Si sono scatenate fortissime polemiche in Portogallo attorno all’eventuale nascita di un museo centrato sulla figura di António de Oliveira Salazar, che fu dittatore del paese lusitano tra il 1932 e il 1968: il regime, il più lungo della storia europea recente, venne instaurato nel 1926 con un colpo di stato che fece cadere la prima repubblica e portò al potere i militari Manuel Gomes da Costa e António Óscar Carmona. Salazar, economista, fu dapprima ministro delle finanze della dittatura militare, quindi, divenuto primo ministro, avviò il periodo del regime noto come Estado Novo, una dittatura autoritaria a partito unico che durò fino al 1974, quando la rivoluzione dei garofani pose fine al regime e ripristinò la democrazia. Durante gli anni dell’Estado Novo la violenza fu usata in modo sistematico e il Portogallo fu continuamente scosso da delitti politici.
Il progetto per la realizzazione di un museo su Salazar è stato annunciato il mese scorso da Leonel Gouveia, sindaco di Santa Comba Dão, cittadina di dodicimila abitanti che nel 1889 diede i natali al dittatore. Questo mercoledì è però arrivato addirittura il voto del Parlamento portoghese su di una mozione che esprime una dura condanna nei confronti del progetto: la mozione arriva dopo che si sono sollevate forti proteste, soprattutto da parte di ex prigionieri politici del regime e attivisti antifascisti. Nella mozione, promossa dall’ala sinistra dal Parlamento e approvata dal voto della maggioranza (in Portogallo la maggioranza è di centro-sinistra: durante il voto le opposizioni di centro-destra si sono astenute), si legge che il museo sarebbe “un’offesa alla memoria delle vittime della dittatura” e un “oltraggio alla democrazia”.
Il comune di Santa Comba Dão (il sindaco Gouveia è un locale esponente del Partito Socialista del Portogallo, lo stesso che è al governo e lo stesso che ha votato contro il progetto del museo) ovviamente fa sapere che il museo, che si chiamerebbe “Centro Interpretativo do Estado Novo”, non intende celebrare la figura di Salazar e sarebbe solo un museo di storia, ma i contrari temono che la struttura possa diventare meta di nostalgici, anche perché, peraltro, il tema del fascismo in Portogallo è molto sentito, visto che sono passati soltanto quarantacinque anni dalla fine del regime. Contro il museo è stata proposta anche una petizione indirizzata al primo ministro del Portogallo, il socialista António Costa, che al momento ha raggiunto più di 17.000 firme: i firmatari, si legge nel testo, “consapevoli di ciò che fu la dittatura dell’Estado Novo, manifestano, in nome proprio e in memoria delle migliaia di vittime del regime di cui Salazar fu il principale responsabile, il più veemente rifiuto nei confronti della realizzazione del museo Salazar, recentemente annunciato dal sindaco di Santa Comba Dão”.
In precedenza, lo scorso 12 di agosto, 204 ex prigionieri politici del regime avevano scritto una lettera allo stesso presidente del consiglio Costa, esprimendo la loro forte condanna al progetto. “Questo progetto”, hanno scritto gli ex prigionieri politici, “lungi dal cercare di illuminare la popolazione e soprattutto le generazioni più giovani su che cosa fu il regime fascista, si prefigura come uno strumento al servizio del revisionismo e come una meta di pellegrinaggio del regime rovesciato il 25 aprile” [ndr: la rivoluzione dei garofani scoppiò il 25 aprile del 1974]. “Quando in molti paesi”, prosegue la lettera, “si assiste alla rinascita di forze fasciste o ispirate dal fascismo, il nostro paese ha bisogno non di strumenti di propaganda del fascismo (che la Costituzione della Repubblica proibisce espressamente), ma di mezzi di pedagogia democratica che non lascino che si dimentichino i crimini del fascismo salazarista e preservino la memoria delle sue vittime”.
Nella foto: António de Oliveira Salazar nel 1940
In Portogallo vogliono realizzare un museo sul dittatore Salazar. Forti proteste arrivano anche in Parlamento |