Il trono di spade (Game of thrones in lingua originale), la celebre serie televisiva americana tratta dai romanzi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin, è uno degli show trasmessi in tv più discussi della storia, capace di creare un seguito mondiale e di tenere incollati agli schermi milioni di telespettatori per otto anni (la prima stagione è andata in onda nel 2011, mentre l’ultima, l’ottava, si è conclusa da pochi giorni). Dopo la fine della serie si sono accese migliaia di discussioni sul web, ma ovviamente noi non vogliamo discutere sul finale, sui personaggi o su altro: semplicemente, dal momento che la serie si è conclusa, ritenevamo interessante ricordare dieci momenti de Il trono di spade che ricordano la storia dell’arte: gli autori della serie, David Benioff e D. B. Weiss, per creare i loro personaggi e le loro scene hanno attinto a piene mani dall’immaginario medievale. Ma non solo: alcune scene suggeriscono forti collegamenti visivi con la storia dell’arte, magari non voluti e non cercati dagli sceneggiatori, ma comunque capaci di richiamare agli occhi degli spettatori dipinti, monumenti e quant’altro. Vediamo dunque dieci interessanti momenti di Game of thrones che hanno qualche collegamento con la storia dell’arte.
1. La nascita dei draghi - Santa Margherita d’Antiochia
Una delle scene più belle e apprezzate dell’intera serie è la nascita dei draghi di Daenerys Targaryen, l’eroina della serie che diventa antagonista nell’ultima stagione: nella seconda stagione la ragazza, dopo il funerale del marito, si risveglia nuda dalla sua pira con tre cuccioli di drago. L’immagine della giovane regina dei draghi ricorda molte rappresentazioni medievali e rinascimentali di Margherita d’Antiochia, la santa che avrebbe ammansito un drago semplicemente pregando: in diversi dipinti il drago compare piccolo, e in certi casi sulla spalla, come nella famosissima scena de Il trono di spade.
La nascita dei draghi di Daenerys |
Artista tedesco del XV secolo, Santa Margherita di Antiochia (1450 circa; olio su tavola, 41 x 32 cm; Norimberga, Germanisches Nationalmuseum) |
2. I draghi di Daenerys - bestiari medievali
I draghi di Daenerys, nella serie, crescono, diventano suoi compagni, e assurgono a ruolo di grandi protagonisti nell’ultima stagione. La loro raffigurazione sembra basata sulle immagini dei draghi che si trovano in tanti bestiari medievali: i bestiari erano libri che raccoglievano descrizioni di tutti gli animali, reali o fantastici. Non era raro trovarlo raffigurato come un grande rettile volante, dotato di cresta e ali, capace di sputare fuoco. Nel Medioevo cristiano, il drago aveva una valenza negativa, in quanto simbolo del demonio, mentre ha accezioni positive (come simbolo di valore e fedeltà) nell’araldica nord europea, dove l’immagine del drago, utilizzata da molti guerrieri, rimonta a origini celtiche, o alla mitologia greco-romana (un drago, di nome Ladone, era il custode del giardino delle Esperidi).
Uno dei draghi di Daenerys |
Miniatore del XIII secolo, Drago in un bestiario medievale (1255-1265 circa; Londra, British Library, Harley MS 3244, fol. 59r.) |
3. Il grande tempio di Baelor - La Cattedrale di Girona
Il grande Tempio di Baelor, ne Il trono di Spade, è la “chiesa” dove si celebra il culto dei sette dèi e si trova nella città di Approdo del Re, capitale dei Sette Regni. La grande scalinata che conduce al tempio e parte della sua facciata sono modellati sulla vera immagine della Cattedrale di Girona, in Catalogna, dove è stata girata una parte della serie. Il tempio medievale è preceduto da un’ampia scalinata barocca che ha ispirato gli autori della serie.
La scalinata del grande tempio di Baelor |
La Cattedrale di Girona. Ph. Credit Georges Jansoone |
4. Il Titano di Braavos - Il Colosso di Rodi
Altra celebre immagine della serie è quella del Titano di Braavos, una grande statua che costituisce l’ingresso alla laguna dove è situata la città di Braavos, la più grande delle nove “Città Libere”. Alta centoventi metri, la statua, in pietra e in bronzo, poggia i piedi su due isole. La statua, che vediamo nella seconda stagione, è chiaramente ispirata alle raffigurazioni del Colosso di Rodi, l’enorme statua del dio Helios che in tempi antichi si trovava all’ingresso del porto di Rodi (o, secondo studi più recenti, sull’acropoli).
Il Titano di Braavos |
Philipp Galle, da Maarten van Heemskerck, Il Colosso di Rodi, dalla serie delle Otto Meraviglie del Mondo (1572; incisione, 19,9 x 26,1 cm; Rotterdam, Museum Boijmans van Beuningen) |
5. La tortura di Theon Greyjoy - La Crocifissione di sant’Andrea
Nella terza stagione di Game of Thrones si assiste a una delle scene più cruente della serie, la tortura di Theon Greyjoy da parte del sadico Ramsay Snow. Il malcapitato viene legato a una croce decussata, ovvero con i bracci incrociati a formare una X: è lo stesso tipo di croce sulla quale, secondo la tradizione, sarebbe stato martirizzato sant’Andrea, e la vediamo in moltissimi dipinti della storia dell’arte.
Theon Greyjoy legato alla croce decussata |
Luca Giordano, Crocifissione di sant’Andrea (1660 circa; olio su tela, 128 x 178,5 cm; Collezione privata) |
6. Il personaggio di Brienne di Tarth - Giovanna d’Arco
Nella serie, Brienne di Tarth è una valorosa guerriera che diventa tra i principali protagonisti dell’ultima stagione de Il Trono di Spade. È uno dei personaggi più apprezzati dai fan della serie e la sua immagine è basata su quella delle eroine dell’arte medievale e rinascimentale, a cominciare da Giovanna d’Arco.
Brienne of Tarth |
Miniatore francese del XV secolo, Giovanna d’Arco (1450-1500 circa; miniatura a olio su pergamena; Parigi, Archives Nationales) |
7. Il matrimonio tra Joffrey Baratheon e Margaery Tyrell - Le nozze di Nastagio degli Onesti di Sandro Botticelli
La scrittrice Jamie Adair, nel suo sito interamente dedicato al background de Il trono di spade, ha scritto un lungo articolo dedicato alle similarità tra la scena del matrimonio tra Joffrey Bartaheon e Margaery Tyrell (uno degli episodi clou della quarta stagione) e il celebre dipinto raffigurante le Nozze di Nastagio degli Onesti di Sandro Botticelli. Secondo Adair, sono moltissimi i punti di contatto tra serie tv e dipinto: inquadrature, scelte degli oggetti, vesti dei partecipanti.
Il banchetto del matrimonio nell’episodio della serie |
Sandro Botticelli, Le nozze di Nastagio degli Onesti (1483; tempera su tavola, 83 x 142 cm; Firenze, Collezione Pucci) |
8. La morte di Ros - Il martirio di san Sebastiano
Ros, in Game of Thrones, è una prostituta che, nella terza stagione, si rivela essere una spia e viene per questo consegnata al re Joffrey Baratheon che la lega al baldacchino della sua camera e la uccide trafiggendola con le frecce scoccate dalla sua balestra. La scena ricorda il martirio di san Sebastiano e in particolare un’iconografia particolarmente diffusa nel Seicento, con il santo legato da seduto, con le mani sopra la testa.
La morte di Ros |
Mattia Preti, Martirio di san Sebastiano (1657 circa; olio su tela, 240 x 169 cm; Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte) |
9. Tyrion Lannister - Riccardo III d’Inghilterra
Sempre Jamie Adair ha trovato un altro interessante punto di contatto tra Il Trono di Spade e la storia dell’arte in una scena in cui compare uno dei principali e più amati protagonisti della serie, Tyrion Lannister, che appare mentre porta la mano al petto toccandosi l’anello, esattamente come fa il re Riccardo III d’Inghilterra in un ritratto conservato alla National Portrait Gallery di Londra.
Tyrion Lannister |
Artista ignoto, Ritratto di Riccardo III d’Inghilterra (fine del XVI secolo; olio su tavola, 63,8 x 47 cm; Londra, National Portrait Gallery) |
10. Il personaggio di Daenerys Targaryen - le eroine medievali o mitologiche dell’Inghilterra vittoriana
Molti hanno notato come l’aspetto del personaggio di Daenerys Targaryen sia basato su quello delle eroine medievali o mitologiche che popolano i dipinti dell’Inghilterra vittoriana: belle, bionde, eleganti e consegnate alla storia dell’arte da pittori come Rossetti, Waterhouse, Leighton.
A sinistra: Danaerys Targaryen. A destra: John William Waterhouse, Ondina (1872; olio su tela; Collezione privata) |