Dall’incontro fortuito con una casa è nato uno dei dipinti americani più famosi: American Gothic di Grant Wood (Anamosa, Iowa, 1891 – Iowa City, 1942). L’artista era stato invitato nell’estate del 1930 da Edward Rowan, direttore della Little Gallery di Cedar Rapids (Iowa), per tenere una mostra d’arte nella piccola cittadina di Eldon, situata nello stato dell’Iowa, nella contea di Wapello. Si trattava di una sorta di esperimento di sensibilizzazione artistica per portare l’arte nelle aree rurali del Midwest: “Il signor Rowan annuncia”, riferiva l’Ottumwa Courier, il giornale della contea di Wapello, “che il lavoro di estensione nella promozione delle belle arti vuole dimostrare che la piccola comunità del Midwest, completamente isolata da certi contatti, risponderà con il massimo calore quando verrà data loro l’opportunità di apprezzare le belle arti”. L’esperimento aveva la durata di un mese e prevedeva ogni settimana una mostra di un artista diverso, lezioni di disegno e acquerelli per bambini e lezioni di musica per ragazzi più grandi; fu proprio per una di queste mostre settimanali all’Eldon Art Center che Grant Wood venne invitato da Rowan e che ebbe occasione di visitare la cittadina.
E fu proprio durante un giro insieme a un certo John Sharp, studente d’arte all’Università dell’Iowa che frequentava spesso la Little Gallery e che quindi conosceva Rowan, che l’artista vide per la prima volta la casa che gli ispirò American Gothic. Rimase affascinato soprattutto dalla grande finestra gotica nella parte superiore della facciata, che tuttavia definì quasi pretenziosa per una casa piccola come quella. Secondo diverse indagini compiute sulla casa, sembra che quella grande finestra ad arco a sesto acuto venisse utilizzata per far entrare o uscire i mobili dal piano superiore, perché la scala interna era troppo stretta per compiere quest’operazione. Tuttavia, l’introduzione di finestre gotiche nelle case era tipica di un noto stile che cominciò a diffondersi negli Stati Uniti alla metà dell’Ottocento, il cosiddetto Carpenter Gothic, che aveva il merito di aggiungere dettagli che richiamavano il gotico, stravaganti ed eleganti, a case piccole e umili per abbellirle dal punto di vista architettonico. Elementi caratteristici erano ad esempio tetti e timpani molto spioventi, rivestimenti in assi di legno, portici con ringhiere intagliate e finestre ad arco a sesto acuto. Uno stile che permetteva di costruire le case velocemente e a basso costo grazie all’abbondanza di legno a disposizione e all’invenzione delle seghe a traforo, con le quali era possibile replicare le finiture delle cattedrali gotiche in muratura sul legno di queste casette di campagna. Tuttavia, quando Grant Wood vide la casa di Eldon era l’estate del 1930, quindi lo stile Carpenter Gothic non era più considerato alla moda, bensì alquanto antiquato, poiché dopo oltre cinquant’anni lo stile architettonico con cui si costruivano le case era cambiato. L’artista abbozzò subito un disegno dell’abitazione e poi una volta tornato nel suo studio di Cedar Rapids, dove lavorava, terminò il dipinto. Pensò anche di aggiungere alla scena i possibili abitanti di quella casa, e chi avrebbero potuto essere se non i “gotici americani”, come lui li definì? Chiese a sua sorella e al suo dentista di fargli da modelli e, terminato il dipinto, lo inviò all’Art Institute di Chicago per farlo esporre nella mostra annuale di dipinti americani che il museo organizzava ogni anno, e venne ammesso.
Ma chi erano i veri proprietari della casa “gotica” di Eldon? In realtà la casa ebbe nel corso degli anni diversi proprietari. I primi furono i signori Dibble, Catherine e Charles, che la fecero costruire tra il 1881 e il 1882 (è per questo motivo che la casa è nota anche come Dibble House). Pare però che persero la casa per imposte scadute e che quindi venne venduta, passando poi di proprietà in proprietà. Fino a quando, nel 1991, l’allora proprietario Carl E. Smith decise di donarla alla State Historical Society of Iowa, società storica che funge da archivio storico ufficiale per lo stato dell’Iowa, la quale dal 1991 al 2014 ha continuato ad affittare la casa chiedendo agli inquilini di fare anche da custodi in sua assenza, poiché la sede della società si trova a quasi due ore di distanza da Dibble House. L’attuale proprietario è comunque lo stato dell’Iowa. Inoltre dal 1974 è iscritta al Registro nazionale dei luoghi storici, e accanto è stato inaugurato nel giugno 2007 l’American Gothic House Center, che comprende una galleria espositiva, una sala multimediale, un negozio di souvenir, per raccontare anche con visite e tour la storia della casa diventata famosa grazie al dipinto di Grant Wood.
Tornando all’uomo e alla donna raffigurati in posa davanti all’abitazione, scelta che probabilmente rimandava all’usanza diffusa tra i viaggiatori fotografi, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, di far posare i loro soggetti davanti alle case, anche per testimoniare il profondo attaccamento che le persone avevano con le loro abitazioni nell’America rurale, in realtà è stata solo una scelta dell’artista: quando Wood vide per la prima volta l’American Gothic House non vi era alcuna persona lì davanti. La scena che sembra tanto realistica in verità non lo è. Anche i modelli, sua sorella Nan Wood Graham e il suo dentista, il dottor Byron Henry McKeeby, non erano proprio come le figure rappresentate: la donna ha un viso più allungato rispetto a quello della sorella e ha un aspetto più antiquato, mentre l’uomo è un po’ più somigliante, anche se nella realtà era più vecchio. E soprattutto, i due non posarono mai insieme. Non è chiaro inoltre quale fosse il rapporto tra l’uomo e la donna raffigurati nel dipinto: padre e figlia? Marito e moglie? In una lettera il pittore definisce la donna come la “figlia ormai cresciuta” dell’uomo, ma la cosa resta ancora oggi ambigua. Quel che è certo è che suo intento era proprio ritrarre davanti alla casa antiquata due persone “tipo” del Midwest. Come spiega la curatrice d’arte americana Sarah Kelly Oehler, l’artista associava la donna agli elementi domestici della casa, mentre collegava l’uomo al fienile e al lavoro della fattoria. Wood ha infatti messo in mano all’uomo raffigurato un forcone (originariamente un rastrello, come si vede in uno dei primi schizzi a matita di American Gothic) e ha aggiunto di fianco alla casa un fienile. I rebbi del forcone si ripetono poi sia nelle cuciture della salopette indossata dall’uomo sia nelle righe della camicia, ma anche nelle linee della casa. Da notare anche la ripetizione del motivo del grembiule della donna e quello delle tende che si vedono dietro la finestra ad arco. Attraverso la ripetizione delle forme l’artista vuole creare legami tra le figure e gli elementi della casa; è un mezzo per unificare l’intera composizione. Anche la finestra gotica, se la si osserva attentamente, è costituita da due archi uguali che poi si uniscono nella punta del grande arco intero: la composizione della finestra si ripete nell’intera composizione del quadro se si considera le due figure umane in piedi una accanto all’altra come i due archi uguali e il tetto della casa li unisce nello stesso modo in cui la punta del grande arco della finestra unisce i due archi più piccoli.
Un altro elemento da osservare sono le piante presenti sotto al portico, ovvero una begonia “bistecca di manzo” e la lingua di suocera (quest’ultima secondo Wanda Corn, autrice di Grant Wood: The Regionalist Vision, potrebbe alludere alla robustezza delle donne dell’America rurale); nelle forme comunque la begonia con le foglie a bistecca di manzo riprende gli alberi che spuntano dietro la casa e il fienile e in certo qual modo anche i capelli della donna, mentre le tre foglie della lingua di suocera riprendono i rebbi del forcone, le cuciture della salopette e le righe della camicia. Le stesse piante compaiono poi in un’altra opera di Grant Wood, Woman with Plants, in cui il pittore ritrae sua madre con a fianco la begonia “bistecca di manzo” e in mano un vaso di lingua di suocera; in comune tra i due dipinti sono anche il bordo a zigzag del grembiule delle due donne ed entrambe indossano una spilla con cammeo.
Tuttavia, ciò che risalta in maniera preponderante in questo dipinto è l’espressione stoica e impassibile delle due figure umane, un uomo e una donna senza sentimenti, con uno sguardo vuoto. Forse Wood aveva sentimenti contrastanti nei confronti delle persone “tipo” dell’America rurale? Oppure voleva dare un’espressione concreta a persone umili che accettano passivamente l’andamento della vita?
Fu proprio l’aver raffigurato in quei termini quelle due persone a scatenare notevoli critiche sia da parte dei critici d’arte sia da parte dei cittadini stessi. Come detto precedentemente, il dipinto venne accettato alla mostra annuale dei dipinti americani organizzata dall’Art Institute di Chicago e vinse la medaglia di bronzo al Norman Wait Harris Prize con un premio in denaro di 300 dollari. Nel novembre 1930 venne acquistato dall’istituzione, dove è tuttora custodito. Dopo il premio, l’immagine del dipinto cominciò a circolare sui giornali e a quel punto si scatenò una reazione negativa da parte degli abitanti dell’Iowa, offesi per essere stati ritratti con quell’espressione cupa, antiquati, arretrati, magri, lugubri e puritani fondamentalisti. Critici interpretarono l’opera come una satira sull’arretratezza degli abitanti del Midwest. Wood specificò in una lettera del 1941 che non intendeva questo dipinto come una satira, che non voleva fare una caricatura degli abitanti, ma “le persone che si sentono offese dal dipinto sono quelle che si sentono di assomigliare ai soggetti ritratti”. American Gothic voleva essere un’immagine che incarnasse l’etica puritana e le virtù che caratterizzavano positivamente l’America rurale; voleva offrire un’immagine positiva dei valori di quell’America con una visione che rassicurasse all’inizio della Grande Depressione.
La raffigurazione dei due personaggi in American Gothic fu probabilmente influenzata dalla pittura del Rinascimento nordico, in particolare tedesco, poiché nel 1928, dunque due anni prima di realizzare il celebre dipinto, Grant Wood aveva compiuto un viaggio formativo in Germania, a Monaco, che lo portò ad abbandonare lo stile impressionista che aveva studiato in Europa all’inizio della sua carriera e a cui fino a quel momento si sentiva più vicino (ne è un esempio Loch Vale anch’esso conservato all’Art Institute di Chicago) per avvicinarsi a una pittura più nitida, più realistica, più dettagliata e a tratti più ieratica, soprattutto per quanto riguarda i soggetti. Insieme a Thomas Hart Benton e John Steuart Curry, Grant Wood è considerato uno degli esponenti del Regionalismo americano, movimento artistico che si sviluppò in America negli anni Trenta e in parte Quaranta del Novecento che prediligeva il tema figurativo e locale, proponendo scene del Midwest rurale e di folklore americano, uno stile realistico e soggetti ben riconocibili come persone “tipo” di quella specifica regione e luoghi locali. Da giovane si iscrisse alla Handicraft Guild di Minneapolis, poi alla School of the Art Institute di Chicago, imparò a lavorare i metalli, ma dopo essere stato più volte in Europa per uno sguardo sulle tendenze moderne, le rifiutò, e tornato in America, nell’Iowa, si rese conto che l’arte americana aveva la necessità di esprimere le proprie tradizioni e di raffigurare i propri luoghi e la propria gente.
Oltre a essere uno dei dipinti americani più celebri al mondo, American Gothic è diventato anche uno dei più parodiati. Sarah Kelly Oehler sostiene che questo sia dovuto in parte all’iniziale controversia che ha scatenato il quadro al momento in cui cominciò a circolare sui giornali, ma che certamente abbia a che fare con la composizione stessa dell’opera e con il modo in cui l’artista ha dipinto le figure umane in maniera così ravvicinate e soprattutto senza emozioni. “La mia teoria”, afferma, “è che le loro espressioni stoiche - i loro volti sono davvero vuoti - aprono la porta alla parodia di questo dipinto. Ma, cosa ancora più importante, questo dipinto è arrivato a rappresentare una certa prospettiva dei valori americani”. “Alla fine, questo dipinto è diventato un luogo di critica sociale – può essere trasformato in tanti modi, utilizzando celebrità che riconosciamo o semplicemente diversi tipi di persone – come un modo per attingere a domande più ampie sulla società americana, sulla politica, sulla storia e così via. Il dipinto era già famoso e queste parodie continuano a mantenerlo famoso e rilevante”, conclude la studiosa. Se infatti si fa una veloce ricerca sul web, se ne vedono veramente di ogni tipo, dai Simpsons ai Minions, dai gatti ai più svariati personaggi dell’animazione, da personaggi politici, compreso Trump, a star musicali. È stato addirittura citato dalla Disney ne La Bella e la Bestia. E ispirò anche Gordon Parks, tra i più famosi fotografi che documentarono la vita afroamericana nel ventesimo secolo: nel 1942 reinterpretò infatti il dipinto di Grant Wood in una fotografia a cui diede lo stesso titolo, American Gothic, nella quale fece posare Ella Watson, una donna delle pulizie afroamericana alla Farm Security Administration di Washington, con in mano uno spazzolone e una scopa davanti alla bandiera degli Stati Uniti d’America.
Ed ecco allora che quell’uomo e quella donna dipinti da Wood possono diventare qualunque altro soggetto o personaggio e il quadro sempre più attuale. Chissà cosa penserebbe l’artista di questa continua evoluzione della sua opera.
L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta
Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.