La Sacra Famiglia con sant'Elisabetta, san Giovannino e un angelo è un'opera di Orazio Borgianni (Roma, 1574 - 1616), uno dei primi artisti a rimanere affascinati dalla lezione caravaggesca. Dopo un periodo in Spagna, verso il 1605 Borgianni tornò nella città natale e il suo stile cominciò ad avvicinarsi sempre più a quello di Caravaggio, e la Sacra Famiglia è una delle più alte testimonianze di questo avvicinamento. I critici non sono concordi sulla datazione: potrebbe infatti risalire al 1609, data proposta sulla base di un documento che potrebbe riferirsi al dipinto, mentre altri propongono di spostarlo agli ultimi anni della vita di Borgianni, quindi verso il 1615.
Nel delineare la sua composizione, Borgianni guarda ancora a modelli raffaelleschi, e in particolare alla cosiddetta Sacra Famiglia di Francesco I, dalla quale riprende in maniera quasi pedissequa la disposizione delle figure (ma ci sono somiglianze anche con la Madonna della gatta di Giulio Romano, dalla quale viene ripreso il motivo della culla): i personaggi quindi si collocano lungo una diagonale, ad altezze diverse, a partire da santa Elisabetta fino ad arrivare a san Giuseppe, attraverso la Madonna al centro. Anche la culla del Bambino segue la diagonale, e lo stesso fa l'angelo che accompagna la scena con il violino. L'atmosfera però è radicalmente cambiata: le figure emergono dal fondo cupo e sono costruite attraverso una luce forte e fredda che dona plasticità ai corpi. Inoltre, Borgianni accoglie nella sua pittura il crudo naturalismo di Caravaggio (evidente soprattutto nella figura di santa Elisabetta, o nell'espressione del san Giovannino). La scena è poi collocata in un'ambientazione umile, tipica anch'essa delle opere dei pittori caravaggeschi. Molto intenso è il dialogo tra i due protagonisti, san Giovannino e Gesù Bambino, con san Giovannino che porge a Gesù una colomba (a livello allegorico simbolo dello Spirito Santo che, al momento del Battesimo che Gesù riceverà da san Giovanni Battista, scenderà su di lui), ma notevoli sono anche i gesti e gli sguardi dei personaggi che dànno vita a un'atmosfera particolarmente intima.
L'opera è attestata in antico presso il convento romano di San Silvestro in Capite che, già soppresso nel 1871, nel 1922 diventò sede del Ministero dei Lavori Pubblici (oggi invece è sede di uffici postali). Proprio nel 1922 l'opera lasciò la sua sede per entrare nella Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, dove si può tuttora ammirare.
14 giugno 2018
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