Il genere dell'ultima cena fu particolarmente in auge alla fine del Quattrocento, soprattutto a Firenze, dove si trovano moltissimi esempi di questo tipo di dipinti, generalmente realizzati ad affresco in conventi e monasteri e in ambienti dove i monaci erano soliti mangiare (i refettori). Anche questa Ultima cena di Domenico del Ghirlandaio si trova in un refettorio, quello del convento di Ognissanti a Firenze. Come da tipica iconografia del tempo i santi sono tutti disposti su un unico lato della tavola e Giuda, il traditore, è isolato sul lato opposto ma al centro, vicino a Gesù. Si noti con quanta cura il pittore realizzi le figure degli apostoli e le caratterizzi individualmente, e si noti anche il bellissimo giardino che si apre alle spalle dei protagonisti, sotto le due volte a crociere scorciate prospetticamente in maniera impeccabile. Lievi accenni di caratterizzazione psicologica non approfondita, le espressioni sono semplici e pacate, c'è assenza di drammaticità (che invece troviamo in altri cenacoli contemporanei), e tutto ci trasmette senso di pacatezza e tranquillità, come da tipico stile di Domenico del Ghirlandaio.
25 ottobre 2012
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