Diciotto opere simbolo delle collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte, tutte appena rientrate da lunghi prestiti in Italia e all’estero, saranno riunite a partire dal 24 ottobre in un nuovo allestimento della sala 62 al secondo piano del museo: tra queste, la Danae e i ritratti di Paolo III di Tiziano, Antea del Parmigianino, Giuditta decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi, e La Flagellazione di Caravaggio (Proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno) assente dalla sede museale napoletana da oltre due anni e mezzo.
Il nuovo allestimento intende non solo celebrare il ritorno a Napoli di alcune delle opere più rappresentative del museo, ma vuole anche ripercorrere come in un’ideale antologia la storia del collezionismo di Capodimonte: i Farnese, i Borbone, gli acquisti italiani, le donazioni fino all’arte contemporanea.
La sala 62 è stata divisa in due parti da una parete di cartongesso. Sulla destra è possibile ammirare Il ritratto di Luca Pacioli (attribuito a Jacopo de’ Barbari, 1495), immagine icona del matematico autore della Summa de Arithmetica. Accanto a quello del fondatore della Ragioneria vengono proposti altri celebri ritratti di area veneta: sono Bernardo de’ Rossi, vescovo di Treviso (1505) di Lorenzo Lotto e due opere di El Greco, il Ritratto di Giulio Clovio (1571-1572) ed El soplón (1570-1572).
Al centro di questo primo spazio è stata collocata la Cassetta Farnese, capolavoro dell’oreficeria cinquecentesca. Si prosegue con Ercole al bivio di Annibale Carracci (1596), e sulla sinistra, con tre opere di Tiziano: il Ritratto di Papa Paolo III a capo scoperto (1543), il Ritratto di Papa Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese (1545-1546), il Ritratto del cardinale Alessandro Farnese (1545-1546).
Nella seconda parte della sala, la Danae di Tiziano (1544-1545), Antea (1535) e Lucrezia (1540) del Parmigianino, la Sant’Agata di Francesco Guarino (1637-1640, Collezione Borbone), la Santa Cecilia in estasi di Bernardo Cavallino (1645), della quale sono esposti sia il bozzetto dalla collezione Borbone che la tela, assegnata a Capodimonte nel 1984, dopo il recupero post bellico, Giuditta decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi (1612-1613, Collezione Borbone).
La Flagellazione di Caravaggio (1607), opera custodita nel Museo di Capodimonte dal 1972 è stata invece collocata in fondo alla sala. Chiude il percorso, di fronte al Merisi, il Vesuvio di Andy Warhol (1985), donazione di Lucio Amelio.
“L’identità delle collezioni storiche di Capodimonte è un patrimonio di Napoli. Con il ritorno a casa di tante opere iconiche e il loro riallestimento, parte oggi una nuova fase, anche nel dialogo del museo con il suo territorio”, ha dichiarato il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Eike Schmidt. “Questo non vuol dire che i nostri capolavori debbano essere considerati tutti e sempre inamovibili. Vogliamo però che il museo si imponga nuovamente quale meta irrinunciabile del turismo culturale italiano, con flussi più adeguati al suo prestigio, che i cittadini lo frequentino con orgoglio, riconoscendosi nella sua storia per trasmetterla alle giovani generazioni. Capodimonte deve tornare ad essere conosciuta, valorizzata e comunicata per l’immensa ricchezza della sua pinacoteca, seconda in Italia solo agli Uffizi, e circondata dal magnifico Real Bosco, il parco urbano più grande d’Europa. La scelta di questo allestimento che riunisce diciotto grandi opere, assenti da tempo dal museo, è stata dettata anche dai lavori in corso per la transizione digitale ed ecologica. Il risultato è però magnifico. Certo una visita così densa ed emozionante può avvenire solo qui, a Capodimonte”.
I visitatori potranno inoltre vedere nella sala riallestita anche una anteprima del progetto Grande Capodimonte: sono già stati realizzati infatti gli interventi di illuminotecnica (sostituzione delle lampade con tecnologia a Led per il risparmio energetico) previsti nell’intero Palazzo dall’innovativo Lighting concept. Dallo scorso dicembre il museo ha avviato la sua transizione energetica, digitale ed economica in partenariato con Engie. Con una “cantierizzazione per fasi”, fino a dicembre 2025 resteranno chiuse solo alcune aree e sezioni del museo e sarà assicurata al pubblico la fruizione delle principali collezioni che oggi tornano al completo.
Rientrati dopo lunghi prestiti diciotto capolavori simbolo di Capodimonte: ora sono tutti riuniti in una sala |