A Possagno, a partire da domenica 1 dicembre 2024, i visitatori potranno nuovamente esplorare l’intero Museo Gypsotheca Antonio Canova: riapre infatti nella sua completezza l’Ala Ottocentesca, restituita dopo sette anni di chiusura per interventi di restauro. Il ritorno alla piena funzionalità della struttura rappresenta un importante evento culturale per gli appassionati d’arte e per gli ammiratori del genio di Antonio Canova (Possagno, 1757 – Venezia, 1822), scultore di fama mondiale originario proprio di Possagno.
Nel periodo di chiusura, molte opere erano state temporaneamente dislocate per consentire i necessari interventi di consolidamento strutturale e miglioramento sismico, ma ora l’intera collezione canoviana è nuovamente esposta. Il Comune di Possagno ha promosso questi interventi con il supporto del Museo e grazie a finanziamenti del Fondo Cultura istituito dal Ministero della Cultura. I lavori hanno riguardato, in particolare, la seconda e la terza campata dell’Ala Ottocentesca, progettata dall’architetto Francesco Lazzari tra il 1831 e il 1836. Questo restauro rappresenta una tappa fondamentale per la salvaguardia del patrimonio architettonico e artistico della Gypsotheca.
“Canova ha voluto lasciare un immenso tesoro ai suoi concittadini, ai possagnesi, a testimonianza del profondo legame che esisteva, ed ancora esiste, tra il maestro e il suo paese natale”, dice Valerio Favero, sindaco di Possagno. “Un sentimento indissolubile, che riempie di orgoglio ognuno di noi. Esso ci impone tuttavia la responsabilità di tramandare e conservare l’enorme eredità ricevuta. Per questo, come Amministrazione, abbiamo fortemente voluto e sostenuto tale intervento, che va a completare quanto già realizzato nel 2018 nell’atrio e nella prima campata dell’Ala Lazzari, e che finalmente ce la restituisce ora, completamente sicura dal punto di vista sismico a tutela delle opere e delle migliaia di visitatori che ogni anno scelgono di immergersi nella bellezza dell’arte canoviana custodita nel nostro museo. Un piccolo gesto tangibile di riconoscenza, da parte della comunità di Possagno, nei confronti di chi le ha dato tanto. Dopo sette anni avremo il privilegio di poter rivedere l’intera ala monumentale tornare al suo splendore, e sono sicuro che, come ogni volta che ci si entra, farà mancare il fiato, tanta è la Bellezza e tanti sono i capolavori in essa custoditi”.
“È un grande piacere”, afferma Massimo Zanetti, presidente della Fondazione Canova ONLUS, “presentare la riapertura della Galleria ottocentesca come nuovo Presidente della Fondazione. Sono convinto che i lavori del nostro grande Maestro avranno nuovo smalto per accogliere i tanti estimatori della sua opera”.
“La riapertura dell’Ala Ottocentesca della Gypsotheca rappresenta un evento di grande rilievo, non solo per il Museo Canova, ma per l’intero panorama culturale italiano”, sottolinea Moira Mascotto, direttrice del Museo. “Dopo sette anni, il pubblico potrà finalmente tornare a contemplare il percorso espositivo nella sua completezza, arricchito dalla ricollocazione dei bassorilievi nella loro sede originaria, da cui erano stati rimossi in occasione del restauro del 2018. Questo intervento è emblematico dell’impegno della nostra Istituzione nella conservazione e valorizzazione dell’arte neoclassica, restituendo alla collettività un patrimonio di inestimabile valore. L’inaugurazione segna una tappa significativa nel nostro costante percorso di tutela e promozione dell’immortale eredità di Canova”.
Un elemento di rilievo della riapertura è rappresentato dal nuovo sistema di illuminazione installato all’interno dell’Ala Ottocentesca. Il rinnovato impianto illuminotecnico è stato studiato per valorizzare i dettagli dei modelli originali in gesso, riprodotti successivamente in marmo dallo stesso Canova e conservati nei più importanti musei del mondo. L’attenzione posta nella resa luminosa delle sculture permette ai visitatori di cogliere appieno la maestria dell’artista, evidenziando i giochi di luci e ombre che caratterizzano le sue opere, dai tratti delicati e profondamente espressivi.
Il restauro e la riapertura dell’Ala Ottocentesca si inseriscono all’interno di un progetto più ampio che ha visto il Museo Gypsotheca Antonio Canova impegnato negli ultimi anni anche in un importante percorso di digitalizzazione dell’intero complesso. Grazie a tecnologie avanzate, è stato possibile creare una riproduzione digitale dell’intero patrimonio artistico canoviano. Questa iniziativa arricchisce l’esperienza dei visitatori con un nuovo tour virtuale che consente di esplorare da remoto ogni sezione del museo, offrendo una visione complessiva delle collezioni e dell’architettura del sito.
Il Museo Gypsotheca Canova si presenta ora al pubblico nella sua completezza, integrando varie sezioni di grande interesse: la Casa natale di Antonio Canova, che conserva opere pittoriche, disegni, incisioni e gli effetti personali dell’artista; la Gypsotheca, la più grande d’Europa, situata all’interno di una basilica ampliata su progetto dell’architetto Carlo Scarpa; l’Ala Gemin, la biblioteca e il vasto parco con giardino. Durante i lavori di restauro, il museo ha comunque mantenuto l’accessibilità alle altre aree: la Casa natale e l’Ala Scarpa, che ospita, in un’allestimento scenografico curato da Carlo Scarpa, i bozzetti in argilla e le sculture di Canova, illuminati da luce naturale che esalta il candore dei gessi.
Uno dei capolavori di rilievo esposti nella rinnovata Ala Ottocentesca è la statua in gesso di Napoleone come Marte Pacificatore (1806). Alta oltre tre metri, questa imponente scultura rappresenta Napoleone Bonaparte nelle vesti di Marte, il dio della guerra, mentre regge una lancia nella mano sinistra e il globo terrestre sormontato dalla dea Nike nella destra. Quest’opera, oltre a esprimere il virtuosismo di Canova nella resa dei dettagli anatomici e simbolici, è un omaggio ideale a Napoleone, qui raffigurato come portatore di pace.
Un’altra opera di straordinario interesse è Ercole e Lica (1795-1796), considerata la prima delle statue monumentali di Canova. In questa scultura, il marmo (oggi esposto alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma) è reso con una drammaticità che comunica tensione emotiva e fisica. Nella scena, il corpo di Ercole si tende in un gesto aggressivo mentre solleva Lica, che tenta disperatamente di sfuggire. Il volto contorto di quest’ultimo, catturato con estrema intensità espressiva, rivela il dolore e la paura del giovane, trattenuto con forza dall’eroe mitologico.
Tra gli altri capolavori che il pubblico potrà ammirare, figurano le celeberrime Grazie (1813), commissionate da Giuseppina Beauharnais e riprodotte per il duca di Bedford, John Russel. La scultura delle Grazie è oggi divisa tra il Victoria & Albert Museum di Londra e le National Galleries of Scotland di Edimburgo, mentre l’Ermitage di San Pietroburgo ne ospita un’altra versione. Non manca infine Amore e Psiche (1800), simbolo dell’amore eterno e contrastato, rappresentato nel momento di riconciliazione dei due amanti mitologici. Questa celebre scultura raffigura l’unione tra il dio Amore e la mortale Psiche, una scena emblematica del romanticismo neoclassico, che simboleggia il superamento delle avversità.