Una raccolta di 205 disegni: ritratti, animali, paesaggi. Sono i fogli del disegnatore futurista Bino Sanminiatelli (Firenze, 1896 – Greve in Chianti, 1984), fondatore nel 1917 della rivista futurista Noi, donati alle Gallerie degli Uffizi dalla figlia Carla Sanminiatelli: un nucleo che racconta mezzo secolo di produzione creativa dell’autore e che costituisce, insieme ai fondi Sanminiatelli del Gabinetto Vieusseux, dell’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” e della Fondazione Primo Conti, un importante contributo per lo studio e la documentazione dell’ambiente artistico-letterario della Firenze della prima metà del Novecento. I 205 disegni coprono un arco di tempo che va dagli anni Dieci agli anni Cinquanta del Novecento.
Oltre che prolifico disegnatore, Bino Sanminiatelli fu anche scrittore, e in quest’ambito la sua attività si sviluppa in tre differenti momenti stilistici: quello realista toscano dei primi racconti, quello più elaborato dei romanzi della maturità e quello diaristico-memorialistico. Una suddivisione, questa, che trova un corrispettivo nell’evoluzione della sua produzione grafica. Pur nella costante trascrizione della realtà, lo stile grafico degli anni Dieci, con le sue semplificazioni formali perfettamente in linea con le coeve riflessioni avanguardistiche, lasciarono in seguito il passo, negli anni Venti e Trenta, ad una maggiore solidità compositiva e ad una più profonda e attenta introspezione psicologica, in sintonia con la poetica del “Ritorno all’ordine” che, nel campo delle arti figurative, si affermava negli stessi anni. Non a caso Bino Sanminiatelli, dopo l’infanzia trascorsa a Perignano (Pisa) e l’esperienza liceale romana, si stabilì a Parigi, entrò a far parte del movimento futurista, fondando nel 1917 con Enrico Prampolini la rivista internazionale Noi, e pochi anni dopo ebbe rapporti con i dadaisti di Zurigo e Tristan Tzara. Sanminiatelli affiancò l’attività di disegnatore a quella di scrittore fino al 1938, per poi decidere di dedicarsi principalmente alla letteratura. Riprese però a disegnare all’inizio degli anni Cinquanta, quando annotò in uno dei suoi Diari: “Ho provato a prendere oggi una matita con ansia, con terrore e anche con stupore. Lo confesso: mi sono stupito con competenza”.
Il gruppo di fogli che è entrato nella collezione degli Uffizi offre una significativa testimonianza di tutte le fasi creative di Sanminiatelli. Si tratta della terza importante donazione della quale gli Uffizi hanno beneficiato nel corso di quest’anno: a marzo era giunta al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe la raccolta di disegni antichi e acqueforti di Carlo Pineider, membro della famiglia che lanciò lo storico marchio fiorentino di articoli di lusso di cancelleria e pelletteria, e appena quattro mesi dopo, a luglio, con il lascito dello storico dell’arte Carlo Del Bravo, sono entrate a far parte del patrimonio di tesori del museo 455 opere tra dipinti, disegni e sculture dal XVI al XXI secolo. La collezione di opere di Bino Sanminiatelli sarà al centro della prossima diretta facebook del museo per la serie Uffizi On Air, in programma martedì 15 dicembre alle ore 13: a parlarne sarà la curatrice dei Disegni del Novecento, Vanessa Gavioli.
“Il mecenatismo è nel DNA di questa città,” dichiara il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “e lo dimostra anche questo importante lascito che chiude il 2020: una donazione di particolare significato non solo per gli Uffizi, ma per Firenze e la sua storia. Con i disegni di Sanminiatelli si suggella il rapporto tra letteratura e arte, in nome di una sublime toscanità che rimane, grazie al generoso gesto della figlia, un patrimonio a disposizione di tutti”.
Uffizi, donata al museo la collezione di disegni del futurista Bino Sanminiatelli |