Una nuova sezione tutta dedicata alla fotografia per i Musei Civici di Reggio Emilia, che hanno da poco inaugurato il secondo piano di Palazzo dei Musei, un nuovo spazio ripensato e riallestito dall’architetto Italo Rota (in dialogo da oltre un decennio con la direzione del Museo) con il contributo di un team di conservatori, ricercatori e curatori delle collezioni e in stretto rapporto con la città. La fotografia riveste un ruolo centrale nella storia della città, a partire dall’esperienza di Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 - Reggio Emilia, 1992): una sorta di ossessione fotografica che si rispecchia nell’importante Fototeca della Biblioteca Panizzi, nelle collezioni dei Musei Civici, nel festival Fotografia Europea e nel progetto Giovane Fotografia Italiana.
Il rinnovato secondo piano di Palazzo dei Musei ospita dunque una sezione permanente sulla fotografia, inaugurata con la mostra La trama del visibile, ma non solo: gli interventi hanno infatti creato, lungo tutto il percorso, dei momenti d’incontro fra gli oggetti provenienti dalle collezioni del Museo e le immagini esposte: tutte le proposte espositive hanno come obiettivo quello di ampliare la dimensione dello sguardo, che nell’esperienza museale si pone come tramite privilegiato di conoscenza. “A Reggio Emilia”, ha dichiarato l’architetto Italo Rota, “la fotografia è parallela alla passione per la musica. È quasi un’ossessione collettiva, di altissima qualità”.
C’è poi un’intera sezione permanente dedicata a Luigi Ghirri, le cui 40 immagini esposte costituiscono una selezione tratta da Paesaggi di cartone, un album rilegato a mano dallo stesso Ghirri contenente 111 fotografie realizzate nei primi anni Settanta. L’album, pervenuto al MoMA nel 1975, è stato dimenticato per quasi quarant’anni fino a quando, nel 2020, Quentin Bajac, curatore del dipartimento di fotografia, lo rintraccia assieme ad altri materiali dell’autore e, nello stesso anno, il Museo decide di pubblicarlo in edizione integrale facsimile. La ricerca di Ghirri, uno tra i più influenti fotografi contemporanei, si concentra su questioni quali la percezione, la rappresentazione e lo statuto dell’immagine e si apre a contaminazioni provenienti dalla letteratura, dalla filosofia, dalla musica e dall’arte. Lo spazio a lui dedicato, pensato in collaborazione con l’Archivio Eredi Luigi Ghirri, si propone di offrire nuovi spunti di riflessione attraverso contributi e prospettive inedite, seguendo le parole dello stesso Ghirri secondo il quale la fotografia “rinnova quotidianamente lo stupore” e a rinnovarsi saranno anche le opere esposte che, per rendere conto della sua articolata e ricca produzione, ruoteranno con cadenza annuale.
La trama del visibile, visitabile fino al 31 dicembre 2021, è l’altra sezione permanente e prende avvio dalla collezione di Fotografia Europea per costruire un percorso in evoluzione che, attraverso chiavi di lettura ogni volta differenti, si interroga sulla fotografia e sul futuro delle immagini. Il primo tema affrontato è quello della materialità e pone l’accento su come la fotografia sia, prima di tutto, un oggetto che esiste nello spazio e nel tempo presentando il lavoro di autori che, anche attraverso l’azione diretta, si sono interrogati sulla materia che costituisce la fotografia, rivelando la sostanza dell’immagine e il suo metabolismo. Grazie a richieste di prestiti e committenze specifiche, la sezione è spunto per una ricerca più ampia che cerca di attualizzare e approfondire le problematiche affrontate da autori quali Luigi Veronesi, Nino Migliori, Franco Vaccari, Paolo Gioli, Davide Mosconi, Aldo Tagliaferro, Franco Vimercati, Marina Ballo Charmet, Paola Di Bello, Paola de Pietri, Joan Fontcuberta, Patrizio Esposito, Bernard Plossu, Mario Dondero, Klavdij Sluban, Sarah Moon, Seba Kurtis, Arianna Arcara, Luca Santese, Batia Suter, Simone Schiesari e Lorenzo Vitturi.
L’interesse del Museo per la fotografia si traduce, come anticipato, in un inserimento puntuale di opere provenienti dalla Fototeca della Biblioteca Panizzi, dalla collezione di Fotografia Europea e dei Musei Civici all’interno del percorso di riallestimento delle collezioni. Prendendo spunto da Alfabeto, opera realizzata nel 1973 da Claudio Parmiggiani e composta da 21 scatti eseguiti da Luigi Ghirri, in cui gli oggetti del museo diventano una sorta di “alfabeto per gli occhi”, Palazzo dei Musei si propone come un innovativo display per la valorizzazione delle opere acquisite, in grado di intrecciare i temi sollecitati dal patrimonio storico con nuove modalità di partecipazione del pubblico.
Una selezione di scatti provenienti dallo storico progetto del 1986 Esplorazioni sulla via Emilia. Scritture nel paesaggio con fotografie di Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White e Manfred Willmann dialoga con i materiali archeologici provenienti dalla via Emilia romana. È inoltre esposto un cospicuo nucleo di opere, circa un centinaio, provenienti dalla serie Ersatz Lights di Olivo Barbieri i cui paesaggi, immortalati in tutto il mondo, sono al centro di una riflessione sulla luce. La serie fa da contrappunto ad oggetti tratti dalle più importanti raccolte civiche che restituiscono in modo evocativo uno spaccato dell’attuale comunità reggiana. Sono presenti anche alcuni scatti della mostra collettiva AEmilia, un’indagine fotografica sul territorio promossa nel 1996 dalla Fototeca della Biblioteca Panizzi, in cui i protagonisti sono gli abitanti della città. Numerose, inoltre, le opere provenienti dalla collezione di Fotografia Europea presentate in un dialogo suggestivo con gli oggetti delle collezioni (fotografie di Joan Fontcuberta, Gabriele Basilico, Cristina De Middel, David Steward, Martin Parr, Alain Bublex, Alessandra Calò, Fabrizio Cicconi, Kai-Uwe Schulte-Bunert, Sarah Moon, Aino Kannisto e Fabian Albertini).
Foto: Luigi Ghirri, Reggio Emilia, 1974 © Eredi Luigi Ghirri
Reggio Emilia, i Musei Civici inaugurano sezioni permanenti sulla fotografia e su Luigi Ghirri |