Questo San Girolamo del pittore piemontese Tanzio da Varallo potrebbe essere un dipinto a cui si riferisce un inventario, redatto nel 1720, delle collezioni del nobile milanese Luigi Caroelli, in cui è citato assieme al suo pendant, un San Giovanni Battista sempre dello stesso autore, che oggi è parte di una collezione privata inglese. Tanzio da Varallo raffigura il santo in atto di fare penitenza, mentre medita sulla Bibbia che tiene davanti a sé, sul teschio che rappresenta la caducità della vita, e mentre sta per iniziare a battersi il petto con una pietra. Il tutto con sguardo ispirato, che guarda qualcosa fisso davanti a sé: nelle rappresentazioni tradizionali, il santo osserva il crocifisso, ed è quindi ipotizzabile che lì sia diretto il suo sguardo.
L'opera fonde, come tipico dello stile di Tanzio da Varallo, il naturalismo caravaggesco filtrato probabilmente attraverso l'esperienza dei pittori napoletani del Seicento, con l'eleganza formale tipicamente manierista: in particolare, il pittore si rifece molto ai pittori leonardeschi (le stesse grotte sullo sfondo sembrerebbero rifarsi a soluzioni dello stesso Leonardo da Vinci).
Non conosciamo con sicurezza la data di realizzazione del dipinto, che per ragioni stilistiche emerse dal confronto con altre opere dell'autore, potrebbe risalire al 1632 circa. Oggi è conservato presso il Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City negli Stati Uniti, che lo acquistò nel 1996 a Parigi sul mercato antiquario.
22 giugno 2015
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