Il laboratorio dell'alchimista

Autore: Giovanni Stradano
1580 circa
Firenze, Palazzo Vecchio
Immagine

Questo dipinto del pittore fiammingo Giovanni Stradano, nome italianizzato di Jan van der Straet (Bruges, 1523 - Firenze, 1605), raffigura Il laboratorio dell'alchimista ed evidenzia l'interesse che le corti del tempo (siamo negli ultimi decenni del Cinquecento) nutrivano dei confronti di questa particolare e antica forma di conoscenza. Fu realizzato per lo studiolo del granduca Francesco I de' Medici, che nutriva una forte passione per l'alchimia (nelle sue stanze si dilettava anche nella pratica di esperimenti) e volle che un dipinto avente per tema le attività alchemiche fosse incluso nel suo piccolo ambiente di Palazzo Vecchio, che fece costruire tra il 1570 e il 1575, e quindi decorare dai più grandi artisti attivi all'epoca a Firenze.

Il granduca era così appassionato di alchimia che volle anche farsi includere da Giovanni Stradano nel dipinto: è il personaggio seduto in basso a destra, raffigurato mentre attende a un lavoro di fonderia. Il dipinto rende comunque molto bene l'atmosfera di uno studio di alchimia del tempo, con diversi personaggi indaffarati in diverse attività. In primo piano, un bambino ingobbito sta pestando materiale in un grande mortaio. Dietro di lui, un ragazzo, probabilmente un garzone (quello biondo al centro della scena), tiene una grande ampolla tra le mani mentre osserva i fluidi davanti a lui che scorrono negli alambicchi. Il personaggio alle spalle del garzone con le fattezze di Alessandro de' Medici è invece l'alchimista: lo riconosciamo dall'abbigliamento (occhiali, cappello a triangolo e giacca bordata di pelliccia, indumenti che studiosi, giuristi e scienziati erano soliti indossare). Più indietro, un uomo con una pressa sta facendo uscire del liquido dal suo macchinario e in secondo piano altri personaggi sono intenti nel versare liquidi negli alambicchi.

Da notare la presenza del gatto al centro della composizione, in corrispondenza del gomito del giovane biondo: il fatto che questo animale compaia in un laboratorio di alchimia si deve al fatto che gli esperimenti solitamente si conducevano di notte, e il gatto, da animale notturno, ben simboleggia questo aspetto del lavoro dell'alchimista.

10 maggio 2018

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