È uscito il bando per i nuovi direttori dei musei autonomi


Uffizi, Brera, Capodimonte, Gallerie Estensi, Galleria Nazionale dell’Umbria e altri cinque musei in autunno avranno nuovi direttori: ecco cosa prevede il bando del Ministero, pubblicato proprio oggi.

È uscito l’attesissimo bando per i nuovi direttori dei musei autonomi. Sono dieci i musei che vedranno rinnovati i direttori: quattro sono quelli di prima fascia, ovvero gli istituti classificati come uffici di livello dirigenziale generale (Pinacoteca di Brera, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Gallerie degli Uffizi e Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea), mentre sei classificati come uffici di livello dirigenziale non generale (Gallerie Estensi, Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Galleria Nazionale dell’Umbria e Museo Nazionale d’Abruzzo). Le candidature sono ammesse fino alle 12 del 14 luglio 2023.

I candidati potranno concorrere, come per gli scorsi bandi, per uno o più istituti tra quelli oggetto della selezione. Nel caso in cui la candidatura sia rivolta a diversi istituti sarà possibile redigere una lettera di motivazione per ciascuno di essi, indicando ove si ritenga un ordine di preferenza. Per i direttori uscenti che hanno già fatto due mandati, ovvero per coloro che abbiano già ricoperto un incarico dirigenziale presso un museo autonomo, e l’incarico dirigenziale sia stato precedentemente rinnovato (come prevede l’articolo 22, comma 7, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96), è ammessa la candidatura unicamente per una sede diversa da quella precedentemente o attualmente ricoperta, in applicazione del principio di rotazione degli incarichi (di cui all’articolo 1, comma 5, e all’articolo 2, comma 1, lettera g, del decreto ministeriale 14 novembre 2014, recante Disciplina dei criteri e delle procedure per il conferimento degli incarichi dirigenziali e successive modificazioni adottato in attuazione del decreto legislativo n. 165 del 2001). È invece consentita la presentazione della propria candidatura per uno o più dei restanti istituti oggetto della selezione.

Il curriculum, datato e sottoscritto, deve contenere tutte le indicazioni utili a valutare la formazione, i titoli e le attività professionali svolte dal candidato. Alla domanda i candidati dovranno allegare dichiarazione di veridicità ed esattezza di tutti i dati dichiarati, dichiarazione sulla insussistenza di cause di inconferibilità o incompatibilità, e dichiarazione di non aver riportato condanne penali e di non avere procedimenti penali pendenti; qualora siano state riportate condanne penali o siano pendenti procedimenti penali, devono essere specificati gli estremi della condanna riportata o del procedimento penale pendente, come indicati dalle risultanze documentali dei competenti uffici giudiziari.

Potranno partecipare cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione Europea, cittadini che non abbiano superato, alla data della domanda, il limite anagrafico per la permanenza in servizio previsto dall’ordinamento italiano, e che abbiano, quale titolo di studio, laurea specialistica o magistrale o titolo equipollente e, quale esperienza professionale, la comprovata qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e possesso di una documentata esperienza nella gestione di istituti e luoghi della cultura. Vale a dire, i candidati dovranno dimostrare di avere ricoperto incarichi gestionali presso aziende private o amministrazioni pubbliche, in Italia o all’estero, da cui possano desumersi le spiccate doti manageriali in materia di patrimonio culturale, ed essere in possesso di una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica in materia di patrimonio culturale desumibile da concrete esperienze di lavoro maturate, per almeno un quinquennio, anche presso amministrazioni pubbliche, in Italia o all’estero.

I candidati saranno valutati da una commissione di esperti, che sarà istituita entro il 21 luglio 2023, e che sarà composta da cinque membri (che espleteranno il loro incarico gratuitamente, salvo rimborsi spese effettivamente sostenute e documentate), scelti tra professori universitari ordinari in materie giuridiche (di cui uno con funzioni di presidente), professori universitari in materie attinenti al settore del patrimonio culturale, dirigenti generali o equiparati, anche a riposo, del Ministero della cultura o di altre pubbliche amministrazioni, esperti di economia ed organizzazione aziendale. Ai fini dell’accertamento della conoscenza della lingua inglese, alla commissione è aggregato un membro esperto di lingua, limitatamente alla fase per la quale è disposta l’integrazione.

Come funzionerà la selezione? I candidati, ammessi alla selezione in base alla verifica del possesso dei requisiti di cui all’articolo, sono esaminati e valutati dalla commissione, che vaglierà i titoli, il curriculum, e l’esperienza. In particolare, l’esperienza professionale nell’ambito della tutela, della gestione e della valorizzazione del patrimonio culturale; l’esperienza professionale di direzione e/o gestione di musei e altre istituzioni culturali, comprendente attività di conservazione e valorizzazione delle collezioni, pianificazione delle attività, gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali; la complessità delle attività e/o delle strutture gestite e risultati conseguiti; la conoscenza delle collezioni e/o delle raccolte dell’istituto per il quale si è presentata domanda; l’esperienza nell’ideazione e nella realizzazione di progetti di comunicazione; l’esperienza nell’ideazione e nella realizzazione di progetti di ricerca fondi (fundraising); l’esperienza nella partecipazione ai consigli di amministrazione e/o comitati scientifici; l’esperienza nella predisposizione e attuazione di accordi con soggetti pubblici e privati. Saranno poi valutate anche ulteriori competenze, ovvero: l’effettiva conoscenza e capacità di utilizzo delle tecnologie, in particolare nell’ambito museale e delle istituzioni culturali; la capacità di comunicazione nei confronti di tutti gli interlocutori, interni ed esterni all’istituto; la conoscenza della lingua italiana; la conoscenza della lingua inglese; la conoscenza del patrimonio culturale italiano, con particolare riguardo alla istituzione o alle istituzioni per le quali è stata presentata domanda; la conoscenza di elementi di legislazione del patrimonio culturale italiano ed europeo; la conoscenza dell’organizzazione del Ministero della cultura.

La commissione, in sede di prima convocazione, assegnerà i pesi dei punteggi tra tutti i criteri, attribuendo peso preponderante al possesso di particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e di una documentata esperienza nella gestione degli istituti e luoghi della cultura. La commissione, esaminate le domande pervenute, selezionerà fino a un massimo di 10 candidati per ciascun istituto secondo l’ordine di punteggio conseguito ai sensi del comma 2 e li convocherà per un colloquio, che avrà luogo nel mese di ottobre 2023, presso la sede del Ministero della cultura, in Via del Collegio Romano a Roma.

Il colloquio avrà per oggetto, oltre alle competenze declinate dal bando, anche la progettazione, l’analisi e la discussione in merito alla gestione dell’istituto o luogo della cultura, oggetto dell’istanza, sotto il profilo tecnico, economico e giuridico, e l’accertamento della conoscenza della lingua inglese. I cittadini di uno Stato dell’Unione europea diverso dall’Italia dovranno poi dimostrare la conoscenza della lingua italiana di livello almeno B2 dimostrata dalla certificazione di istituti linguistici pubblici, italiani o stranieri, oppure, in alternativa, da una valutazione scritta e orale in lingua italiana. Saranno dispensati da tali verifiche coloro che abbiano lavorato nell’ultimo quadriennio presso un’amministrazione pubblica italiana.

Sulla base dell’esito dei colloqui la commissione forma una terna di candidati per ogni istituto, da sottoporre rispettivamente al Ministro (per gli istituti di prima fascia) e al Direttore generale Musei (per gli istituti di seconda fascia). Per ogni candidato della terna la commissione formula un giudizio di sintesi. L’individuazione del candidato cui conferire l’incarico di direzione è operata, sulla base dell’analisi condotta dalla commissione e del giudizio finale da questa espresso dal Ministro per gli istituti di prima fascia, e dal Direttore generale Musei per gli istituti di seconda fascia.

Infine, quanto guadagneranno i nuovi direttori? La retribuzione annua lorda per i direttori di prima fascia è di 149.126,79 euro, più eventuale retribuzione di risultato, dipendente dalla valutazione annuale del direttore e dall’ammontare del fondo disponibile, per un importo fino a un massimo di euro 40.000,00. La retribuzione annua lorda per i direttori di seconda fascia è invece di 83.369,02 euro, più eventuale retribuzione di risultato, dipendente dalla valutazione annuale del direttore e dall’ammontare del fondo disponibile, per un importo fino a un massimo di euro 20.000,00.

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