Questa elegantissima Madonna col Bambino fu pubblicata nel 1932 dallo storico dell'arte Pietro Toesca che la attribuì in maniera autorevole a Filippo Lippi (Firenze, 1406 - Spoleto, 1469): tuttavia, non sappiamo né per chi sia stata dipinta, né dove fosse conservata in antico. È altamente probabile che si trattasse di un'opera realizzata per la devozione privata: quando Toesca ne diede notizia, precisò che si trovava da tempo presso il Castello di Montauto, nei dintorni di Firenze, ma non era dato sapere da quanto tempo.
La Madonna e il Bambino sono caratterizzati da quel lirismo che è tipico dello stile di Filippo Lippi: lineamenti delicati, movenze dolci, incarnati rosei e teneri, sugardi malinconici, gesti affettuosi. Come quello del Bambino, che sta giocando con il velo della madre tirandolo verso di sé. O come quello della Madonna stessa, colta nell'atto di cullare il figlio. Tipica di Filippo Lippi è anche l'eleganza di certi dettagli, come la particolare acconciatura della Madonna, con una lunga treccia parallela alla fronte secondo una moda del tempo e fermata al centro con una perla, oppure le decorazioni del tessuto damascato della veste della Vergine. Ci sono alcuni particolari "arcaizzanti", che ci rimandano al gusto gotico: le aureole circolari e piatte, e il grande telo dorato steso alle spalle dei due protagonisti, a simulare un fondo oro tipico delle Madonne col Bambino medievali.
Tuttavia il fatto che si tratti di un'opera pienamente rinascimentale è confermato (oltre che dalle salde volumetrie delle figure, per menzionare una sola caratteristica) dal fatto che Lippi si è probabilmente ispirato, per la composizione, a un rilievo di Luca della Robbia (lo ha notato lo storico dell'arte Andrea De Marchi). Il recupero di elementi gotici è funzionale a sottolineare la poesia del dipinto, e non si tratta di un caso isolato nella produzione di Lippi, che utilizzò espedienti simili in opere come la Pala Alessandri conservata al Metropolitan di New York o l'Annunciazione oggi alla Galleria Doria Pamphilj di Roma. Sono opere realizzate negli anni Cinquanta, quindi anche per la Madonna col Bambino è stata proposta una datazione attorno al 1450 (come è anche per la Madonna col Bambino di Montespertoli, altro dipinto che presenta alcune analogie).
Dopo essere stata di proprietà dei conti Foglietti (quando l'opera si trovava nel Castello di Montauto), la Madonna col Bambino attorno al 1932 giunse in una raccolta privata di Nizza e poi passò alla collezione Magnani: oggi il pubblico può ammirarla presso la Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo (provincia di Parma).
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