Venere dormiente

Autore: Giorgione
1510 circa
Dresda, Gemäldegalerie
Immagine

L'opera che presentiamo oggi è una delle più famose del grande Giorgione, uno dei pittori più importanti della storia dell'arte malgrado le pochissime informazioni che si hanno su di lui (non conosciamo neppure con sicurezza quale fosse il suo vero nome). È la Venere dormiente, opera realizzata attorno al 1510 e attualmente conservata a Dresda presso la Gemäldegalerie. La dea dell'amore è distesa, con una mano che copre il pube e alcune dita che scendono... si sta forse masturbando?

Un'ipotesi che potrebbe non essere poi così bizzarra dato che in un libro di John Paoletti e Gary Radke ("Art Renaissance in Italy"), si dice, in un paragrafo dedicato proprio alla Venere dormiente del Giorgione, che secondo "trattati ginecologici del tempo, la masturbazione avrebbe reso una donna più fertile". Ipotesi dunque non scartata dai due studiosi e, dato che l'arte di Giorgione è sempre ricca di simbolismi e riferimenti destinati a una ristrettissima cerchia (e per questo motivo spesso non riusciamo a comprenderli), ipotesi che potrebbe anche essere fondata.

Si trattava peraltro di una delle primissime raffigurazioni di donne completamente nude nell'arte moderna, e in questo Giorgione, che si ispirò direttamente all'arte antica, fu un grande innovatore e inaugurò un genere che di lì a poco, con la famosa "Venere di Urbino", fu sperimentato anche da Tiziano, che potrebbe essere stato l'artista che terminò questo dipinto visto che Giorgione scomparve prima di portarlo a compimento.

Sul piano stilistico, la dea si distingue per le sue forme morbidissime, delicate, illuminate da una luce tenue, e il paesaggio è caratterizzato dalla pittura tonale portata al massimo grado di perfezione da Giorgione: per "pittura tonale", o "tonalismo", si intende quel tipo di pittura in cui la profondità è suggerita dall'uso di colori e tonalità, più calde per gli oggetti vicini e più freddi per quelli lontani, con un approccio che teneva conto di ciò che l'occhio percepisce nella realtà (ovvero le sfumature graduali di toni di colore via via che gli oggetti si allontanano). E in questo la pittura veneta si differenziava da quella toscana: la pittura veneta era fondata sul colore, quella toscana sul disegno.

La Venere dormiente di Giorgione è citata per la prima volta nel 1525 negli appunti di Marcantonio Michiel, che la vide in casa di un certo Girolamo Marcello, che probabilmente la commissionò al Giorgione in occasione delle sue nozze con Morosina Pisani nel 1507.

13 marzo 2013
Per approfondire l'arte di Giorgione: https://www.finestresullarte.info/Puntate/2010/04-giorgione.php

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