Sono stati presentati questa mattina in anteprima al Museo Nazionale del Bargello i risultati delle ricerche compiute sui bronzetti rinascimentali del museo dai tre assegnisti della Scuola Normale Superiore di Pisa Davide Civettini, Marco Scansani e Teresa Bruni, vincitori di altrettanti assegni di ricerca biennali (2020-2022) nell’ambito del progetto AnaGBar: Anatomia dei grandi bronzi d’arte: indagini materiali, tecniche e conservative sulla statuaria metallica del Museo Nazionale del Bargello a Firenze, promosso e finanziato dalla Regione Toscana, dai Musei del Bargello insieme ai Friends of the Bargello e alla Fondazione Il Bargello onlus.
Nel corso dell’incontro dal titolo Bronzetti rinascimentali del Bargello: ricerche in anteprima. I risultati del progetto AnaGBar 2020-2022, Davide Civettini ha presentato l’intervento I bronzetti rinascimentali del Bargello: collezionismo e approcci storico-critici, nel quale ha esaminato l’unicità della collezione di bronzetti del Bargello, che non solo offre la rara possibilità di ricostruire la provenienza di alcuni pezzi fino a date assai precoci, cioè fino al Cinquecento, poco dopo la loro fusione, ma s’impone anche per via della varietà tipologica e dell’enorme quantità di oggetti che la compongono (più di settecento). Marco Scansani ha offerto poi al pubblico i risultati della sua ricerca Dall’antico: ispirazioni, copie e assemblaggi, che conferma l’indissolubile legame tra la bronzistica rinascimentale e quella dell’antichità. Attraverso tre casi di studio, selezionati tra gli oggetti della catalogazione, Scansani ha messo in luce i rapporti, veri o presunti, acclarati o inediti, tra i modelli antichi e le invenzioni moderne. Infine Teresa Bruni, specialista di diagnostica scientifica sulle opere d’arte, ha affrontato l’Anatomia di un gruppo di bronzetti conservati presso il Museo del Bargello, esponendo le tecniche d’indagine impiegate al fine di acquisire informazioni sulla tecnica di realizzazione e sulle superficie dei circa centosessanta bronzetti oggetto della ricerca. Microscopia, video-endoscopia, indagini con ultrasuoni, termografia, riflettografia UV, spettroscopia FT-IR e scansione 3D sono gli strumenti utilizzati per lo studio degli oggetti della schedatura.
“È stato fondamentale per i Musei del Bargello far parte del progetto Giovani sì della Regione Toscana che mettendo insieme istituzioni diverse, che ringrazio tutte per la loro generosità, ha permesso di ospitare al Museo Nazionale del Bargello tre giovani ricercatori che hanno studiato la collezione di bronzetti rinascimentali, la più importante al mondo”, ha dichiarato Paola D’Agostino, direttrice dei Musei del Bargello. “La collaborazione con la Scuola Normale Superiore, con il professore Francesco Caglioti, coordinatore del progetto, e con il professore Fabio Beltram, Direttore del laboratorio Nest (National entreprise for nano science and technologies) della Scuola, ha favorito una ricerca interdisciplinare e un confronto quotidiano tra i tre ricercatori di diversa formazione e il personale del Museo Nazionale del Bargello. Per oltre un anno, infatti, è stato allestito un laboratorio mobile di indagine diagnostica all’interno del museo, prima nella sala dei bronzetti e poi al medagliere, che ha permesso uno studio intenso e quotidiano delle opere da punti di vista diversi. Questa contaminazione di saperi ha dato finalmente concreto avvio alla catalogazione scientifica di questa preziosissima collezione”.
“La Fondazione Il Bargello Onlus è vicina alle attività del Museo dal 1982, anno in cui fu fondata l’Associazione Amici del Bargello che si è trasformata in Fondazione nel 2015. In tutti questi anni, l’Associazione prima e la Fondazione poi, hanno finanziato studi e ricerche sulle singole opere del Museo, sulla loro catalogazione e su aspetti generali dell’attività museale”, ha commentato il presidente della Fondazione Il Bargello onlus, Sergio Chiostri. “Un’attenzione particolare è stata data per favorire l’impegno di giovani studiosi, nel cui sapere è riposto il futuro delle attività del Museo e della conoscenza delle meravigliose collezioni che si possono ammirare passeggiando nei saloni di questo imponente edificio. In questa ottica quindi, si inserisce il cofinanziamento per gli assegni di studio sui bronzetti, di cui oggi si festeggiano i vincitori e i risultati dei loro studi. Con loro molto mi complimento e li incoraggio a proseguire sulla strada da loro scelta e che allargherà le conoscenze di tutti gli appassionati di queste opere d’arte”.
“A tutti e tre i ricercatori”, ha aggiunto Dimitrios Zikos, presidente dei Friends of the Bargello, “va il mio ringraziamento per aver condiviso con me questa esperienza permettendomi di essere accanto a loro mentre esaminavano i pezzi da catalogare. Grazie all’opportunità irripetibile di studiare gli originali molto da vicino questi studiosi hanno acquisito delle competenze che travalicano il generico e ripetitivo sapere storico-artistico, e la lettura delle schede che hanno prodotto conferma la maturità del loro approccio. Competenze tanto più di valore se si considera che non esiste nessun studioso vivente o operante sul campo che se ne occupi. Li invito a non abbandonare il percorso intrapreso per darci un giorno contributi e monografie long overdue che valga la pena leggere”.
“Le collezioni del Bargello includono un numero altissimo di sculture in bronzo, quasi mille. Esisteva una catalogazione parziale di questi bronzi ed era quindi estremamente importante che venisse condotta un’operazione a tappeto scientificamente approfondita, catalogazione resa possibile grazie al progetto PRIN 2017”, ha spiegato Ilaria Ciseri del Museo Nazionale del Bargello. "La finalità del progetto AnaGBar (2020-2022) è stata dunque quella di integrare con questo pool di risorse e finanziamenti eccezionali la catalogazione del nucleo di bronzi già precedentemente avviata con il progetto PRIN ed ha avuto il valore aggiunto di poter affiancare alla catalogazione la ricerca scientifica, condotta con grande zelo da Teresa Bruni che insieme a Davide Civettini e Marco Scansani si sono avvicendati nel micro laboratorio di indagine allestito nella Sala dei Bronzetti del Museo Nazionale del Bargello. Il risultato è un ottimo lavoro, perché oltre allo studio approfondito dal punto di vista storico artistico è stato possibile ripercorre la storia di questi bronzetti, che nei secoli avevano arredato la Galleria degli Uffizi, le Ville Medicee, Palazzo Vecchio, Palazzo Pitti, e che non erano soltanto oggetti da collezione ma in alcuni casi anche oggetti d’uso raffinatissimi come calamai, lucerne, candelieri e perfino alari da camino".
“AnaGBar è stata un’occasione importante di stretta e proficua collaborazione scientifica in ambito storico-artistico tra un’istituzione universitaria e un’istituzione museale”, ha concluso Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell’arte medievale della Scuola Normale Superiore di Pisa. "Di questa formula collaborativa, assai rara se non inedita fino a pochi anni fa in Italia, siamo grati alla Regione Toscana, che nel 2019 ha promosso numerosi bandi in tal senso, e poi ovviamente alla Normale e al Bargello (quest’ultimo con la Fondazione Il Bargello e i Friends of the Bargello), che hanno creduto specificamente in AnaGBar, co-finanziandola. Mi piace peraltro sottolineare che l’intesa istituzionale tra il Bargello e il mondo universitario poteva contare su un precedente in un PRIN 2015 (di fatto 2017) per il catalogo del Museo, di cui sono stato promotore d’intesa con la sua direzione (Paola D’Agostino, Ilaria Ciseri). La rilevante specificità di AnaGBar sta nell’opportunità che essa ha offerto alla Normale stessa per una compenetrazione insolita tra la Classe di Lettere, nella sua anima storico-artistica, e quella di Scienze, rappresentata dal NEST e dal suo direttore, il collega Fabio Beltram. Da quest’ultimi sono venuti gli apporti determinanti perché una parte del catalogo del Bargello, quella dedicata ai piccoli bronzi, si potenziasse attraverso una diagnostica avanzata, che speriamo possa servire di modello e ispirazione ad altre iniziative analoghe".
Tre giovani ricercatori hanno studiato la collezione dei bronzetti rinascimentali del Museo del Bargello |