Al Hirschfeld |
Lo stile grafico di Al Hirschfeld era notoriamente semplice e curvilineo, ma questo non significa che non seguisse un certo criterio quando disegnava: “L’anatomia non mi interessa. Tento di stare lontano dalla somiglianza occhio-orecchio-naso-gola. Un grosso naso lo fai più grosso, ma questo è stupido. Io provo a farlo come sembra” è ciò che l’artista disse una volta. Tante sono le celebrità ad essere ritratte nelle sue opere: attori dell’epoca d’oro di Hollywood come Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio e i fratelli Marx, i leggendari Frank Sinatra e Fred Astaire, attori del calibro di Gregory Peck, Humphrey Bogart, Bette Davis, Kirk Douglas e Paul Newman, stimati registi come Alfred Hitchcock e Blake Edwards e icone della musica come Elvis Presley, Bruce Springsteen, Duke Ellington e Madonna. Persino musicisti classici come Mozart e Giuseppe Verdi divennero soggetti delle sue caricature, talvolta finendo su copertine di libri a loro dedicati.
Al Hirschfeld, Fred Astaire e Ginger Rogers (1989) |
Al Hirschfeld, Charlie Chaplin in “Tempi Moderni” (1992) |
Forse è proprio l’apparente semplicità del suo stile che ha reso così celebri i suoi disegni: con pochi tratti d’inchiostro, Hirschfeld riesce a catturare l’anima dei personaggi da lui raffigurati. Quelle di Hirschfeld non erano caricature elaborate né ricche di dettagli semplicemente perché l’artista mirava a cogliere l’essenziale: un procedimento in linea con le ricerche artistiche del tempo, e non bisogna dimenticare come, secondo molti studiosi, Hirschfeld abbia subito l’influenza del disegno di Miguel Covarrubias, a sua volta influenzato dal cubismo. Per comprendere come nascessero i suoi personaggi, può essere utile far riferimento a una delle caricature che ritraggono Stan Laurel e Oliver Hardy, i nostri famosissimi e divertentissimi Stanlio e Ollio: Hirschfeld era solito dire che i due attori, vicini, gli ricordavano il numero dieci (ed è facile immaginare perché: magro Stanlio, di corporatura ben più che robusta Ollio). Ed è tenendo a mente ciò che Hirschfeld li ritrae: il volto di Stanlio si restringe e contemporaneamente si allunga quasi dovesse entrare nella linea verticale dell’1 che compone il 10 mentre, al contrario, il corpo di Ollio assume la forma di un cerchio, con il braccio allargato per rendere ancora più evidente la forma a cui il caricaturista pensava.
Al Hirschfeld, Laurel & Hardy - Here’s looking at you (1990) |
L’importanza e la fortuna delle caricature di Al Hirschfeld era tale che nell’ambiente del cinema e della musica, in America, fu coniato il termine “Hirschfelded”, che potremmo rendere con “hirschfeldato”: ecco, quando un attore, un musicista, un ballerino arrivavano a ottenere l’attenzione di Hirschfeld (ed erano quindi “hirschfeldati” in una delle sue celebri caricature) significava che avevano raggiunto il successo.
Una volta Hirschfeld disse: “io tento di catturare il personaggio della recita o l’individuo, piuttosto che fare una caricatura tanto per farlo”. L’artista, infatti, non si limitava a disegnare solo caricature a scopo ritrattistico, molto spesso ricreava vere e proprie scene di film e spettacoli teatrali come “My Fair Lady”, “West Side Story”, “Hairspray” e perfino “Otello”, oltre che caricature di attori nelle vesti dei loro personaggi più celebri come Sidney Poitier in “I gigli del campo” oppure gli attori Howard Keel and Jane Powell mentre indossano i costumi di scena di “Sette spose per sette fratelli”.
Al Hirschfeld morì il 20 Gennaio 2003, sei mesi prima di poter raggiungere il traguardo dei cento anni di età, ma fece comunque in tempo di ritrarre i vip di inizio 21° secolo come gli attori Ben Stiller e Halle Berry e il magnate dell’informatica Bill Gates. Con la sua dipartita, Al ci ha lasciato un secolo di arte che ha rivoluzionato il modo di fare caricature e che, come detto, ha alimentato lo status symbol di celebrità.
Al Hirschfeld, Halle Berry (2002) |