono assenti. La sua arte è una registrazione della sua prospettiva personale sulle questioni sociali per confrontarsi con il record ufficiale. Crede che l’arte e Internet abbiano il potere di decostruire l’arroganza e l’autorità della dittatura come elemento costitutivo del risveglio individuale e della libera indipendenza”. In effetti "usa la sua arte per sfidare la censura e la dittatura in Cina", utilizzando il suo account Twitter @badiucao. Il suo messaggio contro la dittatura cinese viene infatti personalmente veicolato tramite il noto social network, trattando numerosi temi sociali e politici.

Le sue opere rimandano spesso alla propaganda di partito, le cui immagini vengono poi da lui rimaneggiate e manipolate, in modo da rendere riconoscibili i personaggi e i simboli delle istituzioni ma allo stesso tempo diffondere un messaggio ricontestualizzato e soprattutto in opposizione al regime. Nel corso della sua attività ha realizzato installazioni e performance: tra quelle più significative, la performance compiuta il 4 giugno 2016 per ricordare il Tank Man ("Scelgo l’arte per resistere, per combattere il terrore e per ricordare. Una volta ho disegnato il Tank Man e ho anche il tatuaggio di Tank Man. Mi piacerebbe vedere diffondersi questa forma del ricordo del 4 giugno: è semplice, calma e potente"); l’installazione Meng (Sogno) del 2017 in cui, attraverso un materasso di quattromila matite temperate a mano montato sulla struttura del letto su cui ha dormito durante il suo esilio in Australia, evoca il sonno agitato dell’artista attivista; o il poster commemorativo per Liu Xiaobo, attivista e scrittore impegnato nella difesa dei diritti umani nel suo paese e imprigionato a causa delle sue idee, nonché primo cinese a ricevere il Premio Nobel per la Pace da residente in Cina. Appresa la notizia del prestigioso riconoscimento, il governo cinese reagì con la censura e mettendo agli arresti domiciliari tutti i membri della sua famiglia. Ammalato di tumore, nelle sue ultime ore di vita e in prigione, le autorità cinesi avevano chiarito che non avrebbero permesso a Xiaobo di andare all’estero per cure mediche: Badiucao ha appeso quindi a Melbourne un poster e un cartello con scritto “Liu Xiaobo Libero”, e anche dopo la morte del premio Nobel l’artista ha proseguito la sua campagna Art for Liu Xiaobo invitando i suoi sostenitori a portarla a livello globale.

Badiucao, Love Always Wins (2021; stampa digitale, 100 x 80 cm)
Badiucao, Love Always Wins (2021; stampa digitale, 100 x 80 cm)
Badiucao, Who Is Liu Xia / Frida, dalla serie Art for Liu Xia (2018; stampa digitale su bandiera, 170 x 130 cm)
adiucao, Who Is Liu Xia / Frida, dalla serie Art for Liu Xia (2018; stampa digitale su bandiera, 170 x 130 cm)
Badiucao, Who Is Liu Xia / Mona Lisa, dalla serie Art for Liu Xia (2018; stampa digitale su bandiera, 170 x 130 cm)
adiucao, Who Is Liu Xia / Mona Lisa, dalla serie Art for Liu Xia (2018; stampa digitale su bandiera, 170 x 130 cm)
Badiucao, Who Is Liu Xia / Modigliani, dalla serie Art for Liu Xia (2018; stampa digitale su bandiera, 170 x 130 cm)
adiucao, Who Is Liu Xia / Modigliani, dalla serie Art for Liu Xia (2018; stampa digitale su bandiera, 170 x 130 cm)
Badiucao, Winnie the Trophies (2017; stampa digitale, 115 x 150 cm)
Badiucao, Winnie the Trophies (2017; stampa digitale, 115 x 150 cm)
Badiucao, Medical Prints (2020; stampa plastificata, 30 x 21 cm)
Badiucao, Medical Prints (2020; stampa plastificata, 30 x 21 cm)
Badiucao, No I Can’t, No I Don’t Understand, Covid Portraits for Dr. Li (2020; stampa digitale su carta di riso, 150 x 150 cm)
Badiucao, No I Can’t, No I Don’t Understand, Covid Portraits for Dr. Li (2020; stampa digitale su carta di riso, 150 x 150 cm)
Badiucao, No I Can’t, No I Don’t Understand, Covid Portraits for Dr. Li (2020; stampa digitale su carta di riso, 150 x 150 cm)
Badiucao, No I Can’t, No I Don’t Understand, Covid Portraits for Dr. Li (2020; stampa digitale su carta di riso, 150 x 150 cm)

Badiucao ha avviato diverse campagne d’arte dedicate al Tank Man, a Liu Xiaobo, all’anniversario del massacro di piazza Tienanmen, e a sostegno degli abitanti di Hong Kong che lottavano per la libertà della loro città. Ha realizzato disegni e fumetti politici a partire dal 2013: si riconoscono personaggi della politica mondiale, come Donald Trump, personaggi dei cartoni animati come Winnie the Pooh che in Cina è stato censurato poiché la sua immagine è stata utilizzata come presa in giro al presidente cinese Xi Jinping o scene legate alla censura come quella in cui viene infilata in bocca una mascherina appallottolata accompagnata dalla scritta “Silence is Health - How China controls Coronavirus” o la serie di ritratti con la mascherina “No I Can’t, No I Don’t Understand”. Sul suo blog ha poi scritto il Diario di Wuhan, che è diventato l’unico canale non censurato da parte del controllo governativo cinese per raccontare la vita degli abitanti di Wuhan nel primo lockdown del 2020.

Nel 2018 ha lavorato come assistente per Ai Weiwei, artista cinese dissidente che porta avanti tuttora il suo impegno civile contro la censura e ogni tipo di discriminazione e che è stato più volte arrestato per la sua azione.

Badiucao ha scelto di non rivelare la sua identità fino al 4 giugno 2019, quando ha mostrato il suo volto durante la presentazione del documentario che racconta la sua vita, China’s Artful Dissident: non sopportava più che la sua famiglia rimasta in Cina fosse minacciata. Il suo lavoro è stato utilizzato da Amnesty International, Freedom House, BBC, CNN e China Digital Times ed esposto in Australia, America e ora per la prima volta in Italia in occasione della personale allestita al Museo di Santa Giulia a Brescia (che non è sfuggita al governo cinese) visitabile fino al 13 febbraio 2022. Grazie alla sua attività artistica e politica ha ricevuto a Oslo il 4 ottobre 2021 dalla Human Rights Foundation il premio Vaclav Havel for Creative Dissent, destinato ad artisti che creativamente denunciano gli inganni delle dittature. Come lui che, attraverso i suoi fumetti quasi sempre sui toni del rosso e del nero, denuncia la dittatura cinese.


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.






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