Nasce a Vicenza un nuovo spazio per l’arte contemporanea: è la Fondazione Coppola, che apre al pubblico i suoi locali nel Torrione di Vicenza in corso Palladio 1, alle porte della città. Il progetto è nato dalla volontà del mecenate e imprenditore Antonio Coppola, che ha acquistato e donato il Torrione medievale al Comune di Vicenza in cambio di un usufrutto di trent’anni: dopo averlo sottoposto a un impegnativo lavoro di restauro a cura dello studio UP3 Architetti Associati, il Torrione è dunque restituito alla città con lo scopo di diventare un polo per l’arte contemporanea.
“Fondazione Coppola”, si legge nella presentazione, “intende collocare l’osservatore in quella dimensione in cui gli artisti indagano i motivi fondamentali dell’essere un artista. E anche se l’arte non racchiude certezze, essa offre un pretesto per toccare il cuore dei suoi stimatori tramite gli oggetti delle rappresentazioni prodotte dagli artisti. Fondazione Coppola presenta opere di artisti per la maggior parte non storicizzati: sia giovani emergenti sia artisti affermati che hanno partecipato a esposizioni nazionali o all’estero ricevendo in alcuni casi notevoli riconoscimenti”.
Il Torrione, edificio trecentesco, anticamente faceva parte del cosiddetto “Castello” costruito negli anni in cui gli scaligeri di Verona detenevano il potere su Vicenza. Perso il ruolo difensivo col passare dei secoli, nel Seicento il Torrione diventò una residenza privata, e tra Otto e Novecento subì ulteriori rimaneggiamenti. Risale al 2017 l’acquisto da parte della Fondazione e l’inizio dei lavori che hanno portato all’apertura del nuovo polo. I suoi sei piani accoglieranno le mostre, e all’ultimo livello si godrà anche di una magnifica vista sulla città.
La prima mostra apre il 5 maggio (dura fino al 31 agosto), e non poteva che intitolarsi La Torre. Curata da Davide Ferri, si tratta della prima personale in Italia degli artisti tedeschi Neo Rauch (Lipsia, 1960) e Rosa Loy (Zwickau, 1958). È una mostra che presenterà una serie di opere inedite, tra dipinti e disegni, appositamente pensate per gli spazi del Torrione, e che rappresenta la possibilità di avvicinarsi al lavoro di due importanti figure della scena della pittura internazionale degli ultimi decenni. L’esperienza di Rauch e Loy è fortemente legata alla città di Lipsia, dove, dall’inizio del Novecento fino agli anni Duemila, è andato formulandosi un linguaggio figurativo che ha formato un’importante scuola di pittura (la scuola di Lipsia, appunto) che ha coinvolto diverse generazioni di artisti tedeschi.
Neo Rauch, in particolare, ha rivestito un ruolo cruciale negli anni immediatamente successivi alla fine dell’ex DDR: figura di raccordo tra diverse generazioni di artisti, punto di riferimento per i pittori che hanno fatto parte della Nuova Scuola di Lipsia, l’artista ha saputo rielaborare il suo linguaggio figurativo attraverso la contaminazione di diverse culture: le illustrazioni dei manifesti di propaganda della Germania Est, la cultura Pop, il realismo energetico e nervoso di artisti come Max Beckmann e Otto Dix, le prospettive allucinate e la concitazione narrativa dei grandi teleri di maestri rinascimentali come Tintoretto e Rubens. Ogni dipinto di Neo Rauch è basato sull’incontro e sulla giustapposizione (e infine sul collasso) di motivi e nuclei narrativi differenti, con figure che possono sdoppiarsi e moltiplicarsi all’interno della stessa immagine e bruschi cambiamenti atmosferici e temporali. Il risultato di questa convulsa sovrapposizione sono immagini solo apparentemente illustrative, scomposte e basate su episodi autonomi e spesso contrastanti e percorse da continue variazioni prospettiche e sproporzioni. I dipinti di Neo Rauch sono dunque vere mappe di forze, in cui ogni elemento rappresenta lo snodo di una partitura energetica e visionaria più che di una narrazione coerente e organica.
Apparentemente più disteso (e aperto alla possibilità di abbandoni lirici), ma altrettanto onirico e ambiguo, è il linguaggio figurativo di Rosa Loy: al centro dei suoi dipinti c’è sempre la figura del doppio femminile e del doppelgänger, e la relazione enigmatica (e spesso sordidamente violenta) tra due figure che si muovono all’interno di un paesaggio intimo e famigliare, dentro una casa o un giardino. Come i dipinti di Neo Rauch anche quelli di Rosa Loy invitano lo spettatore a confrontarsi con immagini archetipiche (dense di implicazioni psicanalitiche) il cui significato è continuamente rilanciato dalla giustapposizione di dettagli ed elementi potenzialmente “sintomatici” e da una “costruzione ellittica e priva di nuclei stabili”: una dimensione illustrativa a cui fa da contraltare un’imprendibilità del racconto come avviene nella tradizione surrealista.
La mostra si articola lungo i sei piani del complesso medievale come proposta di dialogo tra le opere dei due artisti, fino a un confronto ravvicinato tra le due poetiche, e percorso di progressione (dello spettatore) verso l’alto, verso l’ultimo piano da cui la vista sulla città, a trecentosessanta gradi, si può afferrare in stretta relazione con le opere esposte. La figura della torre come elemento evocativo e rimando al racconto, ad una possibile narrazione, inoltre, appare in molti dipinti di Neo Rauch, magari in secondo piano, e funge da richiamo a quell’immaginario popolare e fiabesco che da sempre alimenta le visioni dell’artista.
Patrocinata dal Comune di Vicenza e dal Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania, la mostra si potrà visitare dal 5 maggio al 31 agosto, da mercoledì a domenica, con orario continuato dalle 11 alle 18. Il biglietto d’ingresso costa 5 euro, gratis per gli under 18. È consigliabile prenotare in anticipo la visita in quanto la particolare conformazione architettonica del Torrione pone limiti di accesso. La prenotazione è obbligatoria: per info, telefono 0444 043272, email info@fondazionecoppola.org, sito web della Fondazione www.fondazionecoppola.org.
Apre un nuovo spazio per l'arte contemporanea di alto livello: è la Fondazione Coppola di Vicenza |