A Palazzo Pitti riemerge un Ritratto di Romolo del Cinquecento di cui si erano perse le tracce da secoli. Si tratta di un’opera realizzata alla metà del secolo da Cristofano dell’Altissimo (Firenze, 1525 - 1605), autore delle quasi 300 copie dei ritratti dei Uomini Illustri della collezione di Paolo Giovio, dietro incarico del duca Cosimo I, che nel 1552 inviò un giovanissimo Cristofano a Como, dove si trovava la raccolta gioviana, per poterla copiare: si pensa che anche il ritrovato ritratto di Romolo appartenga a questa serie. La scoperta è stata possibile grazie al lavoro di ricerca di Alberica Barbolani di Montauto e Maria Matilde Simari, storiche dell’arte che hanno a lungo indagato tra gli archivi dei musei fiorentini.
Romolo viene immaginato come un uomo dala carnagione olivastra, dal naso pronunciato, con una barba folta e cinto d’alloro, mentre indossa una pelliccia. “Abbiamo fatto questa scoperta nell’ambito di una sistematica ricognizione di tutti i ritratti della nostra collezione che fa parte di un studio sulla raccolta delle Gioviane”, ha dichiarato il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. “I risultati di questa indagine diventeranno un libro che sarà pubblicato nei prossimi mesi”.
Non si tratta, infatti, di una scoperta avvenuta per caso, ma fa parte di un progetto di ricerca sulle cosiddette “gioviane”, ovvero le tavole di Cristofano dell’Altissimo che riprendono i ritratti della raccolta di Paolo Giovio (e che attualmente sono collocate nei corridoi degli Uffizi, una a fianco all’altra): grazie alla ricerca storico-documentaria sono stati peraltro identificati anche altri due ritratti ritrovati nella soffitta di Palazzo Pitti, ritenuti perduti da quasi cinquecento anni, quelli di Silla e di Enrico VIII da giovane. Fino ad oggi, queste tavole non erano state riconosciute come gioviane e risultavano attribuite ad autore ignoto del XVI secolo. È stato possibile assegnarle a Cristofano dell’Altissimo grazie a uno studio sullo stile che è stato poi messo in relazione ai documenti d’archivio. “Non a caso”, ha dichiarato Schmidt, “nei carteggi del Granduca con il giovane artista che, nelle epistole viene chiamato pittorello per la sua giovane età, Cosimo si riferisce a Silla mixando il latino con il fiorentino contemporaneo e denominando il militare romano Silla dittator per parecchio”.
I dipinti sono in uno stato di conservazione non ottimale, dunque addesso verranno restaurati ed esposti assieme alle altre giovane.“In particolare”, ha dichiarato Schmidt, “Romolo e Silla, essendo i personaggi più antichi, occuperanno le prime posizioni della collezione, insieme al re persiano Artaserse”. La riemersione del ritratto di Romolo è di particolare valore perché gli Uffizi stanno puntando molto sulla valorizzazione del loro patrimonio antico. “Stiamo lavorando a realizzare un corridoio di bassorilievi classici a corredo delle sale del Cinquecento per rendere evidente quanto la pittura cinquecentesca sia debitrice ai modelli romani”, conclude il direttore. “E per il futuro è prevista la collocazione della statuaria antica al piano terra: l’inizio del percorso museale una volta che nel 2024 il cantiere dei nuovi Uffizi sarà stato completato”.
Nelle immagini sotto: il ritratto di Romolo, quello di Silla e l’allestimento delle gioviane.