Città di antichissime origini, insediamento fondato dal popolo dei Peoni nella valle del Vardar, nell’attuale Macedonia del Nord, in una data imprecisata del Periodo Arcaico (ovvero tra il VII e il VI secolo a.C.), e poi capitale della provincia romana della Macedonia Salutaris, Stobi è oggi uno dei siti archeologici più visitati del paese, che si presenta ai visitatori in un buono stato di conservazione. Adagiata su tre colli, circondata da mura, Stobi racconta di una storia che parte dall’antico popolo dei Peoni e attraversa l’epoca romana, quella bizantina, quella slava: è, insomma, un esempio di città in cui diversi popoli hanno lasciato le loro tracce.
Come detto, non sappiamo quando Stobi fu fondata, ma sappiamo che, attorno al 200 a.C., fu annessa al regno di Macedonia da Filippo V, che la fece diventare un importante centro economico e strategico, tra i principali dell’area. Questo soprattutto a causa della sua posizione geografica favorevole, al centro dei traffici tra la Grecia, il mar Egeo e le pianure bagnate dal Danubio a nord, ma anche grazie al fatto che si trova su un territorio molto fertile, alla confluenza tra due fiumi, fattore che contribuì allo sviluppo della sua agricoltura. Stobi diventò dunque, ben presto, uno dei siti più importanti della Macedonia. Stobi è anche citata da Tito Livio, che la menziona descrivendo la vittoria di Filippo V sui Dardani.
Dopo la conquista romana della Macedonia, la città non perse la sua importanza ma anzi, specialmente in epoca augustea, conobbe una significativa espansione: divenuta municipium e garantiti ai suoi cittadini i privilegi derivanti dallo Ius Italicum (un diritto che concedeva alle città fuori dal suolo italico lo status che avevano i centri della penisola), vide crescere la sua rilevanza economica, commerciale e strategica e, come detto, fu eletta capitale della provincia della Macedonia Salutaris. Molte delle rovine che oggi si vedono a Stobi sono proprio di epoca romana. Negli ultimi anni dell’Impero Romano, Stobi era divenuta una delle principali città cristiane del territorio: ancora oggi è possibile vedere i resti di alcune chiese paleocristiane, con anche diversi interessanti mosaici. Dopo la caduta dell’impero, nel 479 Stobi fu saccheggiata dagli ostrogoti di Teodorico e circa quarant’anni più tardi fu devastata da un terremoto: non fu abbandonata, ma aveva ormai perso il suo splendore. La città cadde definitivamente in rovina durante le invasioni degli Avari e degli Slavi di pochi decenni più tardi. Si può ipotizzare che già nel VI secolo Stobi non fosse più abitata.
Il sito archeologico di Stobi. Foto Discovering Macedonia |
Il sito archeologico di Stobi. Foto Discovering Macedonia |
I resti del Battistero. Foto Discovering Macedonia |
Il sito archeologico di Stobi. Foto Discovering Macedonia |
Il teatro romano di Stobi. Foto J. Miron |
Sono molti gli edifici interessanti che si possono visitare a Stobi: il più appariscente è di sicuro il Teatro Romano, ottimamente conservato, costruito probabilmente nel III secolo d.C., e prima emergenza dell’antica città a essere scoperta nelle campagne di scavo degli archeologi jugoslavi che, tra il 1924 e il 1936, indagarono il sito. Poteva ospitare circa 7.600 spettatori, secondo i calcoli degli archeologi. Percorrendo la Via Principalis, ovvero la strada principale dell’antica città, s’incontrano alcune delle strutture più importanti: la basilica civile, dove si svolgeva la vita amministrativa e commerciale della città, le Thermae Magnae e le Thermae Minores, le strutture riservate ai bagni termali, e poi ancora la “Casa dei Salmi”, una dimora decorata con un sontuoso mosaico. Lungo la strada si possono vedere anche i resti della basilica episcopale del IV secolo (fu voluta dal vescovo Budius, che partecipò al concilio di Nicea del 325), assieme a quelli del Battistero che conserva meravigliosi mosaici paleocristiani con figurazioni di pavoni, un motivo tipico dell’arte cristiana dei primi secoli. Ancora, nella città si trovano anche il cosiddetto Palazzo di Teodosio, dove si ritiene che l’imperatore Teodosio avesse soggiornato durante la visita alla città, la Domus Fulonica (un complesso di case e negozi), la Via Sacra, una strada pavimentata e fiancheggiata da colonne che conduceva alla basilica cristiana.
La città oggi è gestita dall’Istituto Nazionale di Stobi, ente statale che si occupa della conservazione e della valorizzazione del sito archeologico, e attraverso il suo sito propone anche costanti aggiornamenti e anche tour virtuali per scoprire l’antica città. L’Istituto è stato fondato nel 2008 e, grazie anche ai fondi garantiti dal governo nazionale della Macedonia, ha potuto far riprendere le attività di scavo che da tempo si erano interrotte (erano invece proseguite le attività di conservazione e restauro). Nuovi progetti verranno avviati a breve: l’Istituto ha anche l’intenzione di costruire un museo che possa accompagnare il racconto del sito e possa offrire strutture ai visitatori (come una caffetteria e un negozio di souvenir). Stobi si trova a circa 80 km dalla capitale Skopje e per chi visita la Macedonia è un luogo irrinunciabile.